Economia

Un nuovo logo per il Frantoio di Sant’Agata d’Oneglia

In occasione di Olio Officina Festival 2025 c’è stata l’occasione di raccontare il percorso creativo che ha portato la famiglia Mela di Imperia al rinnovamento dell’immagine dell’azienda. Ecco come racconta questo delicatissimo passaggio Gianluca Biscalchin

Olio Officina

Un nuovo logo per il Frantoio di Sant’Agata d’Oneglia

Cosa fa un’azienda quando ha una storia importante alle spalle e un’immagine riconoscibile dai propri clienti e, nel contempo, avverte, inevitabile, la necessità di rinnovare gli elementi rappresentativi con i quali ha raccontato la propria identità nel susseguirsi dei decenni? Di solito c’è sempre la preoccupazione di non rendersi più riconoscibile, anche in ragione del fatto che non sempre i mutamenti sono accolti positivamente. La preoccupazione esiste, ma, di fatto, questo timore in realtà si smorza rispetto alla vitale necessità di cambiamento.

Una immagine che si ripete sempre uguale a sé stessa non è una buona carta di presentazione. Il tempo passa e cambia anche il nostro modo di rapportarci con la realtà. Un rinnovamento è un passo da fare. Ecco allora come la famiglia Mela lo ha affrontato, affidandosi, per il Frantoio di Sant’Agata d’Oneglia, alla direzione creativa di Gianluca Biscalchin.

Se ne è parlato, approfondendo il tema, anche nel corso della quattordicesima edizione di Olio Officina Festival, sia con Cristiana e Serena Mela, sia con  Settimio Benedusi, e per chi ha curiosità può prenderne visione cliccando QUI. Non solo, pure nella precedente edizione di Olio Officina Festival, nel 2024, è stato affrontato il tema proprio con Gianluca Biscalchin: QUI.

“Il Frantoio di Sant’Agata d’Oneglia – precisa Biscalchin – mi ha coinvolto nel complicatissimo e delicatissimo processo di rinnovamento dell’immagine dell’azienda. Con grande coraggio e grande fiducia da parte della famiglia Mela che lavora le olive taggiasche dal 1827”.

Sì, coraggio è la parola giusta, perché non è per nulla facile l’idea di rinnovare un marchio.

“La sfida – spiega Gianluca Biscalchin – è stata quella di mantenere viva l’intuizione della famiglia Mela negli anni ’80 di raccontare nel logo il territorio. La mia intenzione è stata quella di celebrare la creatività che da sempre fa parte del Dna del Frantoio. E di non tradire quell’intuizione e lo stile che rende così riconoscibile l’azienda”.

“Abbiamo voluto mantenere il paesaggio, il paese Sant’Agata, gli ulivi, le colline. E in più porre l’accento su due elementi che nel logo precedente erano un po’ sacrificati: la famiglia Mela, che da generazioni lavora le olive taggiasche, e la data, il 1827, una garanzia di qualità nel tempo. Mettendole in primo piano”.

“Contrariamente a quanto si fa di solito – afferma Biscalchin – il logo non è sintetico. Abbiamo invece voluto inserire tutti gli elementi di verità, tutte le informazioni possibili, tutte quelle particolarità che rendono unico e inimitabile il Frantoio Sant’Agata d’Oneglia”.

Per quanti vogliano approfondire, consigliamo di guardare anche il video Quale veste e quali colori per comunicare l’olio (2024) e Frantoio di Sant’Agata d’Oneglia. Rivoluzionare il modo di comunicare l’olio (2025).

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