Economia

La ribalta della nocciola

Prende sempre più spazio la corolicoltura in Italia, tanto che lo scorso 10 dicembre sono stati organizzati diversi eventi dedicati a un frutto ormai di grande successo, assicurando un reddito soddisfacente ai coltivatori. A spingere in tale direzione sono soprattutto le industrie di trasformazione, oltre alle recenti scoperte clinico-chimiche sugli effetti salutistici della frutta a guscio. Anche l'industria cosmetica è interessata

Alessio Ortenzi

La ribalta della nocciola

Domenica 10 dicembre 2017 si è svolta la sesta “Giornata Nazionale” dedicata alla Nocciola Italiana. Un’iniziativa promossa dall’Associazione Nazionale Città della Nocciola (273 comuni soci) per divulgare la conoscenza di questo alimento e il suo corretto uso.

La corilicoltura sta vivendo una fase di particolare fortuna, spinta specialmente dalle industrie di trasformazione e dalle recenti scoperte clinico-chimiche sugli effetti salutistici della frutta a guscio. Infatti, dopo le mandorle, sono il frutto più ricco di vitamina E e sono una fonte di fitosteroli, una sostanza ritenuta importante per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Per queste motivazioni il mercato italiano già da alcuni anni è in continua ascesa creando importanti opportunità per i produttori.

Le piantagioni sono in espansione in diverse regioni e anche nella Tuscia stanno sorgendo nuove aree coltivate a nocciolo (il 27% di tutte le nocciole nazionali vengono dalla provincia di Viterbo). Oltretutto l’Italia è il più grande consumatore mondiale di nocciole, e la corilicoltura, si presta ad un mercato principalmente rivolto verso l’industria alimentare. Le nocciole alimentano la filiera alimentare, come la pasticceria industriale, l’industria del cioccolato, le creme da spalmare, la produzione di gelato su larga scala, l’olio di nocciole ecc.

Anche l’industria cosmetica è interessata seppur in maniera più contenuta. Ma il frutto è anche un forte attrattore per il turismo rurale ed enogastronomico dei nostri territori e le ramaglie ottenute dalla potatura del nocciolo e i gusci della sgusciatura rappresentano materiali molto interessanti sotto il profilo della produzione di energia rappresentando come tali un’importante integrazione di reddito anche per l’azienda corilicola.

La realizzazione di un impianto di nocciolo ha bisogno di un investimento dai 5000 agli 8000 euro all’ettaro e in piena produzione può durare oltre 30 anni con cure colturali meccanizzabili. 
La media nazionale di un impianto in piena produzione si aggira sui 25 quintali a ettaro e il prodotto può essere collocato sul mercato ad un prezzo medio 250- 300 euro al quintale corrispondente alla quotazione media riscontrata nelle ultime annate.

Il nocciolo preferisce terreni sciolti senza ristagni di acqua coltivati su terreni meccanizzabili dotati di buona fertilità e condotti professionalmente. Una volta individuato il terreno adatto, occorre prepararlo con le giuste tecniche agronomiche possibilmente eseguite nel pieno dell’estate. Le piante sono messe a dimora preferibilmente in autunno inoltrato, mentre la potatura viene fatta in primavera. La raccolta in genere avviene in autunno.

L’Italia è anche all’avanguardia nella meccanizzazione della raccolta. Negli ultimi anni si è diffuso particolarmente l’utilizzo delle raccogli nocciole semoventi e trainate, di tipi e potenza diverse che, tramite spazzole convogliatrici, raccolgono le nocciole effettuando una prima selezione e pulizia del prodotto raccolto. Queste macchine permettono, con poca manodopera, una rapida raccolta delle nocciole dal terreno. Piemonte, Campania e Tuscia sono le aree che presentano molte aziende meccaniche di settore.

Il periodo di raccolta deve essere più breve possibile, in modo da evitare che le nocciole cadute sul terreno, possano andare incontro ad alterazioni che ne comprometterebbero la commercializzazione. Le nocciole, una volta raccolte, vengono passate in appositi pulitori che, tramite flussi d’aria, separano il frutto dalle eventuali pietre, dalla terra, dalle foglie e dai rametti. Le nocciole, così pulite, possono passare alla fase di essiccazione.

Le qualità della pianta 

La resa dell’impianto dipende da vari fattori, il più importante dei quali è la qualità della pianta, che gioca un ruolo fondamentale. Le cultivar più conosciute, iscritte al registro nazionale, sono: 
Tonda di Giffoni IGP
Tonda Gentile delle Langhe – TGL o Tonda Gentile Trilobata – TGT 
Tonda Gentile Romana Dop
Nocchione Fertile de Coutard (Barcelona)

Ogni cultivar da frutti con caratteristiche di aspetto e sostanza diverse ed è vocata per terreni con caratteri diversificati, ma in certe zone si coltivano più specie insieme. L’Italia che è al secondo posto al mondo con il 13% della produzione, è in continua concorrenza con la Turchia, che fa la parte del leone con una produzione pari al 70% di quella mondiale.

I produttori riuniti in organizzazioni, per competere sul mercato globale, hanno avviato una serie di interventi volti al miglioramento qualitativo della produzione corilicola in tutta Italia. Pertanto in ogni fase del processo produttivo sono stati utilizzati i criteri della produzione integrata, per ottenere un raccolto migliore in termini qualitativi e quantitativi e per favorire la tutela dell’ambiente.

La qualità del prodotto nazionale è tale che spesso, sul mercato internazionale, vengono spacciate per italiane nocciole che non lo sono. Riassumendo possiamo dire che la qualità della pianta, il tipo di terreno, l’efficacia degli impianti di irrigazione, solitamente di tipo a goccia, l’esposizione solare e la disponibilità di sufficiente ventilazione, sono certamente i fattori importanti da tenere in debita considerazione per un ottimo risultato finale della coltivazione e quindi del reddito atteso.

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