Economia

L’olio ai tempi di Internet

Non ci si può rinchiudere in asettiche stanze prima di procedere con il rito della "sniffata". Continuare la vecchia strada dell'assaggio per parlare di olio rischia di farlo diventare vecchio prima che diventi finalmente grande. Occorre cambiare la comunicazione

Angela Canale

L’olio ai tempi di Internet

Ho un figlio di 14 anni e a volte riesco ad aver un dialogo di immediata intesa chattando messaggi sul web, piuttosto che fare predigozzi da mamma a figlio. Forse non ha torto! Di sicuro è che il modo di comunicare è cambiato. L’innesco è avvenuto e temo che non si torni più indietro. Ma perchè rinunciare comunque alle emozioni? Occorre soltanto cambiare linguaggio.

Un clic oggi è più immediato e meno noioso, arriva ai giovani, quelli che il mondo lo stanno conoscendo ora. Quelli che forse non sentiranno mai quelle voci in grado di raccontargli… io una volta….e allora siamo noi a dover arrivare ai loro cuori. Fare questo con un clic non è impossibile… questo ho provato a raccontarlo al pubblico di Olio Officina Food Festival.

In 15 minuti, anche se troppi, ho raccontato 40 giorni di feste dell’olio fatte in Umbria con i blogger, ragazzi giovani che parlavano a piattaforme di varie tipologie di età e di provenienze e hanno raccontato in diretta, come un tam tam, tutte le sensazioni che gli abbiamo fatto provare!

Continuare la vecchia strada dell’assaggio per parlare di olio rischia di farlo diventare vecchio prima che diventi finalmente grande! Occorre cambiare la comunicazione!
Anonimi bicchierini impolverati hanno forse fatto la loro storia e anche quella di molti assaggiatori. Scaldate, annusate, mettetene in bocca una piccola quantità, sentite il fruttato? E l’amaro e il piccante? Aiutoooooo si salvi chi può! L’olio, vi assicuro, è molto di più!
È la storia di tante famiglie, di città nate intorno agli olivi, di oliveti nati intorno alle città, di ricette, di tronchi che nel corso degli anni hanno assunto dimensioni umane, di nuovi impianti fatti da aziende che credono nel futuro, è la storia di tutto quello che fino a 50 anni fa rendeva ricca e sicura una famiglia e che oggi rende ricco e sicuro chi lo consuma. Questa è la nostra agricoltura che ha avuto basi solide su cui costruirsi e ora che ce ne sarebbe ancora più bisogno la stiamo abbandonando…

Mentre mi muovo nel corridoio del chiostro di palazzo delle Stelline, noto un luminescente angolo bar, no, è l’angolo olio che Marcello Scoccia e i suoi ragazzi hanno ideato e con un clic, su un monitor, viaggio attraverso il mondo dell’olio alla scoperta di varietà e tipologie di oli e di aziende, che conosco provando quel famoso assaggio reso accattivante e illuminante anche da due giovani ragazzi che me ne parlano con gli occhi carichi di quel giusto entusiasmo, è cambiata la comunicazione finalmente!

Non più solo chef ma casalinghe uscite di casa e pronte a raccontare storie e ricette segrete, quelle di tutti i giorni che trasformano economici pasti in alta cucina, e a guidarle è un vulcano che si chiama Maria Elena Curzio, bionda, pigmalionica e riconoscibile dalla gioiosa risata e dal gradevole accento napoletano, è proprio come l’avevo conosciuta su facebook!
Il clik non mi aveva tradito!

Ne incontro un altro di vulcano in piena attività, alla guida di un ricco gruppo di donne, è Gabriella Standsfield, anche a lei il sorriso e la grinta non mancano e l’accento questa volta è garbatamente toscano. Si capisce subito che non si ferma mai, ma vorrebbe fare di più. Trascinare un folto gruppo di signore in avventure oleicole! Sono le “Donne dell’olio”. A sentire questo nome penso subito a quante aziende olivicole, grazie a loro, siano state recuperate e sottratte all’abbandono, grazie alla loro caparbietà, quella che solo le donne hanno. Sono sicura che se quando fanno la spesa cercano di fare economia, nel ristrutturare i vecchi o nuovi oliveti non hanno badato a spese. Dirette verso l’obiettivo.

Vedo solo vanificare le forze quando si vogliono far parlare decine di bottiglie schierate come soldatini prive di quel movimento che le porti nel cuore della gente. La forza comunicativa è quella che sprigiona Gabriella, che mentre parla di olio munita di microfono prende una pausa per impartire compiti a chi rimasto a casa continua nel lavoro aziendale di tutti i giorni. Qualcuna la sento lamentarsi per scelte tecniche sbagliate, ma non ci si può perdere per gli errori, strada obbligata per chi vuole crescere!

Incontro Alessandra e Rita, anche loro due vulcani con un sorriso rassicurante, come quello che si fa alle amiche di sempre! L’accento è armonicamente e familiarmente calabrese. Due imprenditrici olivicole con voglia, passione ma soprattutto responsabilità. Quella responsabilità che la famiglia ti lascia in eredità insieme all’azienda e a volte la porti come un peso del quale non potrai mai disfarti: essa è il passato, il presente e se sarai brava e forte anche il futuro.
Ecco, è qui che la nuova comunicazione deve, con intuitiva missione, riuscire a trasmettere al mondo il ruolo che l’agricoltura sta svolgendo per l’umanità. Farlo con l’olivo e con l’olio sarà più facile che con un grappolo di uva e una vigna, direi che questo è quasi intuitivo.

Non ci si può rinchiudere in asettiche stanze, ponendo davanti a novelli assaggiatori novelli oli in luccicanti bicchierini blu, da scaldare accuratamente prima di procedere con il rito della “sniffata”. Magari rischiamo di perdere i nuovi cultori dell’olio prima di trovarli! Sicuramente stiamo dando, a chi vuole demolire il validissimo lavoro fatto dai Panel, elementi per mettere in discussione il loro valoroso e volenteroso lavoro di volontariato svolto in questo ventennio.
Non possiamo riportare nelle piazze quello che molto professionalmente viene svolto nelle sedute panel quando è in gioco la categoria di un olio!

Nel piatto degli argomenti Luigi ha messo anche corsi, concorsi e panel!
Come perdere questa occasione per esternare malcontenti, dubbi e suggerimenti che sono giunti immancabilmente da tutte le parti?
Liberi tutti di fare concorsi a proprie spese, ma quando si tratta di quelli che vivono di aiuti ministeriali, giunti oggi a valorizzare molto di più chi ne detiene il potere piuttosto che l’olio stesso, mi domando perchè non si usano questi soldi per tenere allenati e tarati i panel?
Per i corsi mi sembra chiaro e finalmente normato che per quelli volti alla formazione di potenziali assaggiatori professionisti, questi possono essere svolti esclusivamente da capi panel a capo di un panel riconosciuto e operante! Mi è sembrato di cogliere il dubbio di qualcuno sulla capacità didattica e sul regolare svolgimento di un corso, ma per fortuna anche questo è normato e controllato!

Vogliamo parlare della nuova scheda del COI? Lascia dubbi e sconcerto. Ma comunque non era presente l’interlocutore, il rappresentante del COI era ripartito il giorno prima!

Ad accompagnarmi c’erano quattro nuove simpatiche amiche: Gabriella, Paola, Laura e Mariangela; le allieve di un corso di assaggio appena svolto! I corsi servono anche a produrre nuove amicizie, vi pare poco?
Mio nonno mi ha insegnato ad amare l’olivo e l’olio attraverso i suoi racconti, ritengo sia stato un grande comunicatore del settore, forse oggi qualcuno vorrebbe farlo tacere per lasciare spazio soltanto a pochi esperti? Io ritengo che “c’è spazio per tutti” e non è solo il titolo di un bellissimo libro di geometria! È l’opportunità che abbiamo tutti di scegliere….qualche volta anche i nostri maestri.
Dice un proverbio: quando torni da un viaggio porta con te sempre qualcosa! Io da Milano ho portato con me tanti sorrisi di amici vecchi e nuovi, una valanga di idee e la voglia di esserci nuovamente il prossimo anno! Qualcosina l’ho buttata fuori dal finestrino del treno, ma non mi ha visto nessuno!

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