Delinquenti, speculatori, sciacalli, truffatori e psicopatici
Un nostro articolo in cui abbiamo presentato l'ipotesi di piattaforme galleggianti sulle quali coltivare gli olivi è diventato virale sui social e, apriti cielo, c’è pure chi ci ha augurato un ictus fulminante. Se una fetta consistente di italiani rifiuta con ostinazione il progresso vuol dire che a loro, in fondo, va bene così

Giuseppe Vinci, che si definisce aspirante antropologo, intervenuto sul gruppo facebook “Salviamo gli ulivi del Salento” scrive, testualmente: “Purtroppo l’olivo, l’olio, l’olivicoltura sono finite nelle mani di veri e propri delinquenti, speculatori, sciacalli, truffatori e psicopatici della peggior specie. La maggior parte di questa gentaglia non ha mai realmente lavorato e vissuto empaticamente con l’olivo e più in generale a contatto con la terra. Questa è gente che pensa unicamente a trarre profitto economico ed egoico da tutto ciò con cui entra in contatto. Su di un’isola galleggiante farei andare a vivere loro, per l’eternità! Che schifo. Questi non sono umani!”.
L’articolo a mia firma, Coltivare olivi su piattaforme marine ha destato grande curiosità, sin da quanto si è ascoltato a Genova, sul palco di olio Officina Festival, dai diretti protagonisti, i biotecnologi agrari Eddo Rugini e Bruno Ruggiero. Presto sarà dispo0nibile il video dell’interessantissimo intervento.
Nel corso delle due conferenze stampa di presentazione del festival ha destato stupore e ammirazione, poi è arrivato il mio articolo e sui social, in particolare su facebook, il post che rilanciava l’articolo è diventato virale, come non era mai accaduto con dei nostri articoli. È stata un’esperienza interessante e quanto mai divertente, ma, se proprio vogliamo essere sinceri perfino avvilente, a testimonianza di come tante persone non stiano tanto bene. C’è da preoccuparsi sul grado di disperazione di alcuni e di totale estraniamento dalla realtà di altri. Stupisce soprattutto il fatto che non la gente comune che ignora cosa sia l’olivicoltura, ma anche gli addetti al settore siano poco inclini a confrontarsi con le novità.
C’è pure chi ci ha augurato un ictus fulminante. Non so che persone siano queste, che vissuto abbiano alle spalle, quali studi, quali frequentazioni, quale educazione abbiano ricevuto, certo è che un articolo in cui si annuncia qualcosa di felicemente spettacolare, circa la possibilità concreta di poter coltivare olivi su isole galleggianti in mare è una proposta avvincente, di quelle di cui si può solo essere fieri e orgogliosi di avere studiosi così proiettati verso il futuro. Ma tant’è.
E allora ecco il vertice dell’intolleranza. È tale Jacopo Bassi a firmare, implacabile, un commento sul nostro canale facebook: “Ictus fulminante sarebbe un regalone”, e ottiene anche un like da Paolo Burigotto. Qualcuno potrebbe anche non crederci, e invece è proprio vero: ictus fulminante. E vabbè, che ci puoi fare?
L’articolo offre una prospettiva, non impone nulla. Eppure, c’è chi dissente, anche tra gli addetti ai lavori. Non motivando, ma esprimendo una sensazione a pelle, un pensiero di pancia.
Andrea Ambrosino scrive perentorio: “Non da Olio Officina. Consentitemelo”. E prosegue: “Mi dispiace solo per la testata che ha fatto l’articolo di cui ho molta stima e ammirazione. Boh”.
In realtà Olio Officina – ovvero io, Luigi Caricato, perché a firmare sono stato io – non si è limitata a scrivere l’articolo, e dunque a rilanciare l’idea, ma ha sostenuto fortemente la proposta al punto da farne un tema di punta della quattordicesima edizione di Olio Officina Festival. Cosa c’è che non va, cosa spaventa di una progettualità che può portare solo enormi vantaggi?
Simona Cognoli commenta, preoccupata: “Quindi danneggiano gli ecosistemi marini per piantare olivi. Non sarebbe meglio concentrare le idee e le risorse per recuperare quelli in abbandono?”.
Peccato tuttavia che nell’articolo si specifichi in modo esplicito quanto risulterebbe al contrario vantaggioso per l’ambiente marino la coltivazione degli olivi, che bonificherebbero le acque dai nitriti presenti per gli effetti dell’inquinamento.
Andrea Ambrosino condivide la preoccupazione della Cognoli, e aggiunge: “Devono incentivare con aiuti concreti a ripristinare uliveti abbandonati. Se dovesse perdurare questo stato di mercato ove il prodotto nazionale è riuscito a distaccarsi bene in termini remunerativi i presupposti ci stanno tutti”.
Ma è proprio necessario fermarsi al presente, alla contingenza; se il fenomeno dell’abbandono è un serio problema non è certo l’occasione per rifiutare nuove, possibili soluzioni.
Si ha paura del nuovo, ci si ancora nel passato, cullati nell’area comfort che rassicura.
I commenti che si leggono su facebook non hanno bisogno di essere ulteriormente commentati, e forse sarebbe il caso di leggere semmai l’intero articolo e meditarlo con la massima anziché fermarsi alla sola lettura di titolo e sommario. Forse sarebbe bene anche soffermarsi su chi sta lavorando sul progetto, sulla loro acclarata e riconosciuta professionalità, anziché perdersi nel marasma del pensiero di pancia. Ma tant’è, in Italia c’è questa visione nostalgica dell’agricoltura che annichilisce ogni buon proposito.
E ora, divertiamoci un po’.
Francesco Piras: “speriamo che questi progetti demenziali non li finanzi l’unione europea. accetto scommesse”.
Carlo Prosperi: “ci stanno prendendo in giro!!!!”
Ninfa dei ruscelli [sì, sui social c’è anche chi si firma così]: “cementiamo tutto e disboschiamo per produrre cose inutili”.
Mauro Antonelli: “dementi quelli che partoriscono certe idee e quelli che ci scrivono articoli al riguardo”.
Pietro Semeraro: “purtroppo abusando di qualche erbaccia poi si partoriscono delle idee di merda”.
Gianfranco Pretonzi: “hanno pure studiato per arrivare a ste cose … me piace”.
Francesco Bagni: “sono analfabeti”.
Antonella Pietropaolo: “il green vi ha dato alla testa…”
Selenga Amur Zamar: “certe pagine gestite da impareggiabili idioti andrebbero chiuse senza se e senza ma!”
Mimmo Mauro: “che stupidità, con tanta terra incolta si pensa a coltivare su piattaforme, immaginiamo l’olio con che acidità verrebbe fuori”.
Sergio Zafferani: “io sono preoccupato! L’uomo negli ultimi anni a sentire certe proposte anche da persone importanti penso abbia subito qualche problema al cervello!”
Mario Montisci: “non sarebbe più semplice fare le cose che già si conoscono senza bruciarsi il cervello con stupidaggini”.
Giovanni Amati: “e le terre abbandonate e piene di fotovoltaici. Avete la testa per dividere le orecchie”.
Emanuele Pierannunzi: “ma con tutte le zone ormai disabitate del nostro entro terra bisogna immaginare queste minchiate!”
Paolo Gismondi [è un imprenditore agricolo]: “Basta cazzate per favore… Che la gente ci crede”.
Pietro Scalia: “infatti provate e poi vediamo i risultati, con il culo degli altri tutto è semplice”.
Marco Tagliente: “Questi so sono bevuti il cervello! Ma hanno idea dei costi e dei costi di gestione? E delle mareggiate forza 7? E poi perché se sono resistenti all’acqua salmastra non vengono utilizzati per creare aree verdi proprio lì dove si stanno desertificando?”
Angelo Valenti: “Il mondo sta andando veramente alla rovina non so più cosa leggere e sentire”.
Nicola Chiavelli: “Posa il fiasco”.
Gianluigi Toma: “Ridicolismo allo stato puro”.
Claudio Bonci: “Ci siamo bevuti proprio il cervello. Con tutti gli appezzamenti abbandonati che ci sono”.
Cosimo Piovasco di Rondò [nostro commento: Povero Italo Calvino, c’è chi si appropria di personaggi senza alcun ritegno]: “Ma quante minchiate ci sono sui social…”
Salvatore Benedetto: “Luigi Caricato, penso che una nota di follia regna nel tuo essere!”
Cristiana Cavalli: “Cosa vi siete fumati?”
Andrea Bacchini: “A me me pare na strunzata…”
Pierpaolo Fondrini: “ma perche’ si inventano queste cazzate”.
Gennaro Positivo: “Non avete proprio un caxo da fare… ce ne è milioni abbandonati di olivi”
Fabio Crescenzi: “migliaia di anni di olivicoltura buttata alle ortiche perché i geni che hanno partorito questa brillante” idea ahimè sono nostri contemporanei”.
Agricola Turchetta: “Cazzate cazzate”
Marco Coratti: “Ha Caricato a salve il cervello”.
Francesco Piras [lavora presso area marina protetta Tavolara Punta Coda Cavallo]: “Cosa non si fa per tirare a campa, a voglia terreni… A voglia zappe… L’unica cosa che mancano sono questi dementi”.
Carlo Prosperi: “E certo… sulla terra ferma mettiamo le pale eoliche e togliamo gli ulivi e creiamo isole per ripiantarli… fate pace con il cervello!!!!”
Pasquale D’Antini [fa parte dell’Istituto profilattico sperimentale di Puglia e Basilicata]: “Quante stronzate”.
Giovanni Palese: “Ma vai a cagare”.
Minguccio Domenico [è un agricoltore]: “BRUTTI SCHERZI FA, TALVOLTA, E SPESSO, IL CERVELLO UMANO!!!!”
Stefano Lintas: “Ma basta con ste cazzate”.
Giancarlo Titone [sul profilo si legge: scientist]: “Si beve e si fuma alla grande”.
I commenti sono tantissimi, non li riportiamo tutti. Nessuno è stato in grado di formulare qualcosa che sia in qualche modo supportato dal pensiero. Ritengo che nessuno abbia realmente letto l’articolo.
Per l’articolo che ho pubblicato settimana scorsa rientro a quanto pare tra coloro che appartengono alla categoria dei delinquenti, speculatori, sciacalli, truffatori e psicopatici, come opportunamente suggerisce Giuseppe Vinci, ma, dico io, volete mettere il senso di meraviglia, lo stupore, l’ebbrezza di coltivare idee per il futuro? Un plauso al professor Eddo Rugini e al dottor Bruno Ruggiero: infinitamente grazie.
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In apertura, un dipinto di Josefa Toirà i Abril, foto di Olio Officina
Ciao Luigi,
ci conosciamo da più di 30 anni e, sebbene non abbiamo mai avuto frequenze intense, abbiamo sempre mantenuto un rispetto reciproco per quello che facciamo, ciascuno con il massimo impegno: tu nella divulgazione e io nella produzione. Mi dispiace scrivere solo ora, ma sai come sono gli impegni e i problemi della vita.
Detto ciò, vorrei esprimere la mia solidarietà nei confronti del tuo pensiero, che considero molto innovativo e green. La tua visione va al di là di qualsiasi aspettativa e ha finalità positive per l’ambiente. Riguardo ai commenti di alcune persone che non conosco, preferisco non esprimermi sul giudizio personale, ma piuttosto sulle loro dichiarazioni, che trovo alquanto arroganti e offensive nei confronti di chi esprime un’opinione.
Un Abbraccio a presto,
Giuseppe
Grazie Giuseppe, ormai va così il mondo. Sta dominando l’irrazionalitò. L’ideologia – ma il più delle volte la stoltezza – prevale sul pensiero.