NutriScore e app Yuka: come può cambiare la percezione del consumatore
Il sistema di etichettatura NutriScore e l’applicazione Yuka, già scaricabile per tutti i sistemi operativi, sono nate con lo scopo di fornire valutazioni, in termini di salute, sui prodotti che troviamo in commercio. I parametri presi in considerazione, ad esempio, sono la quantità di zuccheri e grassi saturi contenuti in una porzione di cento grammi, o millilitri. Vengono escluse, però, tutte quelle variabili che, ovviamente, devono essere prese in considerazione quando si acquista un alimento. Tra queste rientra anche la quantità. A detta dei sistemi menzionati, un prodotto può essere valutato negativamente perché i valori nutrizionali, in rapporto con la porzione da loro indicata, non sono ottimali. L’olio extra vergine da olive, ad esempio, risente di questo sistema in modo particolare, dal momento che il suo consumo giornaliero è limitato: un cucchiaio d’olio corrisponde, circa, a 12 ml
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato cinque istruttorie sull’uso del sistema di bollinatura fronte pacco denominato NutriScore da parte delle società italiane GS S.p.a, Carrefour Italia S.p.a., Pescanova Italia S.r.l. e Valsoia S.p.A., delle società francesi Regime Dukan S.a.s. e Diet Lab S.a.s., della società inglese Weetabix Ltd. e di una società tedesca attiva nella produzione di caramelle.
L’Autorità ha avviato anche un’istruttoria nei confronti del titolare dell’app francese Yuka, scaricabile dagli AppStore di Google e Apple, che si propone di dare una valutazione salutistica dei prodotti alimentari basata in larga misura sul sistema NutriScore e che fornisce proposte alternative per i prodotti giudicati mediocri o scarsi.
Nel sistema di bollinatura NutriScore i prodotti alimentari vengono suddivisi in cinque categorie, sulla base di un punteggio calcolato tramite un complesso algoritmo che sottrae dal valore totale degli elementi “sfavorevoli” (energia, acidi grassi saturi, zuccheri semplici, sodio) quello degli elementi “favorevoli” (percentuale di frutta, verdura, leguminose e oleaginose, fibre, proteine).
Gli alimenti con punteggi molto bassi e, quindi, con preponderanza di elementi favorevoli, sono assegnati alla categoria A (verde), mentre quelli con i punteggi più alti sono assegnati alla categoria E (rosso).
Il timore, evidenzia l’Autorità, è che l’etichetta NutriScore, così come i punteggi e i giudizi forniti dall’app, in assenza di adeguate avvertenze, vengano erroneamente percepiti come valutazioni assolute sulla salubrità di un determinato prodotto, che prescindono dalle esigenze complessive di un individuo (dieta e stile di vita), dalla quantità e dalla frequenza di assunzione all’interno di un regime alimentare variegato ed equilibrato.
Ne deriva che il consumatore potrebbe essere indotto ad attribuire proprietà salutistiche ai prodotti con un giudizio positivo secondo l’etichetta NutriScore o la valutazione dell’app Yuka e, quindi, ad esaltare senza motivo i risultati per la salute che derivano dalla loro scelta.
Nel caso dell’app Yuka, infine, secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato non è chiaro il criterio in base al quale sono ordinate e proposte le alternative al consumatore.
Abbiamo effettuato alcune prove con l’applicazione Yuka per capirne il funzionamento.
Dopo aver scannerizzato il codice a barre di due noti prodotti dolciari è emerso questo:
L’acqua, invece, è risultata eccellente:
Mentre gli oli extra vergini di oliva, pur avendo inquadrato tre codici a barre differenti, risultano sconosciuti.
In ogni caso, la nostra considerazione è che giudicare negativamente un prodotto frutto di un lavoro accurato sia, oltre che pericoloso, fuorviante, perché è evidente che alcuni prodotti sono per sé stessi non salutari se consumati in eccesso.
Il buon senso ci spingerebbe a dire che ciò che conta non è questa classificazione, quanto invece indicare la dose giornaliera che uno può consumare di questo dato prodotto, cosa che effettivamente avviene nell’incarto dei prodotti presi in considerazione.
Di conseguenza, riteniamo che questo strumento non sia utile al consumatore ma crei soltanto una informazione distorta.
Educare a una corretta alimentazione significa assumersi la responsabilità di acquisire nuove conoscenze, approfondendo ciascuno dei prodotti alimentari, senza tuttavia criminalizzare quei prodotti che sono frutto di un meticoloso lavoro necessario per ottenerli.
L’illustrazione di apertura è di Angelo Ruta ed è tratta dal volumetto Il racconto dell’olio, di cui è autore Luigi Caricato, ed edito nel maggio 2002 a cura della Comunità Europea per VII Campagna di Promozione del Consumo di Olio di Oliva
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