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L’esordio sulla scena internazionale di Women in Olive Oil

Il tutto è partito il 30 aprile 2020, su Facebook. A concepire questo gruppo social è stata Jill Myers, a Charlottesville, in Virginia. E ora è un fenomeno internazionale, diventando un movimento internazionale che coinvolge circa 900 donne di oltre 40 paesi. Sono quattro i punti fermi su cui fanno perno: comunità, coesione, lavoro di gruppo e stabilità sociale. Cosa sucederà ora?

Maria Carla Squeo

L’esordio sulla scena internazionale di Women in Olive Oil

Parlare di donne che amano una nobilissima materia prima come l’olio ricavato dalle olive ha in sé un grande fascino intrinseco. Non si tratta di un alimento come ve ne sono tanti altri. Dietro c’è tutta una ricca simbologia. A star dietro ai grandi miti del passato, si pensi soltanto ad Atena, la figlia prediletta di Zeus, alla quale si deve il dono dell’olivo agli umani. Un dono straordinario, visto che è proprio grazie all’illuminante idea di Atena, che tutto è nato: la civiltà nasce con lei. È stata Atena, insieme con la sua magnifica creatura che ne è scaturita, l’olivo, a determinare la nascita della polis, di una città forte e longeva, centro di vita civile e politica, oltre che luogo eletto e privilegiato di cultura.

Dobbiamo partire da qui per comprendere il valore delle donne quando si ha a che fare con l’olivo, le olive e l’olio. L’esordio in rete, su Facebook, di un gruppo di donne innamorate dell’olio è qualcosa di così bello da meritare un saluto di benvenuto.

Atena, glaukopis verdeazzurra, la figlia prediletta di Zeus, è il faro che evidentemente guida le donne in questo percorso virtuoso che favorisce una sana cultura dell’olio.

Luigi Caricato ne è fortemente convinto, lo è da sempre, sin da quando ha sostenuto con grande convinzione l’associazione italiana Donne dell’Olio, la più antica organizzazione incentrata sul valore della femminilità nel complesso e vasto mondo dell’olio da olive.

E ora è la volta di Women in Olive Oil. Il loro impegno ha, insieme, un’anima sociale e ambientale. L’olivicoltura unisce tutte le donne e la loro sensibilità le porta inevitabilmente a tenere in seria considerazione l’impatto dei cambiamenti climatici con le conseguenze drammatiche che ne derivamo. Le donne, giovani o adulte che siano, sono in prima linea nell’affrontare una problematica così delicata. Si legge infatti nel rapporto di Women in Olive Oil che rappresentano il 70% delle persone che vivono con meno di un dollaro al giorno. È 14 volte più probabile che possano morire in un disastro naturale, più degli uomini. Loro svolgono un ruolo centrale all’interno della famiglia, sia per l’educazione della prole, sia in termini di prevenzione e salute. La realizzazione dei diritti delle donne – si legge nella nota di Jill Myers, la fondatrice – può avere un impatto diretto sulle sfide dello sviluppo sostenibile. Sebbene le donne costituiscano oltre il 70% della forza lavoro agricola in alcuni Paesi, qiueste purtroppo hanno molto meno accesso degli uomini alla terra, al capitale finanziario, all’informazione, alla tecnologia, così come agli stessi mercati. La parità di accesso a queste risorse è molto importante e potrebbe infatti accrescere la produttività delle donne contadine e ciò consentirebbe di compiere notevoli progressi nella lotta contro la povertà, la sicurezza alimentare, la salute e l’istruzione, dal momento che le donne reinvestono una quota maggiore del proprio reddito nelle aree più a rischio.

È questo dunque lo spirito che muove Women in Olive Oil, nel nome dell’olio di oliva una serie di propositi nobili. Non è d’altra parte un simbolo di civiltà l’olivo?

L’obiettivo di questa comunità femminile è di creare un filo conduttore che unisca a tutti i livelli le donne impegnate nel comparto olio da olive, determinando così un cambiamento globale in termini positivi sul fronte della salute e della nutrizione, dell’istruzione, delle pratiche ambientali e agricole, del commercio equo e solidale e dell’uguaglianza di genere.

Questa rete globale di donne – si legge nella nota stampa – lavorerà per creare una piattaforma in cui le donne possano scambiarsi conoscenze, competenze ed esperienze, nonché ottenere gli strumenti e il supporto per creare nuovi progetti nelle loro comunità locali a livello internazionale.

La fondatrice, Jill Myers, è una sommelier e ambasciatrice dell’olio d’oliva dell’International Culinary Center di New York, una formatrice specializzata in alimentazione e nella dieta alimentare.

La presidente di Women in Olive Oil, una esperta assaggiatrice, è Alexis Kerner, nata a Filadelfia, ma che da quasi vent’anni vive in Spagna, a Siviglia.

Fabienne Roux, una assaggiatrice e oleologa che si è formata presso il Consiglio oleicolo internazionale e vive ad Aix en Provence, in Francia, è invece la vice presidente del gruppo.

Caroline Robitaille, anch’essa vicepresidente, ha svolto diverse attività imprenditoriali in California e ora è una assaggiatrice e sommelier d’olio.

Vi è poi Maria Reyes, che vive a Jacksonville, in Florida, negli Stati Uniti, ha scolto per anni attività imprenditoriale ed è attualmente vicepresidente dell’azienda olearia di Toledo, Casas de Hualdo, USA.

Giornalista e degustatrice di olio d’oliva è invece Carola Dummer, che ricopre il ruolo di direttore della comunicazione.

Cristina Stribacu, greca di Messinia, è la direttrice delle relazioni internazionali.

Infine, Emmanuelle Delechette, ricopre il ruolo di direttore delle pubbliche relazioni, nata e cresciuta a Parigi, lontano dagli ulivi, ha lavorato come PR ne nel corso di un viaggio in Toscana si è innaorata dell’olio extra vergine di oliva, fino a diventare assaggiatrice e ideare Olio Nuovo Days.

Il resto è fatto di tanti volti e di un sito internet molto ben congegnato, dalla bella grafica, e ricco di molti spunti.

In Italia, intanto, prosegue senza sosta l’impegno e l’attività della storica associazione delle Donne dell’Olio, attuale presidente Gabriella Stansfield, nate il 19 aprile 2000 e con sede in Veneto, a Cavaion Veronese, con socie fondatrici Maddalena Pellegrini, prima presidente, Cristina Salvagno, Cristina Dallago, Laura Turri, Matilde Poggi e in seguito Sabrina Bonamini.

Le donne ci sono e ora sono ancora più visibili e determinate.

Chissà ora cosa succederà mai con questo movimento femminile dal respiro internazionale. Noi di Olio Officina, secondo lo spirito del fondatore, Luigi Caricato, saremo sempre cvicine alle donne. Non è un caso che la redazione, a parte il direttore, è tutta al femminile.

In apertura, il logo di Women in Olive Oil, realizzato da Cristina Garrido & Laura Gonzalez

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