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La scomparsa di Paolo Ramundo, pioniere delle agricolture civili

Guidò l'occupazione dei terreni lasciati incolti di Santa Maria della Pietà a Roma e creò posti di lavoro in un ambito nuovo: la ruralità urbana. Se oggi le agricolture civili sono un'infrastruttura essenziale della città lo si deve a persone come lui che hanno dedicato passione e impegno nell'immaginare e costruire mondi nuovi

Alfonso Pascale

La scomparsa di Paolo Ramundo, pioniere delle agricolture civili

Chi fa agricoltura sociale deve sapere che tra i pionieri di questa modalità di fare agricoltura merita di essere ricordato Paolo Ramundo, fondatore della CoBrAgOr, la Cooperativa Braccianti Agricoli Organizzati.

A metà degli anni Settanta, egli guidò l’occupazione dei terreni lasciati incolti di Santa Maria della Pietà a Roma e creò posti di lavoro in un ambito nuovo: la ruralità urbana.

Paolo veniva dai movimenti studenteschi del ’68. E fu tra i primi a intuire – anche perché espressione di quelle sensibilità – che un’agricoltura capace di rispondere ai nuovi e inediti bisogni di popolazioni che si erano da poco urbanizzate, costituiva un’opportunità per creare nuove tipologie di servizi culturali, educativi, sociali, sociosanitari, ricreativi, turistici.

Ma non volle differenziarsi dagli agricoltori romani e partecipò attivamente alla fondazione della Cia, la Confederazione Italiana Agricoltori, di cui è rimasto sempre un dinamico dirigente.

Paolo ci ha lasciati e la tristezza assale l’animo di quanti, tra noi, hanno avuto la fortuna di conoscerlo.

Quello che Paolo ha fatto per Roma è importante. Se oggi le agricolture civili sono un’infrastruttura essenziale della città lo si deve a persone come lui che hanno dedicato passione e impegno nell’immaginare e costruire mondi nuovi.

Grazie. Non ti dimenticheremo mai.

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