Economia

La classifica dei controlli

Anche se su tutto il resto è fanalino di coda, l'Italia può vantare tuttavia un grande primato, che sbandiera ad ogni occasione. Si tratta della leadership europea nel campo dei controlli della filiera agroalimentare. È un vanto di cui sono orgogliose tutte le Istituzioni coinvolte. Nel 2017 sono stati effettuati ben 170 mila controlli, con oltre 150 milioni di euro di sequestri e più di 10 mila sanzioni.

Olio Officina

La classifica dei controlli

È ormai qualcosa di consolidato. Le Istituzioni italiane concludono poco sul fronte della promozione e valorizzazione delle proprie risorse, sprecando ingenti somme di danaro, ma almeno su un punto il successo è garantito. Sul piano dei controlli. Non è un caso che il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha espresso tale punto di forza, mettendolo in giusta evidenza. Nel corso dell’anno 2017, in ragione delle operazioni degli organismi di controllo collegati al Ministero agricolo, quindi l’Ispettorato repressione frodi (ICQRF), i Carabinieri del Comando Unità tutela forestale ambientale e agroalimentare e del Nuclei Antifrodi (NAC), nonché le Capitanerie di Porto – Guardia Costiera hanno effettuato complessivamente ben 170 mila controlli nelle filiere agroalimentari italiane. I risultati sono stati lusinghieri, con un valore complessivo di oltre 150 milioni di euro di sequestri e ben più di 10 mila sanzioni comminate. Un vero successo.

Sia ben chiaro, è importante che avvengano i controlli, e che siano anche severi, ciò che non si ha il coraggio di evidenziare, è che l’Italia subisca un sovraccarico irrazionale di controlli non coordinati tra loro, con grave danno economico per le imprese che si vedono sottoposte a verifiche, pur giuste, in maniera esasperante, con una notevole perdita di tempo, e gravi disagi che nessuno ha il coraggio di denunciare per paura di ritorsioni. Se i controlli dovessero essere effettuati da un unico organismo, come sarebbe auspicabile, i vantaggi per tutti sarebbero notevoli, ma non è così. Perché altri organismi di controllo sono in azione, e in maniera del tutto irrazionale, senza un coordinamento e molto spesso con soggetti non in grado di conoscere la materia, per impreparazione e a volte anche negligenza. In totale sono almeno nove gli organismi di controllo, ma ve ne sono molti altri a carattere regionale o provinciale, perché quello dei controlli è un vero business, in termini sia di immagine, sia di introiti economici per lo Stato o per gli enti.

In un comunicato diffuso dal ministero per l’agricoltura, non c’è altro che la soddisfazione per i numeri, esibiti come medaglie al merito. Il ministro Martina dal canto suo esulta: “Con questi numeri confermiamo la nostra leadership a livello europeo nel campo dei controlli della filiera agroalimentare per una maggiore tutela del consumatore e delle imprese in regola. Quest’anno abbiamo registrato un incremento di oltre il 6% rispetto allo scorso anno, quando si era già segnato un record delle ispezioni. Ringrazio le donne e gli uomini impegnati anche in queste ore di festa a garantire qualità e sicurezza dei prodotti che arrivano sulle tavole degli italiani. Il nostro impegno va avanti”.

Questa tendenza nel mettersi in mostra la troviamo non soltanto disdicevole, ma infelice, perché dimostra che si vive in un Paese incline all’imbroglio e alla corruzione. Non che i casi negativi manchino, per carità, siamo pur sempre il Paese delle mafie e degli intrallazzi, ma in questi auto elogi espressi dalle Istituzioni manca intanto la distinzione tra gli interventi effettuati in aziende sane – che possono anche commettere errori involontari, vista la giungla legislativa e la scarsa collaborazione tra controllati e controllori, ma che restano sostanzialmente sane – e i controlli effettuati in aziende per nulla sane, espressione diretta o indiretta di gruppi criminali. La sensazione è che la voce grossa la si faccia con le aziende sane, dove si va sul sicuro, trovando imprenditori collaborativi e intimoriti, e non invece in quelle aziende dove si ha la certezza assoluta della truffa. Per lo meno, questa è la sensazione, e si spera che la realtà sia differente.

Ciò che manca, è il coraggio di eliminare i tanti doppioni di organismi di controllo e di raggiungere l’obiettivo di creare un unico organismo, con soggetti preparati e aperto alla collaborazione con le aziende, non ideologicamente improntanti alla repressione. In sostanza, i troppi enti creano un clima di disagio e un oneroso danno alle imprese, le quali si sentono insicure per il fatto che molto spesso le leggi non vengano applicate ma interpretate volta per volta, con l’effetto quasi del lancio della monetina, per cui si può essere fortunati o non fortunati, in base ai soggetti che effettuano i controlli. Di questo però mai si parla, perché si preferisce esibire i muscoli e far sapere ai cittadini che le Istituzioni fanno il proprio dovere, e più si esibiscono i muscoli, facendo vedere dati alla mano i numeri di sequestri e sanzioni, più ci si sente di aver esercitato il proprio compito, ma a quale prezzo, con quali reali vantaggi?

Ecco allora i numeri. Peccato che le stesse Istituzioni si rivelino fallimentari nel costruire qualcosa di utile a tutti e che faccia crescere le aziende, aiutandole nelle loro operazioni e non complicandole.

Purtroppo è un Paese con Istituzioni non all’altezza dei propri compiti. La visione repressiva prevale su quella che punti invece a far migliorare le performance delle imprese e a renderle più competitive sui mercati. Già, perché con questa smania di reprimere, ci si dimentica che le aziende non devono essere viste come potenziali aziende da sanzionare, ma quali imprese che devono essere facilitate nella loro attività, e punire i veri contraffattori, i veri truffatori è un vantaggio per tutti. A poco serve esibire i muscoli, se poi si è fallimentari nella gestione dei controlli, prova ne è il clima di grande disagio che molte aziende vivono sulla propria pelle ogni giorno, nel timore di subire controlli e di essere giudicate per errori involontari e non sostanziali.

SCHEDA ATTIVITÀ OPERATIVA 2017 – I CONTROLLI

ICQRF 53.285

CARABINIERI COMANDO UNITA’ TUTELA FORESTALE AMBIENTALE E AGROALIMENTARE 7.646

CARABINIERI NAC 1.220

GUARDIA COSTIERA – CAPITANERIE DI PORTO 108.525

TOTALE 170.676

SCHEDA ATTIVITÀ OPERATIVA 2017 – LE SANZIONI

ICQRF 3.665

CARABINIERI COMANDO UNITA’ TUTELA FORESTALE AMBIENTALE E AGROALIMENTARE 910

CARABINIERI NAC 304

GUARDIA COSTIERA – CAPITANERIE DI PORTO 5.326

TOTALE 10.205

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