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Il nostro saluto a Rosalia Cavalieri

Ci mancherà tantissimo. La docente di filosofia e teoria dei linguaggi presso l’Università di Messina ci ha lasciato prematuramente giovedì 27 febbraio. I suoi saggi hanno fornito un contributo importante intorno al tema della percezione sensoriale, soffermandosi in particolare sulle dinamiche evolutive di olfatto e gusto. Altrettanto fondamentali i suoi studi a favore di una gastronomia consapevole

Luigi Caricato

Il nostro saluto a Rosalia Cavalieri

Rosalia Cavalieri non c’è più. Ci ha lasciato troppo presto, e seppure restano le sue opere, con gli accurati studi e le profonde riflessioni intorno al linguaggio e sulla complessità interpretativa degli organi di senso, ciò non colma il dolore e l’amarezza per l’enorme vuoto affettivo e professionale che si è venuto a creare.

Ero sul palco della quattordicesima edizione di Olio Officina Festival, in prossimità della chiusura della prima giornata, quando ho avuto notizia della prematura scomparsa. Il suo, e anche mio desiderio, era di poterla ascoltare ancora una volta. Ogni suo intervento al festival è stato per tutti una acquisizione preziosa.

Il tema che mi aveva proposto quest’anno riguardava la cultura alimentare degli animali non umani. “Voglio provare a essere ottimista e sognare di poter venire a Genova” – mi scrisse lo scorso 3 febbraio, in un messaggio – ma il miracolo non si è verificato, salvo il fatto che sia scomparsa proprio il giorno di apertura della manifestazione, diventando l’occasione per dedicarle la quattordicesima edizione del festival.

Rosalia Cavalieri se ne è andata troppo presto. Il 25 marzo avrebbe compiuto sessant’anni.  Ordinaria di Filosofia e teoria dei linguaggi presso il Dipartimento di Scienze cognitive, psicologiche, pedagogiche e studi culturali dell’Università di Messina, ha pubblicato molti volumi di cui consigliamo caldamente la lettura. Ne citiamo alcuni, i più rappresentativi tra quelli rivolti al grande pubblico: Parlare, segnare. Introduzione alla fisiologia e alla patologia delle lingue verbali e dei segni (Il Mulino, 2005); Breve introduzione alla biologia del linguaggio (Editori Riuniti, 2006 e 2009); Il naso intelligente. Che cosa ci dicono gli odori (Laterza, 2009, 2013, 2016); Gusto. L’intelligenza del palato (Laterza, 2011); E l’uomo inventò i sapori. Storia naturale del gusto (il Mulino, 2014); La passione del gusto. Quando il cibo diventa piacere (il Mulino, 2016); Gastronomia consapevoleIstruzioni per l’uso (il Mulino, 2020).

Per le edizioni Olio Officina ha pubblicato I sensi e la lingua dell’olio. Appunti per un degustatore amatoriale (2018) e Suoni in cucina. Il matrimonio tra musica e cibo (2024), e presto saranno disponibili altri suoi testi inediti in un volume collettivo, L’olio al ristorante, mentre è possibile leggere diversi suoi saggi pubblicati nel corso di vari anni sulle nostre riviste in edizione cartacea, OOF Magazine e l’Almanacco di Olio Officina.

Ho voluto citare alcuni dei suoi principali lavori editoriali perché il miglior modo per ricordare una bella persona è farla vivere attraverso le sue opere. Anche perché sono studi molto utili per quanti si occupano di alimentazione e, per contiguità di tema, di sensorialità. Peccato, però. La prossima edizione di Olio Officina Festival, in programma a inizio 2026, avrà come tema portante “Sensoriale. L’olio attraverso i sensi”. Lei non ci sarà, ma faremo in modo che ci sia raccogliendo una summa del suo pensiero, sviluppandola e argomentandola, relazionandoci con il pubblico, in modo da farne patrimonio comune. Lo dobbiamo a lei, perché i suoi contributi di pensiero sono stati ogni volta preziosi e determinanti. A ogni edizione del festival ha sempre presentato temi inesplorati, apportando nuove conoscenze e approfondimenti.

All’Università di Messina, dove si è formata fino al dottorato di ricerca, ha insegnato per quasi un trentennio. In Francia ha inoltre sviluppato le proprie ricerche sull’afasia nell’opera di Henry Bergson, di cui è stata una originale e fine interprete.

Oltre ai temi inerenti al gusto e all’olfatto, per i quali ha sviluppato una nutrita serie di dotti approfondimenti intorno alla cultura gastronomica, i suoi studi si sono incentrati sulla semiotica delle lingue segnate dei sordi, nonché sulla teoria e la storia della percezione sensoriale.

Tanti i premi che ha ricevuto per i suoi studi. Nel 2015 ho avuto il piacere di consegnarle il Premio Olio Officina Cultura dell’olio con al seguente motivazione: “Rosalia Cavalieri ha il merito di aver reso fruibile una serie di conoscenze finora riservate ai soli studiosi, creando occasioni sempre nuove per far acquisire un sapere intorno a temi spesso affrontati in maniera emotiva. Con i suoi libri ha introdotto un nuovo modo di leggere e interpretare la realtà dei segni, restituendo dignità ai sensi, soprattutto a quelli del gusto e dell’olfatto, considerati a torto minori”.

Ci mancherà molto Rosalia Cavalieri, ci consoliamo per l’eredità culturale e morale che ci lascia.

In apertura, una illustrazione di Stefania Morgante

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