Tanta roba. Cosa è successo a Evolio Expo
Una manifestazione fieristica interamente dedicata all’olio la Puglia la attendeva e meritava da anni. In attesa della seconda edizione, dopo il felice esordio a Bari, tutto il comparto, si è mosso a partire da alcuni assi portanti strategici: business, cultura, salute e turismo

Nei padiglioni di Fiera del Levante, a Bari, ci sono stati tre giorni intensi. Eravamo presenti anche noi, con lo spazio “L’Oleoteca di Olio Officina”, dove abbiamo proposto un ricco ciclo di incontri. Evolio Expo si è conclusa con risultati promettenti, un esordio che ha visto un rincorrersi di incontri B2B, oltre a tanti approfondimenti sui temi più disparati. E con tante proposte, tra cui, trattandosi di Puglia, un annuncio sui nuovi interventi regionali in favore del settore olivicolo. Fondamentali, non c’è che dire, visto che la Puglia è la regione portante di tutto il Paese. Senza una Puglia olivicola forte, l’Italia olivicola scompare. È interesse di tutti sostenerla. Per questo, le strategie si studiano proprio attraverso il confronto, motivo per il quale vi sono stati tanti incontri.
Occorre dare atto a Senaf, con l’apporto prezioso del Dipartimento di Agricoltura, sviluppo rurale e ambientale della Regione Puglia, oltre che di Pugliapromozione, l’Agenzia Regionale del Turismo, e dell’Associazione Nazionale Città dell’OIio, di aver organizzato una tre giorni che promette bene. Si attende ora il varco della seconda edizione, in modo che la Puglia abbia finalmente la sua fiera dell’olio, pronta a trainare l’intero settore.
Sono state 161 le aziende espositrici e 22 i buyer internazionali coinvolti. Questi, provenienti da USA, Australia, Tunisia e Germania, sono stati utili per comprendere le aspettative degli operatori. Tra i vari soggetti presenti in fiera, anche l’autorevole figura di Juan Ramon, dalla Spagna: un solido punto di riferimento del settore.
Nel corso della giornata inaugurale c’è stato un focus sul mercato dell’olio, con utili analisi delle tendenze globali. Il convegno organizzato dalle riviste MarkUp e GDO Week, del gruppo editoriale Tecniche Nuove, è stato determinante nel chiarire le evoluzioni dei consumi, evidenziando il ruolo strategico della Gdo nel portare il prodotto olio da olive al di fuori della logica del sottocosto, come è accaduto per decennio, e puntando in modo responsabile su qualità, etica, sostenibilità e tracciabilità.
Quanto alla Puglia, si sa, è interesse di tutti che sia gestita al meglio la struttura degli oliveti e dei frantoi, perché senza l’olio pugliese non esiste l’olio italiano. Motivo per il quale il direttore del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia, Gianluca Nardone, ha annunciato la firma dei nuovi bandi del CSR Puglia 2023/2027, perché senza aziende agricole competitive non si va da nessuna parte.
Si punta da un lato alla creazione di nuovi impianti olivetati, con il proposito di incrementare la produzione e nel contempo migliorare le caratteristiche dell’oli anche in funzione di un rinnovamento varietale, differenziando in tal modo la produzione anche in funzione delle sempre più diverse esigenze del mercato. Un’attenzione importante è stata pure dedicata alle aree infette da Xylella fastidiosa, cercando così di trovare soluzioni concrete al disastro provocato dal batterio.
Sarà in grado il comparto di tener testa alle trasformazioni della società che punta a estendere le proprie mete turistiche anche alle campagne di olivi e ai frantoi? L’oleoturismo dovrebbe essere una opportunità che va giocata in modo consapevole e strategico. E anche di questo si è parlato. Si attendono ora investimenti e formazione: le due parole chiave richieste agli operatori del settore.
Il ruolo dell’olio extra vergine di oliva nella prevenzione delle malattie più diffuse è stato un altro perno di questa prima edizione di Evolio Expo, con il voinvolgimento di tanti soggetti, tra cui la Federazione società Medico-Scientifiche Italiane ed Exposanità. E finalmente qualcosa si muove, per esempio l’esordio sulla scena di Phenoli Plus, che Agridè ha presentato per l’occasione, unico olio in commercio a dichiarare in etichetta la valenza salutistica così come stabilito dai claim salutistici ufficialmente riconosciuti ma che ancora non compaiono sugli scaffali. Con questa virtuosa iniziativa di Agridè ha inizio una decisiva svolta per scuotere mercato e consumatori: l’olio fa bene, ci dona salute e benessere, e proprio per questo occorre scegliere l’olio dalla qualità riconosciuta, una qualità che sia longeva e durevole.
Anche i laboratori sensoriali e le degustazioni guidate hanno avuto successo, con tanti workshop seguitissimi, segno che c’è curiosità e interesse.
Nemmeno il design degli oli è stato trascurato, tant’è che visitando i vari stand si sono notate differenze enormi rispetto al passato, con bottiglie e confezioni molto belle e attrattive, senza per questo rinunciare alla funzionalità. A dimostrazione di questo cambiamento di stile, ha destato notevole stupore la presentazione dei risultati del contest Forme dell’Olio presso lo spazio L’Oleoteca di Olio Officina. L’annuncio dei vincitori (QUI) ha dato l’esito che deve far riflettere: la Spagna è molto più avanti dell’Italia in fatto di design. Si è imposta all’attenzione in modo eclatante. Riusciranno i produttori italiani a tener testa ai colleghi spagnoli?
Intanto, Ivo Nardella, presidente del Gruppo Tecniche Nuove e Senaf, che in questa prima edizione di Evolio Expo ha avuto un ruolo determinate nell’organizzazione, insieme alla sua squadra ben rodata in fatto di manifestazioni fieristiche, ha dichiarato che “per consolidare il ruolo dell’Italia come leader mondiale nel settore dell’olio extra vergine d’oliva è necessario avere una propria piattaforma per promuovere l’eccellenza dei propri oli sui mercati internazionali. Per farlo – ha sostenuto – questo evento fieristico è la cornice ideale per dar voce e visibilità a un comparto così strategico. Un evento di tale portata, coinvolgendo istituzioni, operatori e le principali associazioni del settore, può solo confermare la capacità di creare networking, attrarre buyer internazionali e promuovere una cultura dell’olio extra vergine di oliva fondata sui valori di sostenibilità, innovazione e valorizzazione dei territori”. Si parte da qui.
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