Economia

Andamenti di mercato

Si registra un calo delle vendite di olio di oliva in Spagna, secondo i dati forniti da Anierac e riportati da Mercacei. Nel contempo, vi è una crescita del 7,33% per l’olio extra vergine di oliva. Intanto uno studio dell’Icex sul mercato olandese riporta un calo del 9% per burro e margarina a favore dell’olio di oliva, che, invece, nello stesso periodo ha messo a segno una crescita del 10,52%. Questo e altro nella rassegna stampa internazionale di questa settimana

Mariangela Molinari

Andamenti di mercato

Iniziamo la nostra rassegna stampa sfogliando le pagine di Mercacei, dove leggiamo (QUI) che secondo gli ultimi dati di Anierac, l’associazione nazionale degli imbottigliatori e raffinatori di oli commestibili, resi noti nel bollettino dello scorso gennaio, le vendite di olio di oliva in questa campagna hanno registrato un calo dell’8,98%. All’interno di questo segmento, l’unica categoria con un saldo positivo è l’olio extra vergine, con una crescita del 7,33%. Ne deriva, dunque, che nella campagna oleicola 2017-18 le vendite accumulate fino a gennaio hanno registrato una diminuzione di 9,6 milioni di litri rispetto allo stesso periodo della campagna precedente, per assestarsi sui 97,2 milioni di litri.
Il decremento complessivo dell’8,98% è frutto di un media, che vede cali ben più sostanziosi nelle categorie dell’olio di oliva vergine (-29,42%) e dell’intenso (-28,99%), mentre il segno meno ha segnato in misura meno drastica la categoria commerciale del soave (-6,75%).

Sempre su Mercacei viene riportato un interessante studio condotto da ICEX sul mercato olandese (QUI), nel quale si rivela che negli ultimi cinque anni nei Paesi Bassi il consumo dei grassi tradizionalmente usati (burro, margarina ecc.) è sceso del 9% a favore dell’olio di oliva, che, invece, nello stesso periodo ha messo a segno una crescita del 10,52%.
Il che è da ricondurre ai cambiamenti riscontrabili nella dieta degli olandesi, sempre più attenti a salute e benessere, sebbene, a dire il vero, al momento gli oli vegetali più consumati in questo mercato restino ancora quello di girasole e di palma.
Sempre secondo lo studio, nei Paesi Bassi nel 2017 la domanda complessiva di olio di oliva è stata pari a 76 milioni di euro, e negli ultimi anni la crescita delle vendite a valore sarebbe stata del 15,7%: un trend giustificato in parte dall’aumento dei prezzi causato dalla diminuzione della produzione a causa della siccità.
Anche il valore delle importazioni di olio di oliva ha segnato un incremento consistente: del 36,6% tra il 2014 e il 2016. Il report, inoltre, riprende le previsioni della società di ricerca Euromonitor, secondo la quale tra il 2017 e il 2022 la domanda di olio di oliva nei Paesi Bassi dovrebbe conoscere una crescita annuale dell’11,9% a volume.
Considerato il suo clima, ovviamente l’Olanda deve importare tutto l’olio di oliva consumato e, a differenza di altri Paesi come la Gran Bretagna, il Belgio, la Finlandia o la Grecia, mantiene un trend positivo, a dimostrazione del fatto che il mercato è ancora distante dall’essere saturo.
Sul fronte delle importazioni di olio di oliva, i Paesi Bassi occupano in Europa l’ottava posizione e, nonostante già dal 2012 la Spagna abbia superato l’Italia anche in questo mercato, l’olio italiano resta estremamente apprezzato e con una buona presenza in ogni canale distributivo.
Un altro aspetto da non sottovalutare sono poi le private label, che tra i consumatori olandesi godono di grande popolarità. Tanto è vero che molti supermercati vendono olio di oliva con il proprio marchio, acquistando elevati quantitativi di prodotto spagnolo.
Lo studio mette in evidenza, infine, che il prezzo resta il principale elemento sul quale si gioca la competitività e che per gli esportatori la partita si può giocare anche su referenze aromatizzate (oli al tartufo, al peperoncino ecc.) e sul packaging.

Se è vero che i consumi di olio di oliva crescono, secondo quanto pubblicato da Revista Almaceite in ogni caso una corretta e diffusa informazione sulle sue proprietà è ancora di là da venire. Lo afferma in un’intervista rilasciata a questa testata (QUI) José Juan Gaforio, docente di Inmunologia all’Università di Jaén e ricercatore presso l’Istituto di Salute Carlos III.
Al momento il Centro studi sull’olivo e l’olio di oliva dell’università andalusa è impegnato in particolare sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari attraverso la dieta mediterranea, all’interno della quale gli oli di oliva sono un elemento essenziale. La ricerca coinvolge 6.874 partecipanti, che saranno seguiti per almeno sei anni: senza dubbio si tratta di uno dei maggiori studi sulla nutrizione in corso in Spagna e di uno dei più importanti a livello internazionale.
D’altro canto, l’impegno è rivolto anche allo studio delle proprietà salutari dei composti presenti in quantità minori negli oli vergini di oliva.
Tuttavia, come afferma nell’intervista il cattedratico, sebbene negli ultimi anni si siano accumulate evidenze scientifiche riguardo le proprietà benefiche dei oli di oliva vergini ed extravergini, l’informazione non è giunta come avrebbe dovuto ai consumatori. Molti altri oli vegetali sono più economici e se non si comprende a fondo il plus reale dell’olio di oliva per la salute, complice la crisi economica saranno i prodotti più a buon mercato ad avere la meglio.
Va poi sfatato, secondo José Juan Gaforio, l’errato stereotipo che l’olio faccia ingrassare. L’olio d’oliva, invece, come dimostrano numerose ricerche, aiuta a mantenere un perso stabile, a differenza di altri tipi di grassi.

La foto di apertura è di Olio Officina

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui

Commenta la notizia