Economia

Tamìa, l’evoluzione di un’idea

Un'immagine adeguata è un obbligo per tutti i prodotti di alta fascia. Storia di una bottiglia pensata per trasmettere una idea di unicità, tracciabilità, salubrità, identità, legame col territorio e la sua storia. Pietro Re, vincitore della menzione d’onore al Premio “Le Forme dell’Olio”, racconta la sua personale esperienza

Olio Officina

Tamìa, l’evoluzione di un’idea

Ecco com’è andata: “Volevamo tornare a produrre professionalmente olio extra vergine di oliva, come faceva la nostra azienda nei primi del Novecento, ma puntando esclusivamente sull’alta qualità. Mercato difficile, ma dalle potenzialità secondo noi uniche”. A sostenerlo è Pietro Re, della Società Agricola Sergio Delle Monache, azienda operante a Vetralla, in provincia di Viterbo.

La passione traspare evidente. “Volevamo inoltre – aggiunge Re – che il contenitore trasmettesse l’idea di unicità, tracciabilità, salubrità, identità, legame col territorio e la sua storia”. E così, ecco raccontata, con parole sue, la propria esperienza.

Il ragionamento per la definizione del consumatore tipo è stato questo: pochissimi al mondo conoscono l’olio extra vergine di alta qualità; ma chi lo impara a conoscere non torna più indietro (ne abbiamo visti tanti e in tutto il mondo). Poi mi ricordo che lessi un articolo del dottor Caricato, in cui diceva che un aggettivo lui utilizzava per definire gli oli del nostro livello: “diverso”. Mi piacque molto.

Pensai che “diverso”, oltre l’olio, poteva essere anche il target di persone a cui far riconoscere questa “diversità“, e tutti quelli che utilizzano in modo intelligente le potenzialità di internet potevano essere un buon target di persone da cui iniziare, target composto in maggioranza da giovani.

La maggior parte di essi non ha mai ragionato sull’olio che utilizza, ma i giovani sono quelli più pronti “mentalmente” a provare una “nuova esperienza” e quindi prestano più attenzione quando spieghi loro perché l’olio così fatto è “diverso”. Detto questo, siamo rimasti piacevolmente sorpresi di essere riusciti a “convertire” al VERO extra vergine persone di tutte le eta’ ed estrazioni sociali.

Pensammo poi che i ristoranti avrebbero potuto essere il modo più veloce per far assaggiare l’olio a più persone possibili, nel minor tempo possibile (sulla presentazione degli oli ai ristoratori e/o la commercializzazione in generale, se vuole le scrivo un capitolo a parte).
Il primo obiettivo era portare queste persone ad assaggiare i nostri oli, in modo che avrebbero poi potuto parlarne positivamente sui social networks, blog,etc.; il secondo ampliare sempre di più la clientela, che avrebbe poi potuto acquistare l’olio, o direttamente al ristorante, o tramite ecommerce sul nostro sito, facilmente raggiungibile dalle info inserite nell’abbigliaggio.

Eravamo anche coscienti (il conto economico parla chiaro) che produrre oli di alta qualità, con olive provenienti solo dai propri oliveti, in Italia costa molto; inevitabilmente sarebbero dovuti uscite sul mercato con prezzi di fascia alta; e che avremmo dovuto investire sul packaging, perché un’immagine adeguata è un obbligo per tutti i prodotti di questa fascia.

Premesse queste cose e consapevoli che non potevamo sbagliare nulla in questa fase iniziale del progetto, quando cioè se ne pongono le basi, ritenemmo importante far svolgere nell’aprile 2012 (nel frattempo era passato un anno), da una primaria web-agency italiana, un’attenta analisi di mercato sul mondo dell’olio, visto però dal web; gli aspetti principali analizzati furono: come si rapportano i produttori ai nuovi media ed identificare paesi target con le più alte potenzialità di crescita.

Qui ne trova un estratto pubblicato sul loro blog (QUI). Essendoci totalmente autofinanziati, è stata una spesa importante, ma si è rilevato un investimento altrettanto importante, dal quale abbiamo preso buone idee per indirizzare le scelte future.

Con la stessa agenzia abbiamo poi analizzato i dati e iniziato tutto il percorso necessario per la costruzione di un brand, operazione che ci ha impegnato fino ad aprile 2013: studio del nome, logo, forma bottiglia, etichette, certificazioni, sito internet ITA e ENG, brochure, etc.

Dopo quasi tre anni dall’inizio dell’avventura iniziamo oggi a raccogliere i primi risultati di questo lavoro. Abbiamo “conquistato” i primi clienti, sia in Italia che all’estero, sia privati che b2b. E quando dico conquistato intendo dire che queste persone non solo hanno scommesso su Tamia, ma sono diventati i nostri primi sponsor!

Nota dolente, non abbiamo ancora trovato un distributore, per aumentare i volumi, in modo di poter avere le risorse necessarie ad affrontare più serenamente i nuovi investimenti che strategicamente vorremmo fare, frantoio aziendale in primis.

Pietro Re

Olio Tamìa

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