Economia

Agroalimentare italiano: un importante fatturato in un periodo di grandi incertezze

Con un valore pari a cinquanta miliardi di euro, le esportazioni segnano un record decisivo per il settore. Secondo il rapporto elaborato dal Crea, le regioni del Nord America si rivelano cruciali per l’export dell’olio da olive, vini e bevande, dove però le quantità di extra vergine registra una diminuzione delle vendite del -10, 3%. L’Unione europea, il Sud America e l’Asia ricoprono, invece, le principali aree di approvvigionamento per il Paese

Olio Officina

Agroalimentare italiano: un importante fatturato in un periodo di grandi incertezze

Va tutto a gonfie vele? Le esportazioni di olio da olive in Canada hanno registrato in realtà una decrescita del 3,5% e del 22,5%, rispettivamente in valore e in quantità, e le vendite di extra vergine negli Stati Uniti hanno risentito di un calo pari al 10,3%.

Per quanto riguarda le importazioni, in tema di oli vegetali, l’Asia è la prima fornitrice dell’Italia di olio di palma per uso non alimentare.

Questo è quanto emerge dal rapporto del Crea, il quale ci informa molto dettagliatamente, come emerge da una sua comunicazione al riguardo.

Il 2021 segna un primato sia per le importazioni agroalimentari, che raggiungono il valore record di 48,28 miliardi di euro (+13,6%), sia per le esportazioni, che superano per la prima volta i 50 miliardi (+11,3%).

La maggiore crescita dell’import rispetto all’export agroalimentare interrompe il trend positivo della bilancia agroalimentare, passata da un deficit di oltre 6,5 miliardi di euro (2014) a +2,86 miliardi nel 2020.

La contrazione nel 2021 è tuttavia contenuta per la bilancia, che rimane superiore ai due miliardi di euro.

È quanto emerge dal Rapporto 2021 sul commercio estero dei prodotti agroalimentari, realizzato dal Crea, con il suo Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia.

Giunto alla sua 30° edizione, quest’anno il volume è arricchito da un approfondimento sui primi effetti della crisi russo-ucraina.

Gli scambi agroalimentari nel 2021

Nel 2021 la crescita in valore, rispetto all’anno precedente, degli scambi agroalimentari italiani è generalizzata, riguarda quasi tutti i principali mercati e prodotti.

Fanno eccezione le esportazioni di pasta (-6,2% in valore e -12,6% in quantità) e di conserve di pomodoro (+0,2% in valore e -7,7% in quantità) dopo il netto aumento del 2020.

Pertanto, il valore dell’export di questi due importanti prodotti del Made in Italy nel 2021 risulta comunque superiore a quello registrato nel 2019.

Sempre in merito all’import, l’aumento in valore degli acquisti riguarda tutti i principali prodotti ed è particolarmente marcato per quelli ittici, come i “crostacei e molluschi congelati” (+40,7% in valore), tra i più colpiti nel 2020 dagli effetti del lockdown e delle chiusure che avevano interessato i canali dell’Horeca.

In generale, nel 2021 si riscontra un aumento dei valori medi unitari degli scambi, con netti incrementi in valore ai quali spesso corrispondono aumenti più contenuti, o anche riduzioni, delle quantità scambiate.

Ue e Nord America si confermano i principali mercati di riferimento per le esportazioni agroalimentari dell’Italia, con quote del 57,7% e 13,2% rispettivamente.

Dal lato delle importazioni – oltre all’Ue che copre il 68% – Asia e Sud America sono le altre principali aree di approvvigionamento dell’Italia.

I netti incrementi in valore degli scambi agroalimentari riguardano quasi tutti i principali paesi partner dell’Italia; sia i clienti tra cui Germania (+7,1%), Francia (+8,3%) e Stati Uniti (+14,2%), sia i fornitori tra cui Francia (+11,5%) e Spagna (+12%).

Nel 2021 gli effetti della Brexit sugli scambi agroalimentari sono evidenti: le importazioni dell’Italia dal Regno Unito sono quasi dimezzate rispetto al 2020 e la crescita delle esportazioni (+1,6%) è nettamente inferiore a quella verso gli altri principali mercati di destinazione.

Focus sugli effetti della crisi russo-ucraina

L’import agroalimentare dell’Italia dall’Ucraina nel mese di marzo 2022, rispetto a marzo 2021, mostra una riduzione in valore del 13%. In forte calo i volumi importati dei principali prodotti (-40,5% di olio di girasole; -70% di panelli di girasole e frumento tenero).

Più contenuta la contrazione dell’import di mais (-5,4%). Nello stesso periodo si riduce del 35% il valore dell’export agroalimentare dell’Italia verso la Russia.

La contrazione colpisce molti dei principali prodotti, tra cui il caffè torrefatto (-81,8% in quantità) e gli spumanti Dop (-46,4%).

Va tuttavia precisato che l’export totale di questi prodotti, come dell’agroalimentare nel suo complesso, risulta in netta crescita nel mese di marzo e in tutto il primo trimestre 2022, in linea con l’andamento registrato nel 2021.

CLICCANDO QUI è possibile scaricare il rapporto in formato Pdf-

In apertura, foto di Olio Officina©

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