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Alla ricerca dei frantoi più belli e suggestivi

Non basta la cura della qualità del prodotto, è necessario anche presentarsi con una qualità degli ambienti in cui si lavora. Se si vuole investire nel turismo dell’olio e nell’accoglienza, è necessario che i frantoi diventino luoghi che esprimano anche bellezza, oltre a una funzionalità performante. Dopo l’edizione numero zero, a carattere esplorativo, torniamo con il progetto Il frantoio più bello, alla sua prima edizione ufficiale. Il regolamento e le considerazioni della curatrice del progetto che affiancherà nella direzione l’ideatore Luigi Caricato

Eleonora Alberti

Alla ricerca dei frantoi più belli e suggestivi

Siamo all’edizione numero 1, quella ufficiale. Dopo aver effettuato una prima sperimentazione, condotta nel 2022, ora è tempo di guardare avanti e promuovere una sorta di rinascita dei frantoi, non più opifici finalizzati a lavorare solo nelle settimane di molitura, ma luoghi accoglienti e polifunzionali da vivere tutto l’anno, all’insegna della bellezza. L’edizione numero zero ha avuto come protagonista il Frantoio Berretta, che si è imposto su più di duecento frantoi in concorso. Adesso il contest diventa un progetto, con una finalità ben precisa: portare le aziende a cambiare atteggiamento e investire in bellezza e funzionalità. Per la curatela mi sono affidato alle competenze della designer di interni Eleonora Alberti. A lei il compito di presentare la prima edizione del contest Il frantoio più bello. (Luigi Caricato)

Il regolamento del contest Il frantoio più bello lo si può scaricare cliccando QUI.

Laboratorio di produzione e contenitore culturale

In qualità di curatrice e designer d’interni, è mio compito esplorare il mondo della produzione olivicola in una nuova chiave di lettura e presentarvi quindi la prima edizione del contest Il frantoio più bello, che dopo l’esperienza positiva dell’edizione pilota, viene presentato in versione aggiornata.

È tempo infatti di considerare il frantoio non solo come un laboratorio di produzione, ma come un “contenitore” culturale punto di riferimento per il territorio, capace di raccontare storie e creare connessioni, utilizzando l’idea di bellezza come leva di trasformazione e innovazione. Questo valore diventa fattore chiave nella presentazione e narrazione di un prodotto d’eccellenza quale l’olio da olive, che per raccontarsi necessita di estendersi in una visione a 360°, che coinvolga e racconti spazi, immagini ed esperienze.

L’olio extravergine d’oliva va raccontato non solo come eccellenza gastronomica, ma come parte di un ecosistema culturale e produttivo più ampio.

La ricerca di una bellezza non fine a se stessa, ma intesa come promotrice di benessere e presentatrice di un valore identitario, diventa così strumento per migliorare il benessere di chi vive e lavora nel frantoio e per comunicare una qualità produttiva totale e sostenibile.

Attraverso determinate scelte progettuali, i frantoi possono raccontare storie di autenticità e trasformazione, favorendo un dialogo tra passato e futuro, tradizione e innovazione, produttività e cultura.

Il frantoio deve quindi diventare manifesto fisico di una nuova identità produttiva e culturale, trasformandosi in una destinazione attraente tutto l’anno e che funga da tramite tra le realtà culturali o enogastronomiche e i fruitori.

Investire nella narrazione della propria storia e nell’identità comune dell’olio da olive è un atto di amore e impegno verso ciò che è proprio e rappresentativo, per avviare un profondo processo di trasformazione del settore olivicolo, che sradichi il superfluo e per tendere verso un nuovo modello di eccellenza.

In apertura, illustrazione di Lavinia Fagiuoli (particolare) per Il frantoio più bello, progetto di Olio Officina

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