Economia

La bottiglia più adatta

Come scegliere il contenitore per confezionare al meglio l'olio extra vergine di oliva. La qualità degli oli oggi è cambiata sensibilmente. Si è lavorato molto in tal senso. Adesso, rispetto a un passato anche recente, si inizia a comprendere che anche la veste esterna è importante. L’abbigliaggio, si sa, deve essere adeguato alla qualità del contenuto. Partiamo dunque dal vetro. Per non sbagliare. Intervista ad Alessandro Pantaleo e Rosanna Vilardi, di Panvetri

Luigi Caricato

La bottiglia più adatta

La scelta di una bottiglia per l’olio non può essere lasciata al caso. Per questo abbiamo sentito i pugliesi Alessandro Pantaleo e Rosanna Vilardi, di Panvetri. Se occorre dare valore all’olio di qualità prodotto, è bene partire anche da una buona veste e da una altrettanto buona e appropriata funzionalità dei contenitori, con la certezza che l’investimento fatto sia davvero pienamente efficace.

Cosa è cambiato rispetto ad alcuni anni fa? Le solite marasche un tempo venivano percepite come qualcosa di nuovo, ma ora sono ormai sorpassate. Lo scenario è di gran lunga differente. Quali sono le novità più evidenti e cosa suggerisce alle aziende?

In effetti oggi un olio di qualità riesce a farsi notare nella moltitudine delle proposte se ha una immagine non omologata. D’altro canto lo stesso consumatore si è abituato ad acquistare oli extra vergini in bottiglie di forma particolare, un po’ come siamo soliti fare da sempre per i liquori. Il consiglio che mi sento di dare agli imbottigliatori è di osare, così come ad esempio da sempre sono abituati a fare i produttori di grappe o di altri distillati.

Quando si confeziona, occorre tener conto dell’impatto estetico, oltre che degli aspetti più propriamente funzionali. È fondamentale la capacità di conservare al meglio l’olio, affinché non si ossidi, ma poi vi è anche la necessità di disporre di bottiglie ergonomiche, che si prestino pure a un impiego facile. C’è spazio per ideare nuove bottiglie?

Noi italiani siamo famosi, anche nel panorama vetrario, per inventiva. Inoltre le vetrerie italiane, uniche al mondo, si cimentano anche nelle produzioni di quantitativi ridotti, proprio per poter offrire una immagine unica a un prodotto che voglia emergere. Chiunque può far realizzare la sua idea, fosse anche per poche decine di migliaia di pezzi: cosa impensabile in un qualsiasi altro paese del mondo.

Dalla bottiglia in vetro chiaro si è passati a quella in vetro scuro, verde, e ora qualcuno inizia già a utilizzare il vetro blu. Quanto conta il gradimento dei consumatori in queste scelte?

Ormai il cliente è cresciuto e ha compreso che un olio di qualità va preservato con una bottiglia più scura possibile. Oggi la nuova frontiera è costituita dalla possibilità di fare verniciare le bottiglie in vetro in un qualsiasi colore, a costi ragionevoli e anche per quantità ridotte, in modo tale che il consumatore venga attratto da un’immagine inconsueta e – al tempo stesso – si possa preservare il contenuto dall’esposizione alla luce.

Esiste tecnicamente una soluzione che valorizzi la vista del colore dell’olio e nel medesimo tempo protegga l’olio dagli insulti della luce?

Purtroppo no, dobbiamo accettare l’idea che un olio di qualità si debba acquistare ad occhi chiusi…

Cosa consiglierebbe a una impresa olearia, di fronte alla scelta di nuove bottiglie?

Oggi in Italia la gamma di nuove bottiglie per olio è sempre crescente. Consiglio di scegliere forme lineari, semplici da etichettare, che il consumatore possa impugnare facilmente, stabili sulla tavola della propria abitazione cosi come in quella di un ristorante.

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