Perché adottare un olivo è un gesto d’amore verso l’ambiente
L’associazione le Olivastre nasce del 2014 per volere di Paola Sticchi, Emanuela De Stefanis e Antonella Panciarola con la grande ambizione di recuperare un oliveto in stato di abbandono, sulle colline di Passignano sul Trasimeno. Le loro iniziative mirano alla salvaguardia del territorio e dell’ecosistema, lavorando in un’ottica comune e capace di coinvolgere un’intera comunità
Paola Sticchi, Emanuela De Stefanis e Antonella Panciarola sono le tre socie fondatrici dell’associazione le Olivastre. Nel 2014 decidono di recuperare un oliveto secolare umbro in stato di abbandono, sulle colline del lago Trasimeno.
Le tre socie offrono servizi di alta qualità – dalla potatura degli olivi alle degustazioni di extra vergine, passando per i laboratori del sapone all’olio – e l’intero ricavato proveniente da questi viene devoluto per il sostegno delle attività sociali e la retribuzione di eventuali lavoratori.
Uno dei progetti che più hanno a cuore Paola, Emanuela e Antonella è la campagna Adotta un olivo. Proprio a partire dalla volontà di recuperare l’oliveto, le tre socie, tre anni dopo la fondazione de le Olivastre, hanno dato vita a questa iniziativa per coinvolgere la comunità in questa iniziativa.
L’ oliveto è stato ripulito, liberato da rovi ed infestanti e gli olivi, potati secondo la tecnica del vaso policonico, sono tornati in produzione.
Tale esperienza non vuole proporsi come modello di agricoltura sostenibile, affermano le socie, perché da un punto di vista economico sostenibile non è.
Il suo scopo è quello di affiancare l’agricoltura del futuro, di tutela e cura del paesaggio.
Ma questa operazione lascia spazio a non pochi dubbi: «ripristinare il “paesaggio originario” o riportare in produzione, con un intervento drastico di potatura? Creare un “giardino fra gli olivi” o assecondare il rimboschimento? Abbiamo scelto una via, non sappiamo se giusta, ma è nostra e ci piace. Gli olivi sono tornati in produzione, dopo interventi drastici sulle branche primarie, senza mai toccare il tronco originario; la vegetazione spontanea, lungo i terrazzamenti, tenuta a bada ma non eliminata; inerbimento; sfalcio dell’erba solo dopo le fioriture; gli alberi d’alto fusto, ormai cresciuti ridosso degli olivi, lasciati al loro posto, a creare oasi di ombra» si può leggere nella loro ultima newsletter.
Quello che ormai è evidente, sotto agli occhi di ognuno di noi, è che non si può più stare a guardare. Serve agire, rispettando i ritmi della natura e le diverse questioni che possono essere sollevate, ma qualcosa va cambiato, a partire dal modo di porsi verso ciò che ci circonda.
In cosa consiste l’adozione di un olivo?
Intanto, la sua durata è di una annata agraria – quindi da novembre a ottobre dell’anno successivo – e al termine l’adottante riceverà due bottiglie di olio nuovo da mezzo litro. Nel corso dell’anno, verranno inviate newsletter per seguire gli aggiornamenti sulle operazioni colturali e lo stato di salute dell’oliveto, sito in Passignano sul Trasimeno.
Gli adottanti potranno prendere parte alle iniziative già in essere e proporne di nuove per valorizzare questo arbusto in un’ottica comune, come concerti, attività fisiche e passeggiate per il riconoscimento delle erbe selvatiche.
Si può adottare un olivo dal primo novembre al 31 agosto, e cliccando QUI è possibile scaricare il regolamento.
In apertura, foto profilo Instagram le Olivastre
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