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L’aglio nero

L'avete mai degustato? Si ottiene attraverso una fermentazione spontanea in un ambiente umido, in varie fasi, che durano circa ottanta giorni. Dato che le molecole di allicina si concentrano, questo antiossidante diventa disponibile in quantità superiori a beneficio del nostro organismo

Daniele Tirelli

L’aglio nero

Io sì, l’ho acquistato. Ovviamente dal category killer dell’ortofrutta Grand Frais, a Dijon (Francia), dato che in Italia i retailer non sospettano neppure che esista.
Ebbene, creato vent’anni fa in Corea è diventato di gran moda negli USA, in Spagna (dove hanno iniziato a produrlo e a esportalo) e in Francia.

Negli USA ho constatato che lo inseriscono nei corsi di cucina e di alimentazione dei supermercati.
Li ho visti a Poughkeepsie (New York) da Adam’s Fair Acres e a Austin (Texas) da Central Market (HEB).

Ci fanno anche i dolci, dato che l’aglio nero non puzza e non sa di aglio, ma ha un sapore dolce con sfumature di liquirizia. Dunque arricchisce i dessert al cioccolato e le creme.
Fantastico anche per le salse per il pesce e i crostacei in quanto ricco di umami… il quinto sapore.

L’aglio nero si ottiene attraverso una fermentazione spontanea in un ambiente umido, in varie fasi, che durano circa 80 giorni. Dato che le molecole di allicina si concentrano, questo antiossidante diventa disponibile in quantità superiori a beneficio del nostro organismo.

La presenza di s-allylcycteine (SAC), poi serve a ridurre il colesterolo.
L’Ajo Negro dell’azienda spagnola La Veguilla ha già preso la sua fetta di mercato, e lo si vende a prezzi adeguati, mentre noi stiamo a guardare. Coltivatori ferraresi, che fate? dormite?

La foto di apertura è di Daniele Tirelli

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