Economia

Un olio meno civetta

L’olio extra vergine da olive nella Gdo, le voci dei protagonisti. Nel corso di Olio Officina Festival 2018 è stato affrontato un tema costantemente al centro dell’attenzione, ma mai dibattuto veramente. Ecco allora una inchiesta sulla Grande distribuzione organizzata e sul suo instabile rapporto con un prodotto ormai retrocesso a pura commodity. Iniziamo con Antonella D’Andrea, di Unes

Luigi Caricato

Un olio meno civetta

Il rapporto tra Gdo e imprese olearie non è tra i più facili, ma occorre pur provare a ricucire lo strappo. A Olio Officina Festival ci abbiamo provato, e presto seguirete tutti i dettagli, leggendo le varie testimonianze.

Per comprendere lo stato della realtà, dovete pensare a un coltello. Il manico sa dalla parte della Grande distribuzione organizzata. Sono loro dettare legge e a decidere le regole del gioco.

Ormai l’olio extra vergine di oliva si è giocato la reputazione. Il valore lo ha perduto irrimediabilmente, ma c’è speranza – forse, chissà – di poter ancora restituire il giusto peso a un prodotto che, nonostante tutto, viene ritenuto un functional food.

Noi cerchiamo di lavorare per il bene comune, e cerchiamo da sempre il confronto dialettico tra le parti. Qualcosa di buono sicuramente verrà fuori, ne siamo convinti.

INTERVISTA AD ANTONELLA D’ANDREA

La Gdo ha permesso all’olio extra vergine di oliva di essere diffuso in maniera capillare in tutte le regioni, rendendolo alimento popolare, accessibile a tutti, e questo è un grande merito della Gdo, ma poi c’è stato un corto circuito, e tutto si è ripiegato sulla vendita in promozione o in sottocosto, rendendo l’extra vergine una commodity. Secondo lei si possono risollevare le sorti di tale prodotto o devono continuare a perderci tutti: aziende olearie e Gdo?

Sicuramente si, si possono risollevare e noi che ormai da tempo seguiamo la politica dell’Edlp lo stiamo constatando cercando di gestire lo scaffale con un offerta che non sia succube delle aziende “multinazionali “, lavorando molto sui nostri brand offrendoli con un posizionamento al pubblico giusto
La vera essenza dell’edlp è che non siamo ne schiavi ne dipendenti dai volumi, preferiamo venderne di meno ma meglio!

Un grosso problema che riguarda molte insegne della Gdo, è la gestione dello scaffale e, soprattutto, del magazzino. Molti oli di qualità decadono e perdono le caratteristiche originarie per una cattiva conservazione di un prodotto intrinsecamente fragile. Come gestisce la sua catena distributiva queste problematiche?

Non riscontriamo grosse problematiche del genere anche perché con la politica commerciale che seguiamo (EDLP sopra descritta), cerchiamo di gestire il magazzino e di conseguenza i Pdv con ordini continui e non speculativi

Per lei l’olio extra vergine di oliva deve restare confinato tra i prodotti commodity o merita attenzioni diverse? Crede che i suoi clienti sappiamo riconoscere il valore della qualità?

Sicuramente essendo un mercato grosso ricopre il ruolo di commodity, dobbiamo essere però noi bravi tutti (distribuzione e fornitori) a farlo diventare meno prodotto “civetta” e dargli il giusto ruolo ed il giusto valore, un po’ com’è stato fatto per il vino ed i clienti se rispettiamo tutto ciò che ci siamo detti sinora, riconoscerà il valore per ogni prodotto offerto.

Il vostro personale è preparato alla complessità di un prodotto fragile come l’olio extra vergine di oliva? Fate dei corsi di formazione?

Non facciamo al momento corsi di formazione dedicati alla merceologia, però la nostra azienda è molto attenta e sta investendo molto su una comunicazione diretta tra tutte le persone del gruppo attraverso Workplace, il social network aziendale. E questo fa sì che ci sia uno scambio continuo di informazioni e cultura tra sede e punti vendita

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