Economia

Tutto bene, nonostante tutto

Il drastico calo della produzione di oli da olive, con una diminuzione media del 54%, è alla radice dei cattivi risultati del reddito nelle province olivicole. Pur tuttavia, il reddito agricolo in Andalusia è cresciuto dello 0,2% rispetto all'anno precedente. E' quanto si legge sul quotidiano "El Pais"

Agra Press

Tutto bene, nonostante tutto

Nel 2013 il reddito agricolo e’ cresciuto in Andalusia grazie, principalmente, all’aumento del valore delle colture di cereali, frutta e agrumi. Nonostante la pessima raccolta di olio d’oliva nella campagna 2012-2013, il reddito agricolo e’ cresciuto dello 0,2% rispetto all’anno precedente, e il volume totale, 7,363 miliardi di euro, e’ il miglior risultato dal 2010. Il Consiglio dell’agricoltura, della pesca e dello sviluppo rurale ha pubblicato per la prima volta l’evoluzione del reddito agricolo in Andalusia su base provinciale. Una diagnosi in cui si rileva la crescita del valore dell’agricoltura in cinque delle otto province (Almeria, Siviglia, Cordoba, Cadice e Huelva) mentre in altre tre il valore e’ diminuito (Jaen, Siviglia e Granada).

Il drastico calo della produzione di olio d’oliva, con una diminuzione media del 54%, e’ alla radice dei cattivi risultati del reddito nelle province olivicole. E’ il caso di Jaen, dove la produzione di olio e’ scesa del 73%. I 748 milioni del valore del reddito e’ il peggior risultato negli ultimi dieci anni. Qualcosa di simile e’ accaduto a Granada e a Malaga (con l’indice peggiore dal 2005), anche se l’eccezione e’ Cordoba, seconda provincia per l’olio d’oliva, dove il calo dell’olio e’ stato compensato da un forte incremento del valore della produzione di olive da tavola, uva e vino.

I maggiori incrementi del reddito agricolo si sono verificati ad Almeria, grazie alla crescita della produzione di frutta e verdura, con un 22% di media. Il reddito di 1,721 miliardi e’ il migliore degli ultimi cinque anni. (…)
La crescita della produzione vegetale puo’ essere attribuita al buon andamento di colture come cereali, colture industriali, ortaggi o frutta, da cui deve essere sottratto il taglio nel valore della produzione di olio. In particolare, il gruppo di cereali e’ salito di +31,1%, grazie ai buoni rendimenti dei cereali invernali (frumento, orzo, avena, segale ecc.). I prezzi sono stati comunque leggermente inferiori rispetto all’anno precedente, quando c’era stata una produzione molto inferiore a quella di un anno normale a causa della mancanza di pioggia. (…)

Il gruppo di ortaggi, piante e fiori presenta un incremento dell’8,5%. Il sottogruppo degli ortaggi aumentato di circa il 9%, con aumenti soprattutto nella produzione di cetrioli, zucchine e peperoni; aumentano anche i prezzi dei principali prodotti. Il gruppo della frutta cresce del 27,6% in valore, influenzato dal sottoinsieme delle olive da tavola e da industria.

Per quanto riguarda il valore di agrumi, e’ cresciuto del 19,1%. Nel 2013 crescono i valori della frutta fresca (6,12%) mentre scendono quelli dei prodotti subtropicali. Aumenta anche il valore del sottogruppo delle uve a causa di rendimenti piu’ elevati rispetto all’anno precedente.

Nel frattempo, per l’olio d’oliva si stima una variazione negativa del 54,8% in valore rispetto al 2012, tenendo conto che si considera l’olio prodotto dalle cooperative andaluse durante la campagna 2012-13, che e’ stata una delle peggiori degli ultimi anni. Anche se i prezzi sono stati abbastanza superiori a quelli della stagione precedente, questo non e’ stato sufficiente a compensare il calo significativo della produzione di olio d’oliva.
Allo stesso modo ci sono stati aumenti nella produzione animale (0,7%), mentre quella dei servizi agricoli e delle attivita’ secondarie non agricole sono aumentati, rispettivamente, del 1,8% e del 1,4%. (…)

[Gines Donaire, “Il reddito agrario cresce in Andalusia nel 2013 grazie alla spinta dei cereali e agrumi”, quotidiano “El Pais” (Spagna) – 15 giugno 2014 – a cura di agra press (pf)]

La foto di apertura, ritraente olivi spagnoli, è di Luigi Caricato

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