Economia

Sdoppiare la PAC

La Politica europea nel settore agricolo andrebbe semplificata e razionalizzata sia al livello della normativa, sia al livello delle risorse finanziarie e di bilancio, secondo il principio delle due sovranità, unionale e dello stato nazionale membro. Come si potrà notare, con le nuove proposte della Commissione Next Generation EU e Green Deal Europeo sono venuti al pettine alcuni irrisolti nodi delle politiche per l’agricoltura

Alfonso Pascale

Sdoppiare la PAC

Alla luce delle considerazioni critiche sviluppate fin qui nei confronti della tipologia dei “pagamenti diretti” e delle scelte già compiute nella precedente programmazione e che si intendono compiere in quella da implementare prossimamente, si propone di procedere verso uno “sdoppiamento” delle competenze in materia di “agricoltura”, per distinguere in modo razionale ed efficace le materie che dovrebbero rimanere nella competenza esclusiva dell’UE e le materie che dovrebbero tornare nella competenza degli stati membri.

Più precisamente, andrebbero estrapolate dall’attuale PAC quelle competenze che si legano effettivamente ad obiettivi raggiungibili più efficacemente mediante una politica comune. Tutte le altre competenze andrebbero attribuite esplicitamente agli stati membri, per il semplice motivo che solo questi possono effettivamente gestire la convivenza della pluralità delle agricolture dentro il perimetro delle rispettive sovranità.

La Politica europea nel settore agricolo andrebbe, pertanto, semplificata e razionalizzata – sia al livello della normativa, sia al livello delle risorse finanziarie e di bilancio – secondo il principio delle due sovranità:

Sovranità unionale: 1) sostegno e coordinamento del sistema della conoscenza e dell’innovazione in agricoltura; 2) sistema articolato di regole e misure che siano finalizzate a garantire, esclusivamente nelle situazioni di emergenza, la food securitye la food safety; 3) coordinamento tra i primi due interventi e altre politiche comuni coinvolte.

Sovranità dello stato nazionale membro: “pagamenti diretti” in modo tale che ciascun Paese, utilizzando risorse proprie, possa decidere se continuare ad erogarli secondo i criteri finora adottati o cambiarne profondamente l’impostazione per ottenere risultati coerenti con l’insieme degli obiettivi perseguiti ed eliminare squilibri e iniquità. Ad esempio, ci potrebbero essere Paesi, come l’Italia, interessati ad una misura di questo tipo esclusivamente per i territori della “Montagna” o per le “Zone Interne”.

Questa proposta di reimpostazione della politica europea per il settore agricolo, non comprende l’attuale politica per lo sviluppo rurale in quanto si auspica una sua riconduzione nell’ambito della “politica regionale e di coesione”. Quest’ultima andrebbe considerata come politica orizzontale finalizzata alla “sostenibilità” (per il contrasto e l’adattamento al cambiamento climatico, per il passaggio dall’energia fossile a quella da fonti riproducibili, per la tutela della biodiversità e per la conservazione e valorizzazione del paesaggio) e ai “sistemi territoriali” (in cui le molteplici attività produttive s’intrecciano con l’ambito delle infrastrutture, dei servizi e dei sistemi di welfare).

In questo modo, la politica di sviluppo rurale potrà essere finalizzata organicamente al Green Deal, al riequilibrio delle opportunità e all’obiettivo comune del “rafforzamento e della convergenza delle rispettive economie” (cfr. Preambolo del TUE) – con modalità e forme di cros-compliance. Per quei “sistemi territoriali integrati” che si configurano di fatto sovranazionali, si potrà sempre ricorrere a specifiche “cooperazioni rafforzate”.

Nell’ambito di una configurazione della integrazione europea del tipo “integrazione differenziata” (allo stato attuale: Stati membri – Eurozona e Stati membri – Mercato Unico), si ritiene utile riflettere sulla opportunità/necessità di introdurre sistemi e forme di cross-compliance– in capo alle istituzioni unionali – di verifica dell’osservanza degli obblighi e dei valori dello stato di diritto (art. 2 del TUE) e della democrazia rappresentativa (art 10 del TUE).

Come si può facilmente notare, con le nuove proposte della Commissione Next Generation EU e Green Deal Europeo sono venuti al pettine alcuni nodi irrisolti delle politiche per l’agricoltura. Questi nodi non possono più essere affrontati in modo separato l’uno dall’altro, con un approccio settoriale e specialistico, senza mettere a repentaglio la stessa comprensione dei fenomeni e delle vicende collegati. Solo tenendo insieme strettamente le differenti tematiche è, infatti, possibile scegliere soluzioni strategicamente efficaci che permettano all’UE di riavviare il processo di integrazione e di raccogliere le sfide globali.

[fine sesta e ultima puntata]

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La foto di apertura è di Luigi Caricato per Olio Officina ©

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