Economia

Una olivagione complicata, secondo Assitol. Manca materia prima

L’Associazione italiana dell’industria olearia esprime grande preoccupazione per come si sta evolvendo la campagna olearia 2022-2023. La ricorderemo tra quelle più difficili degli ultimi decenni. Le 200mila tonnellate d’olio previste non basteranno a soddisfare il fabbisogno dei consumi interni. Di qui alla prossima estate potremmo non avere prodotto a sufficienza. Ci vuole responsabilità. Il ricorso a vendite sottocosto potrebbe provocare un esaurimento anticipato dei già scarsi volumi a disposizione

Olio Officina

Una olivagione complicata, secondo Assitol. Manca materia prima

L’umore non è tra i migliori. Mancano olive, di conseguenza non ci sarà l’olio che ci si attende di solito. Con una nota stampa diffusa da Assitol, si mette in evidenza un problema che non riguarda solo l’Italia, visto che il calo produttivo è generale.

“Agli inizi di settembre avevamo parlato di autunno caldo, per l’olio d’oliva”. Andrea Carrassi, direttore generale dell’Associazione Italiana dell’industria olearia, non nasconde i forti timori che agitano il settore. Le previsioni non erano per nulla soddisfacenti. “Purtroppo – ammette – non ci siamo sbagliati. La sproporzione tra consumi e produzione è tale che di qui alla prossima estate potremmo non avere olio a sufficienza”. Un bel problema. Che accadrebbe se gli italiani vedessero mancare l’olio extra vergine di oliva sugli scaffali del proprio supermercato?

Le stime di produzione diffuse dalle organizzazioni agricole sono chiare, non lasciano spazio a dubbi: “le 200mila tonnellate d’olio previste per questa olivagione in corso non saranno sufficienti a soddisfare il fabbisogno dei consumi interni, il quale ammonta a 600mila tonnellate”.

“Lavorare con quantitativi di olio extra vergine di oliva così ridotti – ha affermato il direttore Carrassi – sarà molto difficile per aziende abituate a garantire forniture per tutto l’anno”.

A rendere sempre più complicato lo scenario è la carenza di olio in buona parte dei Paesi del Mediterraneo. “In base alle ultime previsioni la Spagna, che è il primo produttore mondiale di oli da olive, ha annunciato una riduzione da record dei volumi, addirittura del 50%, il che rende sempre più incerta la disponibilità di prodotto a livello mondiale. Non va per il verso giusto neppure per il Portogallo (con un -30%) e la Tunisia (-16%).  A complicare ulteriormente la già complessa situazione, vi sono i continui rincari energetici”. Così, unitamente alla scarsità di materia prima, l’insieme dei fattori critici ha già fatto quintuplicare i costi all’origine dell’olio extra vergine di oliva, incrementando così anche i prezzi finali, destinati al consumatore.

La speranza è che non si mettano in atto vendite sottocosto, perché – sostengono in Assitol – una simile spinta sui consumi con intense attività promozionali potrebbe provocare un esaurimento anticipato dei già scarsi volumi di olio a disposizione.

Le preoccupazioni ci sono tutte, tanto più in un contesto internazionale reso complicato dal conflitto russo-ucraino.

“Occorre un grande senso di responsabilità da parte di tutta la filiera, dalla produzione agricola a noi industriali, fino alla Grande distribuzione”, ha riferito Andrea Carrassi. “Per questa ragione, in un momento in cui l’olio da olive sta diventando merce rara, riteniamo opportuno evitare il ricorso continuo alle promozioni. Danneggerebbe la fiducia del consumatore nei confronti dell’intero comparto oleario e svilirebbe nel contempo il valore di tutto il nostro impegno”.

 

Si ringrazia per la notizia Silvia Cerioli. La foto di apertura è del Consorzio dell’olio Dop Riviera Ligure

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