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Alla ricerca dell’olio e dei frantoi accessibili

Un alimento che unisce molte persone sembrerebbe a prima vista molto lontano da quello della disabilità, anche se non mancano esempi concreti a dimostrare il contrario. La strada da percorrere, tuttavia, appare ancora piuttosto lunga. C'è molto da fare e noi di Olio Officina ci impegniamo a fare la nostra parte. Così, oggi, 3 dicembre, per celebrare la Giornata internazionale delle persone con disabilità, invitiamo le nostre lettrici e i nostri lettori a impegnarsi a loro volta in prima persona nel cercare di rendere la società in cui vivono migliore e più accessibile

Anna Gioria

Alla ricerca dell’olio e dei frantoi accessibili

La tavola italiana è per antonomasia l’elemento in cui si creano le maggiori occasioni di convivialità, socializzazione e integrazione tra persone. Una delle frasi più utilizzate durante pranzi e cene è “per favore, mi passi l’olio?”

L’olio non è solo un elemento basilare della cucina, ma, per l’Italia, specialmente al Sud, questa materia prima ha un valore molto importante, legato a diversi ambiti, come quello agricolo, culturale, produttivo e turistico.

Questa realtà così significativa e centrale nell’economia e nella società, è tuttavia del tutto estranea al 3,1 per cento degli italiani, ovvero ai disabili. Il mondo dell’olio, che unisce molte persone, sembrerebbe molto lontano da quello della disabilità, anche se in realtà vi sono esempi concreti a dimostrare il contrario. La strada da percorrere appare ancora piuttosto lunga.

Un paio di anni fa, durante un’edizione di Olio Officina Festival a Milano, una tra le più importanti manifestazioni dell’olio a livello internazionale, l’associazione Bandiera Lilla di Savona, impegnata nell’integrazione sociale e lavorativa delle persone con disabilità, ha presentato il progetto della “Etichetta lilla”, a partire dal quale, grazie alla scrittura Braille, le persone cieche possono fruire delle informazioni riportate in etichetta. Attraverso l’inserimento di un codice QR da scansionare, si forniscono descrizioni audio approfondite del prodotto. Così, proprio perché l’olio extra vergine di oliva è uno tra i principali ingredienti della cucina italiana, che ora è diventato un elemento centrale anche della cucina universale, si è pensato di estendere tale iniziativa ad altri prodotti e in più lingue.

Più complesso resta il discorso dell’accessibilità dei frantoi. Se si analizzano quelli operativi in Puglia, madre patria dei frantoi in Italia, questi sono ormai quasi tutti accessibili, tranne quelli ipogei, sotterranei, che sono i più antichi, per lo più inutilizzati o in casi di recupero trasformati in musei. I frantoi più moderni sono quasi tutti accessibili. E se da una parte l’accessibilità dal punto di vita strutturale non è un discorso tanto complicato, perché è sufficiente che il frantoio abbia un parcheggio comodo, passerelle per muoversi all’interno per ovviare a eventuali disconnessioni, oltre che servizi igienici accessibili, più complesso è l’aspetto della ricettività. Se i frantoi risultano infatti accessibili per le visite, e per una visione delle varie fasi della produzione, non lo sono invece dal punto di vista ricettivo. Molto spesso i turisti con disabilità non possono pernottare all’interno, ma devono trovare una sistemazione al di fuori, in agriturismo, in hotel o B&B.

Un altro possibile ostacolo, ma in gran parte superato, è legato al fatto che i proprietari dei frantoi sono per lo più persone anziane, legate a una cultura prevalentemente agricola, secondo la quale le persone con disabilità sono “malati” da assistere, e non fonte di introiti per la stessa azienda, e sicuramente persone che possono interessarsi a qualcosa che sia legato all’olio, potendo visitare i frantoi ed essere turisti come qualsiasi altra persona.

In apertura, una illustrazione di Giulia Serafin per Olio Officina ©

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