Economia

L’etica del fare

In una Italia senza più riferimenti, con una olivicoltura che non vuole modernizzarsi, adeguando i criteri di coltivazione, c’è chi scommette sul futuro e guarda in avanti con la consapevolezza di aver fatto il proprio dovere. La scommessa della famiglia Manca, di Olio San Giuliano, ad Alghero è la prova evidente che il cambiamento si può mettere in atto partendo da se stessi, non aspettando che qualcuno ci tenda la mano

Luigi Caricato

L’etica del fare

“Sono settimane molto impegnative: nuovi ulivi e nuovi ettari di terreno di cui prenderci cura, con tutta la nostra attenzione e passione, certi di essere presto ricambiati da questa Terra generosa e forte!”

Così Pasquale Manca sul proprio profilo facebook, in una serie di foto che lo ritraggono insieme al padre Domenico, entrambi anima propulsiva del noto e prestigioso marchio Olio San Giuliano.

Nella foto di apertura potete vedere, in piedi e un po’ ricurvo, intento a preparare il terreno, il padre Domenico, e, alla sua destra, orgoglioso e sorridente, il figlio Pasquale Manca. È una foto che ha più di un significato simbolico e celebrativo. È storia. Senza esagerare, possiamo dire che si tratta della viva testimonianza di un Paese che alle lamentazioni preferisce controbattere con i fatti più che con le parole. È l’etica del fare, se proprio vogliamo essere più precisi.

Ho scritto orgoglio, per indicare lo stato emotivo di Pasquale Manca. Aggiungo anche grande fatica, coraggio e determinazione. Quando il 26 novembre 2016 scelsi proprio Alghero per Olio Officina Anteprima, è stato per compiere un gesto di amicizia e sostegno all’iniziativa che di lì a breve doveva caratterizzare il nuovo corso dell’azienda di Domenico Manca. Piantare nuovi olivi, non accontentarsi di quanto già presente sulla scena, andare oltre, investire, crederci. Per chi voglia rileggere quanto scritto allora, potete cliccare sul titolo dell’articolo: Ad Alghero l’olivicoltura del futuro.

Presentai la scommessa di Domenico e Pasquale Manca, di San Giuliano, come qualcosa di eccezionale, cosa che effettivamente è, in un Paese che non crede più nella propria olivicoltura. Padre e figlio, sono – concretamente – tra i protagonisti più determinati e convinti del rilancio olivicolo in Italia. Il loro obiettivo è piantare oltre 500 ettari, anche se il loro sogno è di raggiungere quota 1000. L’olio manca, d’altra parte: l’Italia, fortemente deficitaria com’è di materia prima, ne ha gran bisogno. Ed ecco gli impianti olivetati, ogni anno olivi sempre da piantare, senza sosta, con grande fame di progresso. Per colmare le lacune di olio occorre produrlo e i Manca fanno la propria parte. A poco serve dire made in Italy made in Italy, come una litania, quasi fosse una parola magica, se poi non si produce la materia prima di cui si ha necessità. Olio Officina Anteprima 2016, era nel nome di Fratello Olivo.

Basta olivicoltura geriatrica. Ci vuole rinnovamento. Scrissi all’indomani dell’evento ad Alghero: Senza olivi non c’è futuro. Potete leggere le mie considerazioni QUI.

Non furono parole vane, ci sono i fatti a dimostrarlo.

Mi scrive su WhatsApp Pasquale, lo scorso 20 settembre: “Ecco le foto di quanto arrivato oggi. 48.200 nuove piantine di olivo. Già piantate 102.626 nell’oliveto esistente. L’intervento si estende, con quanto arrivato oggi, a 150 ettari. Il prossimo intervento riguarderà altri 80 ettari. Al momento i tempi sono in linea con quanto pianificato, ovvero 500 ettari entro il 2023. Ad maiora!

Non parole, ma fatti, dunque. Ovvero: l’etica del fare. Proprio così.

“Nella Nurra 170 mila ulivi per guardare al futuro”, titola un articolo di Gianni Olandi. Per il quotidiano La Nuova Sardegna. “Il progetto della famiglia Manca – si legge – ha già ottenuto riconoscimenti internazionali”. Fano eco altri giornali dell’isola. Non so se i giornali nazionali ne abbiano scritto, ma l’iniziativa dei Manca è inconsueta e fa notizia, sempre ammesso che vi siano testate giornalistiche attente a cogliere le notizie anziché perdersi in vuoti slogan senza futuro per l’olivicoltura del Paese.

Ed ecco, invece, alcune foto di terreno in cui si pianteranno altre nuove piantine.

Come chiudere questo omaggio doveroso alla famiglia Manca? Con le parole di Pasquale, che accompagnano una foto emblematica che così commenta: “Un’immagine simbolica che rappresenta, più di tante parole, la storia passata, presente e futura di una impresa familiare“.

Tre generazioni, e il sogno di una olivicoltura italiana che per fortuna prosegue.

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