Mondo

Come è andata l’olivagione 2024 nella Tuscia

Il racconto di Arturo Archibusacci, del Frantoio Archibusacci di Canino. Una qualità ottima, con acidità libera media non superiore allo 0,2% e perossidi sempre inferiore a 7. Buone le quotazioni sul mercato, soprattutto per gli extra vergini con attestazione di origine certificata

Olio Officina

Come è andata l’olivagione 2024 nella Tuscia
Arturo Archibusacci è un solido punto di riferimento sia nell’area della Tuscia, sia in quella di Canino, là dove, in provincia di Viterbo, vi sono due storiche attestazioni di origine ufficialmente riconosciute:  la Dop Tuscia e la Dop Canino.
L’azienda di cui è titolare Arturo Archibusacci, il Frantoio Archibusacci,  è stata fondata nel 1888 da un intraprendente livornese di nome Arturo, da cui il nome dell’attuale discendente. Proveniente da una famiglia di oliandoli e carbonai, si trasferì a Canino dove decise di concentrarsi sulla produzione dell’olio, e così affittò vari frantoi locali, tra cui quello storico, proprietà dei Principi Torlonia, in località “La Ferriera”, azionato a energia idrica.
Il fondatore Arturo Archibusacci, attivò una serie di produttivi contatti commerciali, soprattutto con la Toscana, i quali furono la necessaria premessa per l’acquisto, nel 1935, dell’attuale sede in via del Boschetto, che fu uno dei primi frantoi del Viterbese a essere mosso da energia elettrica.
Il discendente Arturo Archibusacci, titolare insieme con il figlio Giovanni, proseguono l’attività di famiglia, e tutt’oggi sono molto considerati per la loro professionalità e capacità di visione. Ed è proprio Arturo Archibusacci che ci racconta l’olivagione 2024 nel viterbese. Una provincia che vanta ben due areali produttivi di dichiarata fama: Tuscia e Canino.
L’areale di produzione della Dop Tuscia è molto vasto, e comprende infatti ben 53 comuni, tutti ricadenti nella provincia di Viterbo, ovvero: Acquapendente, Bagnoregio, Barbarano Romano, Bassano in teverina, Bassano Romano, Blera, Bolsena, Bomarzo, Calcata, Canepina, Capodimonte, Capranica, Caprarola, Carbognano, Castel S. Elia, Castiglione in Teverina, Celleno, Civita Castellana, Civitella d’Agliano, Corchiano, Fabrica di Roma, Faleria, Gallese, Gradoli, Graffignano, Grotte di Castro, Latera, Lubriano, Marta, solo parte di Montalto di Castro, Montefiascone, Monteromano, Nepi, Oriolo Romano, Orte, Piansano, Proceno, Ronciglione, S. Lorenzo Nuovo, Soriano nel Cimino, Sutri, Tarquinia, parte del territorio di Tuscania, Valentano, Vallerano, Vasanello, Vejano, Vetralla, Vignanello, Villa S. Giovanni in Tuscia, Viterbo, Vitorchiano.
L’areale di produzione della Dop Canino comprende un territorio più limitato, e in particolare i comuni di Canino, Arlena, Cellere, Ischia di Castro, Farnese, Tessennano, Tuscania e Montalto di Castro, tutti territori che rientrano nella provincia di Viterbo.
Ebbene, dopo quanto già riportato a suo tempo, riguardo soprattutto l’areale della Dop Canino, con notizie ricevute sempre da parte di Archibusacci, per ciò che concerne la Tuscia “possiamo considerare terminata la raccolta delle olive, seppure vi siano ancora gli ultimi  residui nel comune di Vetralla”.

L’olivagione 2024 nella Tuscia

Che dire? “Eccetto alcune zone con produzioni inferiori alla media, circoscritte alla fascia litoranea dei comuni di Tarquinia, Montalto di Castro e Pescia Romana, nonché alcune aree vicino ai Monti Cimini, per il resto della provincia di Viterbo – afferma Arturo Archibusacci –  l’olivagione è stata abbondante, i quantitativi stimati in quintali di olive si dovrebbero aggirare tra i 250 mila e i 300 mila.
La resa in olio per quintali di olive si attesta intorno al 10,50%, inferiore di oltre il 30% rispetto alle medie registrate nelle altre annate”.

La qualità delle produzioni

E per quanto concerne la qualità? “Questa – ammette Archibusacci –  è risultata ottima, con una acidità media non superiore allo 0,2%, e con un numero di perossidi sempre inferiore a 7”. Un buon risultato, non c’è che dire. “Anche al panel test – prosegue l’imprenditore caninese – i sentori di fruttato, amaro e piccante, risultano molto equiparati fra loro, rientrando nelle caratteristiche di un olio dal fruttato medio”.

Le quotazioni di mercato

Veniamo ai prezzi. “Per le vendite al dettaglio, destinate al consumatore finale, le quotazioni si attestano, per gli oli convenzionali, tra i 12 e i 13 euro al litro, Iva compresa, mentre per gli oli Dop Canino e Tuscia si aggirano invece intorno ai 15 euro al litro, Iva compresa, mentre per chi certifica Igp Roma sul mercato le quotazioni ammontano intorno ai 14 euro a litro, Iva compresa”.
Buone quotazioni, occorre riconoscerlo. La certificazione dell’origine premia. Cosa succede invece per gli oli allo stato sfuso? Sempre secondo Arturo Archibusacci “si è registrato un mercato vivace, con prezzi di 10,50 al kg, oltre l’Iva, per gli oli convenzionali, mentre, per ciò che concerne gli oli a marchio Dop o Igp, il prezzo si attesta su quota 11,59 euro al kg, oltre l’Iva, sempre franco partenza”.
Dalla Tuscia è tutto.
In apertura, Giovanni, a sinistra, e Arturo Archibusacci

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui

Commenta la notizia