Economia

Arrivano i food designer

L’Italia si è sempre contraddistinta per la sua capacità di investire nella bellezza e nella funzionalità di molti dei beni in commercio, compresi gli stessi alimenti. Ecco allora presentarsi sulla scena un gruppo di cinque professionisti che hanno introdotto un nuovo modo di concepire il settore alimentare In che cosa consiste tutto ciò? Nel prendere in esame i motivi per i quali si compie un atto alimentare in modo da comprendere meglio come progettarlo e soddisfare in maniera adeguata le esigenze degli utenti

Olio Officina

Arrivano i food designer

Il gruppo dei cinque professionisti che hanno avuto la brillante idea di lanciare I Food Designer in realtà operavano da tempo e con successo, solo che ora vengono allo scoperto ed esprimono una identità professionale che mette insieme vari saperi e approcci.

I cinque del team vantano esperienze diverse e lavorano insieme sin dal 2006. Sono loro stessi che si attribuiscono il merito “letteralmenteinventatoil Food Design”. Si tratta di Paolo Barichella, teorico della materia, oltre che opinion leader di riferimento del settore; Mauro Olivieri, che i nostri lettori già conoscono per essere presidente della giuria dei concorsi Le Forme dell’Olio e Le Forme dell’Aceto, il quale si occupa di design, visual design, comunicazione, interior design, food design ed è pure uno studioso e progettista di brand dei sistemi territoriali; Ilaria Legato, la quale applica il Food Design nello sviluppo di un luogo dedicato all’ospitalità e alla ristorazione, o a un progetto territoriale rafforzandone tutti i suoi aspetti identitari; e poi c’è Marco Pietrosante, che si occupa della progettazione per l’industria alimentare e dal 2013 di consulenza aziendale in ambito design strategico, e infine Francesco Subioli, che alterna l’attività professionale con docenze e formazione in università italiane ed estere, realizza prodotti e format alimentari.

“Nel 2006 – dicono i cinque professionisti – abbiamo fortemente voluto che la specializzazione Food Design entrasse ufficialmente in in Adi, ovvero l’Associazione per il disegno industriale, con una commissione tematica di cui ora facciamo parte, ognuno con un ruolo specifico”.

“Abbiamo anche fondato il primo Food Design Manifesto che comprende undici punti e che avremo presto il piacere di esporvi. Si parte da una premessa: il Food Design è la progettazione degli atti alimentari (Food Facts), ovvero l’attività di elaborazione dei processi più efficaci per rendere corretta e gradevole l’azione di esperire una sostanza commestibile in un dato contesto, ambiente o circostanze di consumo. Il Food Design prende in analisi i motivi per i quali compiamo un atto alimentare per meglio comprendere come progettarlo e soddisfare in maniera adeguata l’esigenza dell’utente. Il Food Design si occupa di prodotti edibili, comunicazione, packaging, servizi e luoghi legati alla vendita e al consumo di cibo”.

Paolo Barichella, a sinistra, con Mauro Olivieri, nel ritratto di Gianfranco Maggio a OOF 2020

Presto affronteremo con loro i dettagli del loro Manifesto. Nel frattempo, ecco cosa vi è dietro ciascuno di loro. Mauro Oliveri, per esempio, si è approcciato al Food Design come materia di studio per provare a delineare nuovi processi progettuali nel miglioramento dei valori che il cibo ha nella nostra vita quotidiana. “Porto il mio bagaglio di esperienza e di metodo applicato al design production”, afferma, e in quest’ottica, sostiene di vivere “il Food Design con un approccio olistico, un processo che reputo necessario per arrivare all’essenza di un prodotto, di un sistema o di un servizio che una azienda vuole proporre. Il tutto con un po’ di poesia”.

Le idee dei cinque professionisti che fanno parte di I Food Design sono ben espresse a partire dai loro lavori, ma ora tutto ciò che hanno realizzando si sta sviluppando anche sul piano teorico, proprio allo scopo di creare una nuova tendenza, un nuovo modo di intendere il design applicato al food. “Per me – precisa Paolo Barichella – il design è al servizio della persona. Credo fermamente che il design sia l’arte di usare la scienza con creatività”.

IL MANIFESTO DEI FOOD DESIGNER

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Il Food Design si occupa di progetto in campo alimentare.

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Il Food Design è una specifica area del progetto che si propone di produrre soluzioni efficaci per la fruibilità del cibo in precisi contesti e situazioni.

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Il Food Design si propone di dare forma alle interfacce e ai servizi nel modo più adeguato alle circostanze in cui il prodotto viene consumato.

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La producibilità e la serialità di un prodotto o di un servizio sono le condizioni per le quali un progetto può definirsi di Food Design.

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I principali criteri ai quali un prodotto edibile di Food Design deve sottostare sono: porzionabilità, modularità e formato adeguati al contesto e agli strumenti con i quali verrà consumato.

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Un progetto di Food Design è realizzato per offrire un servizio ad una o più persone che manifestino determinati bisogni o per rendere più efficace un’azione legata al cibo attraverso uno strumento derivato dal progetto.

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Food Design significa progettare secondo le modalità tipiche del Design che, ben oltre la ricerca puramente formale o decorativa, implicano la ricerca per l’innovazione dei processi di produzione, distribuzione, consumo.

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Il Food Design è uno strumento privilegiato e particolarmente efficace per la riqualificazione e la promozione del Territorio attraverso la sua ricchezza enogastronomica.

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Il progetto di Food Design, per le sue peculiarità legate alla nutrizione, può rientrare nell’area del Social Design e contemplare collaborazioni con enti e associazioni no- profit.

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Un prodotto di Food Design viene studiato con l’unico scopo di generare benefici al suo Utente. Tutto il processo deve interagire per impedire che l’utente sia esposto a rischi derivati da cattiva progettazione o dalla non adeguata attenzione alle norme di conservazione, alla tecnologia produttiva, all’ergonomia e alla microbiologia legata agli alimenti.

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Il Food Design per l’infanzia progetta con responsabilità etica particolare e attenzione ai processi evolutivi. Progetta artefatti ed atti alimentari che contribuiscono a rendere il contesto e la circostanza dell’esperire una sostanza alimentare un’opportunità formativa sia in ambito collettivo che famigliare. Progetta per far acquisire autonomia e consapevolezza attraverso esperienze culturali, conoscitive ed emozionali, nel rigoroso rispetto della sicurezza e dell’identità.

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