Volete sapere come vanno le importazioni di olio da oliva in Brasile?
I dati pubblicati dal Coi, incentrati su varie annualità, sono molto interessanti, utili soprattutto per capire come va il mercato nel paese sudamericano, terza nazione per importazioni di oli da olive a livello mondiale. Per quanto concerne l’origine, la quasi totalità proviene dall’Europa, con in testa il Portogallo (64,5%), seguito dalla Spagna (15,2%). L’Italia si piazza solo al quinto posto
Il focus non lascia spazio a dubbi. Le importazioni sono rimbalzate, raggiungendo i valori più alti mai registrati.
Le importazioni di olio di oliva vergine e olio di olivain Brasile sono cresciute del 12% nell’anno di produzione 2018/19, raggiungendo le 86.089 tonnellate.
Gli oli di oliva vergini e l’olio di sansa di oliva
Il Brasile contribuisce per circa l’8% alle importazioni mondiali di olio d’oliva, posizionandosi al terzo posto dietro agli Stati Uniti (36%) e all’Unione europea (15%). Insieme, questi tre paesi importano il 59% del totale volume e i restanti paesi importano al di sotto dell’8%.
Le importazioni di olio da olive e di olio di sansa di oliva in Brasile sono aumentate del 12,4% nell’ultimo raccolto.
Il mercato dell’olio d’oliva in Brasile ha visto una forte crescita dalla campagna agricola 2015/16, quando le importazioni hanno toccato il minimo a 50.649 tonnellate, ovvero il 31% in meno rispetto alla campagna 2013/14. Questa caduta, era dovuta alla crisi economica e alla svalutazione della valuta brasiliana. Nella più recente campagna agricola, le importazioni hanno raggiunto 86.362 t, il 70,5% in più rispetto al 2015/16.
La tabella I mostra i cambiamenti nelle importazioni negli ultimi sei anni del raccolto. Portogallo e Spagna furono i due principali fornitori del Brasile, con incrementi rispettivamente del 23,3% e del 6,2%, rappresentante il 79,7% delle importazioni totali. Il resto dei paesi scende al di sotto dell’8%.
Per origine, l’85% del totale proveniva dai paesi dell’Unione europea nella campagna agricola 2018/19, con il Portogallo in testa (64,5%), seguito dalla Spagna (15,2%). I restanti paesi, inferiori all’8%.
Per quanto riguarda la categoria, l’86,5% delle importazioni totali, era seguito dal codice 15.09.10 (oli di oliva vergini), seguito da importazioni al di sotto del 15.09.90 (oli di oliva) con il 13,2% e il restante 0,3% sotto il 15.10.00 (oli di sansa di oliva).
L’ultimo raccolto ha visto un andamento positivo delle importazioni di olio di oliva vergine: il volume delle importazioni è aumentato dell’81,3% se confrontiamo la campagna agricola 2018/2019 con la campagna agricola 2015/2016, quando rappresentavano l’81,4% delle importazioni totali.
In apertura, lo stemma della Repubblica Federale del Brasile
Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui
Commenta la notizia
Devi essere connesso per inviare un commento.