Economia

L’olivagione 2015 in Sardegna

Il punto, zona per zona, sulla oramai prossima raccolta delle olive. Tante buone speranze, all’inizio, ma poi, una evidente situazione di stress delle piante ha in parte causato una alterazione del normale processo di maturazione delle drupe. I risultati attesi non ci saranno, ma sarà in ogni caso una campagna di media carica, soprattutto per via delle performance del centro-nord

Giovanni Bandino

L’olivagione 2015 in Sardegna

La campagna di raccolta, ormai prossima, seppure apparentemente lasciasse ben sperare durante le iniziali fasi di fioritura e allegagione, sembra non poter assicurare i risultati attesi e consentire di classificarla a pieno titolo come “annata di carica”; come spesso succede sono evidenti differenziazioni produttive tra le diverse aree olivicole dell’Isola.

Complessivamente i diversi areali e le diverse varietà che li caratterizzano, salvo qualche eccezione, hanno fatto registrare una abbondante fioritura e una altrettanto generalizzata copiosa allegagione. I limitati attacchi della generazione antofaga della tignola sono stati adeguatamente controllati e, in molti casi il basso livello di infestazione ha suggerito di non intervenire.

Tutta l’Isola è stata caratterizzata da mesi di prolungata siccità ed elevatissime temperature; circostanze che, se da un lato hanno favorito una bassa presenza di popolazione della mosca olearia e, comunque, dalla presenza di punture sterili, dall’altro hanno determinato una evidente situazione di stress delle piante che, in parte, ha causato una alterazione del normale processo di maturazione delle drupe.

Solo nell’ultimo periodo, in coincidenza con l’abbassamento delle temperature e con qualche limitato piovasco, si è registrata una recrudescenza degli attacchi di mosca che, nella generalità dei casi, sono stati adeguatamente controllati con gli opportuni trattamenti fitoiatrici.

Vi è da dire, peraltro, che buona parte delle aree può usufruire di un servizio di monitoraggio della mosca assicurato dai tecnici dell’Agenzia regionale LAORE che, a seguito del superamento di predefinite soglie di cattura del dittero in questione, effettuate con apposite trappole cromotropiche, inviano, agli aderenti al circuito di messaggistica, appositi sintetici SMS verso la telefonia mobile, contenenti informazioni relative alle infestazioni e agli eventuali trattamenti da eseguire al superamento delle “soglie d’intervento”.

Mettiamo ora a fuoco, più nel dettaglio, le diverse aree.

Nel cagliaritano, il Parteolla, da sempre caratterizzato come uno dei più importanti centri, la cui produzione alimenta anche una significativa rete di impianti per la trasformazione per la tavola, evidenzia una produzione a macchia di leopardo, ma tendente comunque verso una produzione medio–bassa, con presenza di oliveti con carica relativamente abbondante mentre la maggior parte evidenziano un livello produttivo molto basso, simile a quanto accaduto nella campagna 2013-2014.
Ciò è particolarmente significativo per la produzione di olive da mensa, di cui si avrà un notevolissimo calo. La differenza, come in tutti i casi analoghi, è determinata dalla possibilità di utilizzare l’irrigazione quantomeno con interventi di soccorso.

Sempre nella parte meridionale dell’Isola, il Sulcis-Iglesiente evidenzia una produzione bassa, quasi di scarica, mentre nell’area di Gonnos -Villacidro si possono registrare alcune interessanti produzioni negli areali di pianura e mentre in quelli collinari, anche a causa della forte siccità, la produzione attesa è di livello di media carica, pur con variabilità territoriali assai marcate, anche in dipendenza delle diverse varietà presenti.

Particolare è invece l’areale di Gergei-Escolca, Alta Marmilla e Sarcidano, in cui le piante presentavano generalmente una carica assai interessante, ma che è stata fortemente compromessa da nefasti eventi meteorologici con trombe d’aria di forte intensità di fine estate, che hanno compresso quasi totalmente la produzione e originando una perdita di prodotto stimabile per il 90 per cento, con abbattimento anche di alberi secolari e numerosissimi sbrancamenti delle piante.

Il centro Sardegna, aree del Montiferru e Oristanese evidenziano invece una produzione assai importante, anche per una prevalenza di cultivar notoriamente generose, come Bosana e Semidana, per cui, pur non manifestandosi l’annata come piena carica, le produzioni attese sono di tutto rilievo e consentiranno anche una buona operatività dei locali frantoi.

Il Nuorese, aree particolarmente vocate di Dorgali, Oliena, Orosei evidenziano un livello produttivo leggermente superiore all’anno scorso, in cui l’annata fu comunque di media carica. Qualche sporadica pioggia estiva ha attenuato il dominante caldo torrido che ha caratterizzato la stagione estiva evitando alle piante un forte stato di carenza idrica e un processo di inolizione più regolare e, mediamente, una pezzatura dei frutti più elevata rispetto alla precedente campagna.

Nel Sassarese, Alghero, Ittiri, Sorso, Sennori e lo stesso circondario di Sassari fanno attendere una produzione decisamente importante, che supplirà certamente alle più limitate produzioni di altri areali isolani, in quanto similmente alla scorsa annata, il nord Sardegna ha le specificità varietali e territoriali per dare impulso a un trend positivo per ottenere adeguate quantità di olive e olio, e sicuramente si caratterizzerà come il territorio a maggiore produttività regionale.

In conclusione ci si può attendere:

– una campagna di media carica con una ipotizzabile produzione complessiva di olive oscillante tra 500.000 e 600.000 quintali e una produzione di olio compresa tra 80.000 e 100.000 quintali, a seconda delle rese territoriali e temporali.

– dalle situazioni climatiche verificatesi, la qualità dell’olio sembrerebbe mediamente molto buonaraggiungendo in diversi areali livelli di eccellenza; in qualche specifica micro area che non ha adeguatamente controllato gli attacchi tardivi di Mosca olearia e nei casi di produzioni derivate da oliveti che hanno subito forti stress idrici potrà emergere, in maniera più o meno marcata,particolari sentori, legati a dette condizione.

In conclusione, la Sardegna, in controtendenza rispetto al dato complessivo del resto d’Italia, nella passata campagna ha fatto registrare un aumento produttivo pari ad oltre il 180% di quanto realizzato nel 2013/2014. La produzione si è assestata infatti su una produzione di circa 460.000 q di olive e quasi 70.000 q di olio. Si prevede pertanto di poter superare in questa annata tali risultati, soprattutto per la buona produzione attesa nel centro-nord Sardegna.

La foto di apertura racconta la raccolta delle olive nei poderi della famiglia Manca di Alghero

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