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L’extra vergine di oliva fa bene anche alla salute mentale

L’olio può essere occasione di inserimento socio lavorativo per persone che vivono in condizione di particolare fragilità. Accade a Chieuti, in provincia di Foggia, protagonisti Paolo, Luigi e Roberto, tre persone con disagio mentale. La bottiglia “Volio”, espressione del progetto “Hopeificio“, riesce così a coniugare il gusto con l’inclusione sociale

Anna Gioria

L’extra vergine di oliva fa bene anche alla salute mentale

Già in altre occasioni abbiamo avuto la possibilità di constatare come l’olio, oltre alla sua fondamentale importanza nel settore culinario, sia un elemento di condivisione e di integrazione per tutte le persone, anche quelle con disabilità o con altre problematiche. L’olio può essere, anche, un’occasione di inserimento socio lavorativo per persone che vivono una condizione di particolare fragilità?

Nelle scorse settimane, a Chieuti, in provincia di Foggia, Paolo, Luigi e Roberto, tre persone con disagio mentale, sono stati impegnati a bacchettare alberi di olivo, per far cadere nelle reti stese al suolo le olive destinate a diventare “Volio – l’olio extra vergine di oliva che fa bene alla salute mentale”. Un prodotto oleario di alta qualità che coniuga il gusto con l’inclusione sociale. Ciò è stato realizzato grazie al progetto “Hopeificio”, promosso dalla Fondazione CON IL SUD e dalla cooperativa Ortovolante.

I tre lavoratori hanno fatto un percorso formativo, sia teorico, sia pratico, per apprendere le competenze necessarie al ciclo produttivo dell’olio extra vergine, potatura, raccolto, molitura e imbottigliamento; e sono stati assunti con un regolare contratto da bracciante dalla stessa cooperativa.

Grazie a questo inserimento lavorativo, gli operai agricoli hanno la possibilità di riscoprire se stessi, i loro talenti e la professionalità che fino a poco tempo fa non pensavano di avere. Tali risultati sono proprio gli obbiettivi di “Hopeificio”, e più in generale quelli dell’ortoterapia, a loro volta sono finalizzati a promuovere il senso di comunità, contrastando lo stigma nei confronti delle persone con disturbi psichici, favorendo reali processi di inclusione.

Significative della buona riuscita del progetto sono le parole degli stessi tre protagonisti.

“Il lavoro mi è piaciuto molto anche quest’anno. Abbiamo raccolto le olive nella nostra campagna. Mi piace molto lavorare perché è una cosa unica, bella, e mi permette di stare con Paolo, Roberto e gli altri”, ha dichiarato Luigi Bianchi. “Ho potuto imparare moltissime cose. Tra poco inizia anche l’attività del frantoio e mi auguro che possa andare tutto bene e di poter proseguire l’attività”.

“Essere impegnati aiuta a non pensare alle cose negative, ai problemi che ci portiamo dietro”, dice Paolo, che aggiunge: “Da quando lavoro a questo progetto mi sento molto meglio, sono pieno di vita, di voglia di fare, di lavorare. Tutto questo ci aiuta nel reinserimento nella società”.

“La cooperativa è una piccola società e piano piano ci reinseriamo nella grande società, nel resto del mondo”, precisa Paolo D’Amelio, che in questi anni è passato dal vivere il disagio da persona senza dimora a bracciante e socio di Ortovolante.

Luigi Bianchi, a sinistra, con Paolo D’Amelio

“Hopeificio” nasce proprio dalla convinzione che il lavoro è un elemento fondamentale per offrire alle persone più fragili una nuova rappresentazione del sé e il superamento della malattia. In quest’ottica, punto di forza del progetto è la produzione di una merce concreta, l’olio da mettere sul mercato. In questo modo, le stesse persone coinvolte si sentono parte attiva e integrante della società.

Volìo rappresenta tutto questo, perché Volìò fa bene alla salute mentale – racconta Carmine Spagnuolo, presidente di Ortovolante – Il nome Volío si rifà all’idea di stuzzicare la voglia di qualcosa di buono abbinata all’olio. Il desiderio di assaggiare qualcosa di diverso, di biologico, di particolare. È sapore di terra, di casa, di vita. E la valutazione organolettica effettuata sulla nuova produzione premia la qualità di Volíoindicandolo come olio equilibrato, con fruttato maturo, mediamente amaro e piccante caratterizzato dall’attributo di mandorla matura. Non solo. Le olive raccolte e trasformate in olio sono ricche di antiossidanti naturali (polifenoli) e quindi utili per la prevenzione dei tumori e per conservare i grassi radicali liberi”.

Il gruppo di Ortovolante

Il progetto “Hopeficio” non si esaurisce qui. A Chieuti, infatti, si sta costruendo un frantoio di dimensioni contenute, ma dotato di macchinari tecnologicamente avanzati per assicurare una produzione di una certa entità.

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