Economia

L’approccio multidisciplinare

Intorno al grande maestro Manlio Rossi-Doria vi erano tanti giovani che si sono spesi per l’agricoltura, come nel caso dell’economista Giuseppe Orlando, il quale era solito girare continuamente nelle campagne e interagire con i contadini. Sono in pochi ad aver avuto una spiccata sensibilità nel guardare ai temi reali dell'agricoltura. Oggi chi propone, decide e gestisce le politiche agricole non gira quasi mai per i campi

Alfonso Pascale

L’approccio multidisciplinare

Giuseppe Orlando è stato docente di Economia agraria presso l’Università di Ancona e tra i principali esperti e teorici della programmazione agricola nel secondo Dopoguerra. Laureato in Giurisprudenza, aveva militato nel Partito d’Azione e, giovanissimo, era stato chiamato a collaborare ai lavori della Costituente da Manlio Rossi-Doria, che presiedeva la sottocommissione agricoltura. Nel 1976 venne eletto deputato per una legislatura in qualità di indipendente nelle liste del Pci.

Quando insegnava nelle Marche, era solito girare continuamente nelle campagne per analizzare il territorio agricolo e si trovava spesso di fronte a dei contadini. Nella maggior parte dei casi erano mezzadri che, come è noto, erano persone molto acute. Con essi Orlando riusciva rapidamente ad entrare in comunicazione.

Alessandro Bartola, che era un suo allievo e lo accompagnava nelle campagne, raccontava un episodio che vale la pena riprendere. Una volta Orlando tentò di convincere un mezzadro dell’idea che l’età migliore di macellazione dei capi di razza marchigiana doveva essere compresa fra i 16 e i 18 mesi. Con un’argomentazione “terra-terra”, come lui era capace di fare, cercava di persuaderlo che non conveniva continuare ad allevare il capo di bestiame per altri tre o quattro mesi. Gli diceva che in effetti, come dimostravano i suoi studi nella Facoltà di Economia e Commercio, dopo i 18 mesi la quantità di foraggio che serviva per l’alimentazione non era compensata dall’aumento di ricavi che da questo foraggio si otteneva.

In realtà, quelle analisi il mezzadro se le aveva già fatte per conto suo. Non conosceva le derivate, ma certamente i calcoli li sapeva fare. E così gli rispose tra lo stupore di tutti: “Professore, va bene, però io ho l’impressione che chi è che non capisce l’economia qui non sono io, ma è il macellaio! Al macellaio bisogna andare a dire queste cose, lui fino a che il toro non pesa 6 quintali – 6 quintali e mezzo, cioè non arriva a 22 o 24 mesi, non me lo prende. Quindi bisognerebbe che questo discorso fosse fatto a lui, perché io l’ho capito già da tanto tempo e non c’è più bisogno che qualcuno me lo venga ancora a chiarire”.

Un episodio significativo che dimostra l’importanza di affrontare i problemi dell’agricoltura sempre con un approccio intersettoriale e multidisciplinare. Così si comprendono bene gli interessi in gioco, i modi di pensare dei diversi attori e si possono trovare meglio le soluzioni. Orlando, Rossi-Doria, Marselli, Barbero, Medici, Marcora e pochi altri hanno avuto questa sensibilità nel guardare ai temi dell’agricoltura. Oggi chi propone, decide e gestisce le politiche agricole non gira quasi mai per le campagne.

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Il dipinto in apertura è di Achille Vianelli (1803 – 1894), “Campagna del Sannio”, Musée des Arts, Anger

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