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L’olio con il contagocce

C’è un produttore atipico, originario di Castelvetrano ma che vive e opera a Milano. La Sicilia è la sua terra madre e cerca di valorizzare l’olio del territorio proponendolo alla ristorazione più qualificata e di prestigio. Pasquale Bonsignore è un interior design, e proprio per questo cura ogni minimo particolare nel proporre il suo “Incuso” (questo il nome dell’olio), tanto da inventarsi una confezione ad hoc

Luigi Caricato

L’olio con il contagocce

Non è un produttore-produttore. Non lo è, quanto meno, in senso stretto. Intervistato per Olio Officina Magazine, disse anche il perché, pur facendo tutt’altro nella vita, abbia deciso di dedicarsi all’olio da olive, che, detto con estrema franchezza, non è un prodotto semplice, e non è nemmeno un prodotto facile da commercializzare.

Estraggo un passo di un’intervista del 2014, il cui testo integrale potete leggere QUI. “Perché lo faccio? Perché davvero non riesco a capacitarmi di come in un territorio – così ricco per quantità e qualità, in riferimento all’olio – non ci sia una qualche forma di iniziativa imprenditoriale che dia una prospettiva a Castelvetrano e all’olio che viene prodotto nel più ampio bacino di sua influenza, che è la Valle del Belice tutta”.

Ed ecco l’olio, nell’edizione di quest’anno. Una olivagione difficile in Sicilia, quella del 2015, con profumi che tendevano a smorzarsi dopo alcune settimane. Eppure, l’impegno porta sempre buoni risultati.

Ciò che si fa notare, è la cura dei particolari. Oltre alle lattine in piccolo formato e in banda stagnata, c’è anche, per l’olio “Incuso”, un flacone concepito per versare l’olio con il contagocce, tant’è prezioso. Oltretutto, è vero: basta poco per ottenere l’effetto condente desiderato. E così Pasquale Bonsignore ha optato anche per questa ulteriore soluzione, pur di far perceire l’olio materia viva preziosa, da utilizzare con misura e attenzione.

Si rivolge a chef bravi, sensibili e meticolosi nello scegliere materie prime di pregio.

Ed ecco il “saggio assaggio”: una spremitura di olive Nocellara del Belice 2015.

Alla vista è verde tenue dai riflessi dorati, limpido.
Al naso si percepisce una sensazione fruttata che richiama l’oliva non ancora matura, con rimandi al pomodoro e alla mandorla verde.
Al palato è morbido, carezzevole, avvolgente, armonico, rotondo. Ha note amare e piccanti in equilibrio, in evidenza soprattutto in coda, e in maniera progressiva, senza mai risultare sbilanciate. Al gusto le sensazioni vegetali, con richiami a vari ortaggi e in particolare al carciofo.
In chiusura, nelle percezioni retro-olfattive, toni mandorlati, l’erba verde, una lieve punta piccante.

E’ un extra vergine versatile, buonoa crudo come in cottura, anche se è decisamente destinato all’impiego a crudo, vista anche la confezione che segnaliamo.

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