Economia

Etichetta olio: Visto, si stampi!

Meno burocrazia e più flessibilità per sopravvivere. Le aziende - soprattutto le più piccole, sprovviste di ufficio legale - sono in seria difficoltà di fronte allo stato di incertezza e al rischio di incorrere in sanzioni. Le Istituzioni, da parte loro, non aiutano, semmai complicano una materia già tanto complessa e di per sé controversa qual è l’etichettatura. A chi giova non venire incontro alle imprese? Una iniziativa di Olio Officina tenta di risolvere un serio problema

Luigi Caricato

Etichetta olio: Visto, si stampi!

Lo sanno tutti, il comparto olio da olive è alquanto vessato da un intricato groviglio di nome. Troppe leggi, e non tutte così semplici, mettono in seria difficoltà gli operatori del settore, soprattutto le imprese più piccole, a dimensione familiare.

Le aziende, soprattutto le più piccole, sono infatti molto preoccupate per il groviglio di leggi esistenti e per le divergenti interpretazioni da parte dei molti organismi di controllo operanti sul territorio nazionale.

Tutte si lamentano ma non trovano il coraggio di far valere le proprie ragioni, chiedendo maggiore attenzione e rispetto. Nemmeno le organizzazioni di categoria hanno il coraggio di esporsi, cercano di fronteggiare le enormi difficoltà suggerendo da parte loro tutte le indicazioni utili alo scopo di risolvere i problemi dei propri associati, ma non basta.

Non basta, anche perché ciò che più incute timore non sono tanto le disposizioni di legge, non sempre chiare, ma le troppe interpretazioni, fin troppo libere e a volte contraddittorie, che emergono di volta in volta a livello locale.

In sostanza, una bottiglia etichettata secondo le norme può non trovare l’approvazione di tutti i controllori. E visto che gli organismi di controllo in Italia sono numerosissimi, e tutti si adoperano a controllare, entrando perfino in aperta concorrenza fra loro, alla fine si perde l’obiettivo delle norme: fare in modo che la norma tuteli, oltre al prodotto e al consumatore, anche lo stesso produttore o confezionatore, ma a volte l’obiettivo sembra essere ben altro.

Intanto, nella mancanza di un testo unico che racchiuda in pochi ed essenziali punti la normativa inerente la materia prima olio da olive, nemmeno il consumatore viene di fatto salvaguardato dalle norme. Da qui, allora l’iniziativa di Olio Officina, nel lanciare una campagna a favore della semplificazione, soprattutto per ciò che concerne il complesso ambito della regolamentazione ed etichettatura degli oli.

L’idea – già sviluppata nell’ambito della passata edizione di Olio Officina Festival – passa ora dalle parole ai fatti con la scelta di agire concretamente, incaricando uno specifico organo istituzionale, in modo che fornisca alle aziende il via libera attraverso un “visto, si stampi”, così da rasserenare gli operatori del settore e garantire nel contempo i consumatori al momento dell’acquisto.

Così, la mattina di venerdì 3 febbraio, a Olio Officina Festival 2017, è previsto un talk show dedicato al tema, con la partecipazione di alcuni tra i più autorevoli interpreti del comparto oleario.

Non si tratta di rifiutare le norme e la loro applicazione, ma di renderla semplice, meno tortuosa e senza creare alcun patema d’animo alle aziende. D’altra parte, le norme vengono fatte a favore dell’economia, non contro le attività commerciali.

Ciò che manca ad oggi è la certezza di diritto. Una etichetta d’olio può essere soggetta a sanzione se il controllore interpreta la norma in maniera personalistica, magari anche per scarsa conoscenza o comprensione delle norme. Non c’è da scandalizzarsi, succede. Ne è una dimostrazione evidente la disparità di visioni tra i tanti organismi di controllo operanti in Italia, e, nell’ambito del medesimo organismo, tra i vari uffici periferici. Non si può proseguire così, con l’ansia di non essere in regola.

La nostra risposta consiste nel fare in modo che una realtà operativa come l’Icqrf si faccia carico di organizzare un ufficio centrale a Roma, dove far pervenire le etichette da autorizzare con un “visto si stampi”. Le aziende che ricevono il pdf validati potranno esibirlo su richiesta dei vari organismi di controllo, e tale indicazione sarà valida e incontestabile. Si tratta solo di verificare la piena osservanza di quanto disposto dalla autorizzazione ufficiale. In tal modo, le aziende possono essere tranquille, sicure di avere osservato le regole senza che vis sia alcuna incertezza al riguardo.

Possiamo ben comprendere che tale servizio metterebbe l’Icqrf in difficoltà, nel gestire un grosso numero di richieste da sbrigare in tempi brevi, ma il vantaggio è di tutti, si eviterebbero inutili e costosi ricorsi e si lavorerebbe a vantaggio delle aziende, semplificando una materia ostica e complessa.

L’Icqrf otterrebbe in cambio un vantaggio economico, dal momento che tale autorizzazione richiederà l’esborso di una quota fissa per ciascuna etichetta autorizzata, anche se si consiglia caldamente di praticare prezzi che non siano onerosi per le imprese. Tutto ciò servirebbe per la buona causa della semplificazione, ammesso che le Istituzioni vogliano realmente semplificare e lavorare per favorire le aziende, non per molestarle.

Occorre partire dal presupposto che le aziende siano gestite da persone oneste, pensare il contrario sarebbe veramente grave. Non ha senso che si addebitino sanzioni o che si mettano le aziende in difficoltà solo per l’incapacità di gestire una materia complessa. La burocrazia sta uccidendo l’economia italiana e gli uomini delle Istituzioni hanno l’obbligo morale di non lavorare contro ma a favore delle imprese.

Lo scorso anno a Olio Officina Festival emerse evidente l’esigenza di semplificare la complessa materia dell’etichettatura. La risposta, da parte delle Istituzioni, fu che la decisione non poteva essere risolta a partire da una decisione dei dirigenti di un organismo di controllo. La decisione può essere solo politica, ed è quanto noi intendiamo sollecitare, partendo da una richiesta che parta dal basso – ammesso che le aziende abbiano il coraggio e il buon senso di sostenere tale iniziativa.

Cosa chiediamo? Di scrivere a redazione@olioofficina.it, riportando le proprie esperienze al riguardo (si accettano anche comunicazioni che rimarranno su richiesta anonime, purché siano debitamente firmate), ma soprattutto si richiede una adesione piena e convinta all’iniziativa, e magari suggerimenti, sempre utili e preziosi. Intanto, preparatevi all’incontro che si svolgerà nell’ambito di Olio Officina festival a Milano, il venerdì 3 febbraio. Partecipate numerosi. E scriveteci.Prenderemo in considerazione le vostre domande, questioni e richieste.

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L’immagine di copertina è una illustrazione di Angelo Ruta, apparsa sul volume di Luigi Caricato, Il racconto dell’olio

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