Si scaldano i motori per far volare l’olio attraverso l’e-commerce
Storie aziendali. Intervista a Savino Agresti, ad dell’azienda andriese Agrolio. “Siamo solo agli inizi della crescita”, ha detto. “Abbiamo un piano strategico mirato alla visibilità e vendita online, interagendo sui social e con i visitatori dei nostri siti, in modo da poter raccontare in maniera autentica la nostra storia e i nostri prodotti, garantendo una shopping experiencetelematica completa ed efficace”

Le origini della famiglia Agresti risalgono all’inizio del XVII secolo. Le radici saldamente ancorate al territorio di Andria e alle campagne che la circondano, un’area molto fertile, dove la coltivazione dell’olivo è la prima fonte di reddito.
Sono stati da sempre proprietari terrieri, gli Agresti. Tant’è che posseggono una collezione di utensili che risale agli inizi del ‘900. Esistono perfino dei tour guidati, per prenderne visione.
Lo stesso cognome Agresti ha un suo significato, ovvero “lavoranti dell’agro”, lavoranti della terra. Nomen omen che esprime il Dna di una famiglia e il forte legame con il territorio, là dove domina il celebre Castel del Monte, meta continua di turisti in tutti i mesi dell’anno.
Ora però guardiamo all’oggi. Nonostante il tormentato contesto attuale, le idee e gli investimenti non si fermano. Savino Agresti, ad dell’azienda Agrolio, di Andria, tira diritto e annuncia i suoi piani di espansione.
“Nemmeno la pandemia sarà in grado di far saltare i nostri piani di modernizzazione ed espansione”ci ha detto. “Siamo partiti lo scorso anno con il restyling dei nostri siti ufficiali, e non ci siamo più fermati”. Già, i siti internet, perché ce ne sono di diversi: www.agrolio.com, www.radicidipuglia.com, www.winecanto.it
“C’è un piano strategico mirato alla visibilità e vendita online, interagendo sui social e con i visitatori dei siti così da poter raccontare in modo autentico la nostra storia e i nostri prodotti, garantendo una shopping experience online completa ed efficace”.
L’INTERVISTA
Dottor Savino Agresti, veniamo da una situazione molto complessa e inedita. Voi, come azienda, in che modo avete reagito al lungo periodo di lockdown?
È stato un effetto stordente, inimmaginabile, ma abbiamo reagito e l’aver investito sulla vendita online, specializzandoci attraverso i nostri e-shop e piattaforme drop-shipping, abbiamo fatto fronte alla difficile situazione che si è presentata in modo inatteso e anche inquietante. La vita prima del Covid va in ogni caso ripresa ed è compito di tutti sentire la necessità di ripartire. Per quanto mi riguarda, come azienda, noi disponiamo di contenuti convincenti, oltre che validi, in grado di accelerare la crescita globale del nostro business comunicando e interagendo con il nostro pubblico. Oggi è importante investire nel digital marketing, in modo da comunicare in modo efficace ai consumatori una serie di valori di riferimento: know how, tracciabilità e sostenibilità dei prodotti. L’obiettivo per una azienda è massimizzare il ritorno sull’investimento. Stiamo lavorando in questa direzione.

Ci sono due riferimenti forti di cui tanto si parla: tracciabilità e sostenibilità. Come si rapporta con questi due principali modelli di business?
Con la vendita online abbiamo voluto ad ogni costo implementare il tema per noi centrale della tracciabilità e sostenibilità dei prodotti certificati. È per noi un punto fermo, fa parte della nostra filosofia aziendale. Non a caso, sull’etichetta oltre alle certificazioni si leggono le caratteristiche tecniche ed i valori nutrizionali a garanzia dell’estrema qualità e provenienza del nostro pregiato olio Evo da monocultivar Coratina. Per noi la Coratina è un must. Istruire e formare prima dell’acquisto il consumatore finale è un dovere ma anche, nel contempo, un servizio che l’azienda deve contemplare, perché avvicina al consumatore, alle sue esigenze e aspettative, e rafforza pure il tema, altrettanto importante, della sicurezza della filiera produttiva e garantisce la genuinità dei prodotti”.
La forza del made in Italy la si vede soprattutto all’estero, con mercati che credono molto alle nostre produzioni. Quali sono i vostri programmi per l’esport?
Negli ultimi anni abbiamo intensificato l’export e la distribuzione nei paesi Ue ed extra Ue. Abbiamo aperto a molte altre situazioni, soprattutto in Asia con Cina, Corea e Giappone, ma anche nel nord America, dove stiamo guardando in particolare agli Usa, con un ampliamento del segmento Horeca mentre in Canada, stiamo andando benissimo e non escludiamo l’ipotesi di una crescita pure nelle vendite online, non solo B2C.
E in Europa? Qual è la situazione?
Il nostro obiettivo è collocare una bandierina in ogni capitale europea. Le attenzioni sono rivolte in particolare a Parigi, Berlino, Bruxelles, Londra e Ginevra. Il lockdown ha inevitabilmente rallentato le trattative commerciali, ma entro fine agosto, inizio settembre, contiamo di riuscire dal nostro confine italiano e iniziare l’espansione sui due canali, Gdo e Horeca.
La famiglia Agresti opera da oltre quattro generazioni, ma gli eredi Savino e Vincenzo Agresti all’inizio degli anni ’90 dello scorso secolo hanno proseguito nello spirito originario con una visione moderna e più contemporanea. Ecco, tradizione e innovazione, un binomio cui si fa continuamente cenno, per voi è anche un modo per ripercorrere l’intera storia della vostra famiglia…
Senza innovazione non può esserci storia. La nostra azienda nel corso degli anni ha saputo adottare sempre le migliori tecnologie disponibili. Una corretta lavorazione e conservazione delle materie prime e degli alimenti è fondamentale. Per questo i due aspetti non sono mai slegati tra loro, ma sempre con uno sguardo aperto al futuro. Innovare significa far tesoro della lezione del passato, ma andare oltre il passato: migliorare e perfezionare vil passato. I premi che abbiamo conseguito nelle varie competizioni sul fronte della qualità per noi equivalgono a una ulteriore conferma del lavoro che stiamo facendo. Il nostro extra vergine Opera Intenso Monocultivar Coratina Bio ci dà molte soddisfazioni che ci appagano.
Come convivono esattamente il vecchio e il nuovo, l’innovazione tecnologica e la tradizione? So che per gli addetti ai lavori questa dinamica è facile da comprendere, ma il grande pubblico dei consumatori vuole sapere e capire…
Le tecniche del vecchio frantoio vengono tramandate di generazione in generazione mentre negli anni il know how aziendale, insieme alle nuove tecnologie e alle esigenze dei consumatori, ha generato quella che io definirei “produttività sostenibile”. Sono convinto che il vero punto di forza è nella tracciabilità certificata. La mia azienda ha saputo adottare con saggezza l’innovazione tecnologica e ha sposato soluzioni moderne che spaziano dalla riduzione dei sottoprodotti delle lavorazioni dell’olio e del vino fino all’applicazione di nuove tecnologie digitali per produrre autonomamente energia e gas, concimi biologici e prodotti sostenibili, il tutto tracciato in un contesto di filiera in cui è possibile prevenire, gestire e valorizzare al massimo tutti i prodotti alimentari: senza scartare nulla!
Per questo posso affermare con orgoglio che nell’ambito agroalimentare siamo una delle poche realtà in Italia e in Puglia che già da tempo ha fatto proprie le tematiche della sostenibilità e dell’economia circolare.
Quale applicazione tecnica privilegiate, in particolare, e quali strumenti adottate?
Partiamo da un presupposto fondamentale: noi crediamo profondamente nel concetto di economia circolare quale risorsa esclusiva per l’azienda. Si tratta di un sistema economico che viene pensato al fine di potersi rigenerare da soli garantendo perciò anche una ecosostenibilità. Proprio per questo siamo ormai proiettati verso processi energetici green, con un abbattimento dei costi che sperimentiamo già soltanto con il solo riutilizzo delle nostre materie residue. In questo modo otteniamo prodotti tracciati che dalla terra ritornano alla terra sotto forma di nutrimento. Garantiamo cibi sani, genuini, frutto di una filiera bio e green a bassissimo impatto ambientale. Tutto ciò comporta dover mantenere sempre e ininterrottamente una corretta lavorazione e conservazione delle materie prime e degli alimenti, in modo da poter trasferire – intatte, sulla tavola – tutte le proprietà originarie dell’oliva al momento della raccolta del frutto.

Torniamo all’economia che guarda al mercato e al marketing. Il lancio del brand “Radici di Puglia”, cosa ha rappresentato per Agrolio?
Nel 2016 con il lancio internazionale del brand Radici di Puglia, abbiamo riscosso successo attraverso una linea di olio Evo proposta in eleganti orci in ceramica, realizzati a mano dagli artisti di Andria. Grazie a questa onda crescente, per la cura del lifestyle e del design, abbiamo ottenuto, attraverso queste “confezioni da sogno”, un incremento nelle vendite che si attesta intorno al 16%. Il brand è stato concepito per ampliare la gamma della produzione attraverso un paniere di prodotti tipici pugliesi: olio evo intenso, delicato e aromatizzato, sottoli, pesti, confetture, taralli, birre.
E l’essenza della filosofia di Radici di Puglia qual è?
La si vede semplicemente tradotta nella valorizzazione dell’artigianato d’eccellenza locale, mixando arte e cultura per evitare che una tradizione millenaria spossa comparire.
E guardando invece al futuro, quale strategia metterà in campo?
Il 2020 era iniziato molto bene., per noi. Avevamo un budget per affrontare l’offline e l’online, e nei primi due mesi dell’anno avevamo iniziato con un + 2%, per puntare a una crescita complessiva del 10 % anno sull’anno, ma non sarà purtroppo come avevamo previsto. Dobbiamo considerare quanto è accaduto. L’emergenza Covid ha inevitabilmente causato una inversione di tendenza dei conti e abbiamo incrementato gli investimenti sull’e-commerce e la presenza online su piattaforme estere. Abbiamo la possibilità di crescere con i nostri mezzi e se questi sono pochi cercheremo in ogni caso di analizzare e strutturarci a seconda degli scenari e dei momenti tramite un piano commerciale sistematico che possa seguire le tendenze del mercato e mutare velocemente nel rispetto delle esigenze dei nuovi consumatori che sono sempre molto esigenti in fatto di qualità e servizi.
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