Economia

L’agricoltura pugliese si gioca ora tutte le sue carte puntando sul futuro

Dopo l’olivicoltura e la questione della Xylella, passiamo in rassegna il comparto lattiero-caseario, la filiera ortofrutticola, il settore vitivinicolo e cerealicolo, e, infine, i grandi temi più spinosi, dal Psr al lavoro dei giovani. Prosegue la nostra intervista a Donato Pentassuglia, assessore all’agricoltura della Regione Puglia: “Dobbiamo avere una visione dei prossimi 20-30 anni, con investimenti che dovranno partire dalla prossima programmazione”

Roberto De Petro

L’agricoltura pugliese si gioca ora tutte le sue carte puntando sul futuro

L’incontro con Donato Pentassuglia, neo assessore regionale all’agricoltura della Puglia, nominato ufficialmente dal presidente Emiliano il 19 novembre scorso, ci ha permesso di spaziare su molti temi e problematiche che riguardano l’agricoltura e l’agroalimentare, anche per il ruolo che lo stesso assessore ricopre di coordinatore della Conferenza delle Regioni.

Dopo l’Olivicoltura e la Xylella (ne abbiamo scritto proprio QUI, su Olio Officina, il 24 novembre scorso) abbiamo passato in rassegna con Pentassuglia alcune importanti produzioni dell’agricoltura e dell’agroalimentare.

INTERVISTA A DONATO PENTASSUGLIA

Assessore, nel comparto lattiero-caseario si era diffuso un allarmismo circa una riduzione del prezzo del latte, a causa dei costi di produzione calcolati da Ismea. 80mila mucche in Puglia firmano una produzione di qualità, oltre che di latte, anche di 17 formaggi e 3 Dop.

“La situazione nel comparto è molto critica e mi ha dato anche un bel po’ di problemi perché già da presidente della Commissione durante il primo lockdown avevo messo in campo un’azione con il dipartimento relativa al ristoro per gli allevatori e per i caseifici che ammassavano latte per produrre cagliata o formaggi duri.

Noi per i bandi previsti dal primo lockdown siamo pronti a pagare e stiamo correndo per rispettare la data di dicembre, ma quello che è avvenuto negli ultimi 15 giorni è molto grave perché molti caseifici per il blocco delle zone rosse e arancione hanno bloccato i pagamenti ed il ritiro del latte.

Quindi abbiamo da una parte chi continua a pagare il prezzo alla stalla pattuito e contrattualizzato e chi invece non lo sta rispettando e non lo sta ritirando.

Sto per convocare un tavolo latte, anche se non ho la potestà in tal senso, ma questo l’ho fatto per l’economia della regione, perché se la Puglia perde gli allevatori e gli allevamenti perdiamo le sentinelle del territorio, e questo non ce lo possiamo permettere. Questo è anche uno dei motivi per cui ho presentato al Ministero e alla Commissione Europea avendo io il coordinamento delle regioni, tre regioni mi hanno chiesto la deroga della Misura 21 cosa che questa regione nonostante le difficoltà garantirà entro dicembre, ma le tre regioni hanno chiesto la proroga almeno fino al 31 marzo.

Io approfitterò con la richiesta di proroga perché avendo anche le risorse proverò quello che l’Europa non ci ha consentito e cioè quello di mettere dentro tutto il settore lattiero-caseario nelle misure Covid, perché di fatto il Covid ha determinato questo ulteriore problema.

Per cui lavorando sul doppio binario: lo sblocco delle risorse fin qui messe a disposizione e la partita di oggi che è la misura 21 domani, proverò a parlare con loro per dire qui serve davvero lavorare gomito a gomito perché se produciamo come è vero un terzo del latte in che serve alla Puglia è vero la crisi ma due terzi del latte viene da fuori. Per carità ognuno può prendere il latte dove vuole, ma io devo garantire il latte pugliese e voglio che tutto il sistema della filiera garantisca il latte pugliese con un prodotto di qualità. Io non farò sconti e metterò in campo ogni azione utile per i controlli interni con l’Assessorato ed esterni con gli organismi deputati a farli, perché sulle tavole dei pugliesi, e non solo, arrivino prodotti di qualità realizzati con latte pugliese. Sono pronto a discutere qualora ci fossero particolari problemi per alcuni caseifici, ma sia chiaro che non possiamo far arrivare prodotto di scarsa qualità da fuori e lasciare il nostro latte, della ben nota qualità e caratteristiche organolettiche di eccellenza, per terra”.

Ma passiamo assessore all’ortofrutta, soprattutto uva da tavola. Quest’anno in calo la quantità ma di migliore qualità. Non mancano però i problemi alcuni anche gravi sia per i prezzi non più remunerativi relativi alla produzione e soprattutto il costo del lavoro non più sostenibile. Oltre al fatto che, nel periodo Covid, gli operatori della filiera ortofrutticola pugliese non hanno beneficiato dall’esonero né di contributi previdenziali ed assistenziali né di interventi economici a parziale ristoro delle loro perdite.

“Le parlo per questi giorni di insediamento: il tema è stato posto nella Conferenza delle Regioni, dove ho il coordinamento, e il ministero si è riservato di intervenire con alcuni provvedimenti già preparati e altri già pubblicati. Mi incontrerò a breve con il mondo dell’ortofrutta e con i tecnici valuterò per tutta una serie di problemi iniziando dalle royalty. Sul tema delle royalty c’è una novità: l’Antitrust ha aperto una procedura sulla denuncia partita da esportatori pugliesi e da un avvocato pugliese e che seguirò in maniera molto precisa e puntuale perché potrebbe avere un risvolto ed un riverbero assai importante seppur in una partita complessa quale può essere l’apertura dell’indagine dell’Antitrust. Potrebbe avere un impatto soprattutto sul prezzo e nei prossimi giorni, proverò innanzitutto a non perdere le risorse che sono state pubblicizzate nei giorni scorsi e lavorerò perché al 31 dicembre si possa portare il miglior risultato possibile nell’ambito di questi due mesi di attività.

Sono diverse le questioni come quella del danno da calamità che impatta pesantemente sulle produzioni ortofrutticole nonostante gli obblighi assicurativi rispetto al plafond dei danni che non viene mai risarcito.

Quindi sono partite complesse che vanno viste da diversi punti di vista. Di certo io ho già dato mandato al nostro Assessorato di essere presente sulle piattaforme internazionali che aiuti i nostri esportatori nel portare all’estero i nostri prodotti perché in questo periodo di pandemia che riguarda il mondo e non potendo avere le fiere all’estero e quindi non avere questi incontri, non basta essere sui siti ma di essere sulle piattaforme. Nel frattempo sto seguendo i nostri esportatori specialmente dell’uva da tavola: il presidente dell’Apeo Giacomo Suglia è venuto con me nei giorni scorsi al porto di Taranto per valutare tutti gli elementi per abbattere i costi di esportazione e di movimentazione. Stiamo lavorando con la piastra logistica nel porto di Taranto per vedere con tutto quello che lì è già pronto ed utilizzabile per le imprese”.

Il vino, assessore Pentassuglia, è un comparto che ha subito vistose perdite per il crollo delle attività di migliaia di bar, trattorie, ristoranti e pizzerie. Ci sono stati sgravi contributivi ed adottate misure per dare liquidità ai produttori e ridurre le giacenze di vini e di uve. Ma la situazione potrebbe peggiorare. Avete previsto interventi o supporti economici per alleviare questa situazione.

“Si, abbiamo già fatto il bando della Misura 21. Qui c’è un tema che riguarda le cantine: solo il 54-55% ha chiesto il supporto economico perché gli aiuti parlavano di giacenze al 31 dicembre scorso. Stiamo valutando se è per una scarsa pubblicizzazione o altro. Qui sono avvenuti interventi governativi sull’Ocm vino e sui vini di qualità. Questo è un settore particolarmente importante ed ha fatto investimenti importanti, e non a caso intendo riportare in auge quello che fin qui era stato accantonato: riprendere il concorso dei vini rosati, una grande opportunità per la nostra Puglia e per i nostri produttori.

Inoltre nell’ambito della Pac sto trattando con il governo nazionale la questione dei reimpianti. Proverò a portare in Puglia altri ettari da piantare a vigneto con i nostri vitigni autoctoni perché è la grande chance che si sono dati molti territori a rilanciare con il Primitivo e il Negroamaro in tutta l’area del Salento. La casa del Salento per me è Lecce, Brindisi e Taranto con tutte le loro peculiarità e con un territorio che si incunea naturalmente nell’ambito delle stesse province che è quello Sava, Manduria, Avetrana, San Marzano ma che va fino Cellino e che scende in tutto il leccese. E la stessa cosa nell’ambito di Foggia con il Gargano fino a Gioia del Colle con quel vitigno storico del primitivo.

Noi abbiamo questa grande opportunità che è data da una grande capacità di investimenti frutto dei patti agricoli, forse qualcosa va rivisto e questo per me è importante perché si sta discutendo delle prossime anticipazioni delle due annualità della programmazione futura. Insedierò il prima possibile un gruppo di lavoro perché la prossima programmazione non parli più di temi generali e generici ma vada nello specifico a fortificare l’azione fin qui fatta perché non vorrei che abbiamo fatto grandi investimenti e poi la Xylella ha precipitato i frantoi li ha fatti chiudere e fallire e domani, per un problema qualsiasi, esempio una saturazione di mercato o un mercato che non tira, rischiamo di avere seri problemi anche per il vino. Dobbiamo avere una visione dei prossimi 20/30 anni con investimenti che dovranno partire dalla prossima programmazione”.

Passiamo al grano: dopo un calo della produzione del 20% c’è stato il rischio sventato di una riduzione del prezzo. Rimane però il “problema” delle importazioni del grano dall’estero che aumenta in modo considerevole. Dal Canada quest’anno oltre il 90%.

“Questa è una partita molto complicata e l’unica cosa che dobbiamo fare è non prenderci in giro. 100% va bene. Ma quanto produciamo. Oggi ci sono delle belle esperienze di nicchia di grani sperimentali certificati di imprese che hanno lavorato con il sistema universitario a migliorare le qualità ed aumentare le produzioni. Ci sono numerosi casi. Sono lodevoli le iniziative dalla produzione, molitura e trasformazione, ma sono nicchie di mercato. Avrò degli incontri con le associazioni agricole ed il partenariato nel suo complesso e con gli attori istituzionali della partita per un confronto su questo tema che sarà vero e coerente sulle politiche di questo campo che vanno sviluppate ripeto non solo in agricoltura ma in tutta la filiera, quindi l’industria agroalimentare che impatta sulle produzioni soprattutto per le importazioni. Non son quanto ne recupereremo, certo noi dobbiamo fare ogni sforzo perché quelle misure siano propedeutiche a indurre l’agricoltore ad investire ecco perché chiedo il principio a tutti quanti che, fatte le regole definite tra di noi, ognuno le rispetti e si vada tutti insieme avanti, perché se cominciamo ai ricorsi e controricorsi, tira e molla, rallentiamo un sistema con progetti che dopo 3, 4 anni diventano economicamente difficili da realizzare e non ce lo possiamo permettere.

Qui impattano molte situazioni che vanno da quella aziendale a quella del rapporto con le banche, dalla bancabilità di un progetto a quella dell’erogazione degli aiuti che può fare il mio assessorato ma che può fare lo Sviluppo economico nell’intreccio con i codici ateco. Quelle sono disquisizioni di carattere tecnico che mi appassionano poco, mettiamo i tecnici a lavorare e troviamo le soluzioni. Mentre dobbiamo trovare una quadra per provare a recuperare dove c’è da recuperare il tempo perso, ma dobbiamo guardare avanti sapendo che qui bisogna competere con la globalizzazione con altri mondi dove il prezzo, su quelle situazioni, devono essere governati nella complessità, Certo, come per il prezzo del latte anche per il prezzo del grano non ci possiamo sostituire ad altri, ma tutte quelle azioni che possiamo fare propedeutiche a garantire un sistema competitivo le dobbiamo fare. Ho parlato al Ministero e la Commissione Europea: c’è un tema che dovremmo rivedere da subito tutti insieme convintamente e non appassionatamente, è quello degli aiuti perché quando fai un’azione del genere per garantire il sistema dell’agricoltura allevatoriale o delle imprese sul territorio che ti governano da paladini il territorio quello vero, e poi impatti con regolamenti comunitari che sono aiuti di stato, vanno ad impattare sul de minimiso vanno ad impattare su una norma qualsiasi, c’è un appesantimento del procedimento che diventa troppo farraginoso e per un imprenditore che deve investire queste cose sono delle zavorre, sono lacci e lacciuoli che la burocrazia europea nazionale e regionale deve trovare una sintesi di snellimento.

Assessore, per ovvi motivi dobbiamo parlare dei PSR. Dopo denunce, tribunali, annullamenti di bandi e di altro ancora, attualmente come stanno le cose anche alla luce del fatto che sono tornati indietro alla UE, come si dice, parecchi milioni di euro della Puglia perché non utilizzati.

“Guardi da qualche giorno abbiamo sbloccato la Misura dei Giovani 6.1 perché, rispettosi delle sentenze del TAR procediamo convintamente, anche perché chi si sente leso potrà continuare e definire il giudizio quando vorrà, secondo il nostro ordinamento.

Entro qualche giorno sblocchiamo la Misura 4.1 nonostante le vicende giudiziarie che l’hanno accompagnata oltre alle questioni giuridiche. Stiamo ricostituendo l’attività e ricostruendo anche la graduatoria in applicazione della sentenza. Partiamo, ed è mia intenzione recuperare tutte le risorse, abbiamo le prime rinunce certificate su quei bandi, tutte le risorse residuali o le anticipazioni, non voglio fare ulteriori bandi ma voglio metterle a scorrimento proprio su quelle persone che hanno fatto investimenti e che stanno aspettando o stanno aspettando per investire per recuperare un rapporto vero e coerente con l’azione. Parallelamente, una delle schede del Recovery Fund è stata data proprio alla digitalizzazione e all’innovazione: è improponibile far girare fascicoli e carte che ognuno legge autonomamente e invece, per un principio di trasparenza, un principio di velocizzazione e sburocratizzazione quello che deve leggere l’Assessorato deve leggere contemporaneamente Agea, il Ministero, Bruxelles, il Tecnico dell’azienda e l’Azienda stessa perché dobbiamo lavorare su una piattaforma unica e su un fascicolo unico.

Per concludere questo incontro assessore mi permetta di fare riferimento, anche come auspicio, al lavoro dei giovani in agricoltura in Puglia. Pare ci sa una svolta green nelle campagne. Oltre che tramandata di padre in figlio, c’è anche l’arrivo di giovani provenienti da altri settori o da altre esperienze.

“Io dovevo partire dalla misura 4.1 degli investimenti, ma sono partito dai giovani perché è un segnale chiaro ed inequivoco che ho voluto dare. Ci sono tanti giovani che si sono candidati ad un bando che non è stato mai impugnato da nessuno, ma è stato bloccato da altri problemi. Io a loro voglio dare fiducia perché loro hanno chiesto fiducia partecipando al bando. Molti di loro sono laureati, molti hanno fatto esperienze, molti sono delle startup, molti di quei giovani sono delle innovazioni nel mondo dell’agricoltura e dell’agroalimentare. E allora noi abbiamo tanta qualità di giovani unita a tanto bel paesaggio e li dobbiamo far viaggiare assieme. Quindi parto da loro e su loro voglio investire anche qualsiasi risorsa vada a scorrimento perché vorrei dare l’opportunità a tutti di giocarsi la partita”.

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