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Puro succo di oliva, 100% australiano

Che gusti e profumi hanno gli oli di un continente così lontano? Le olive sono rigorosamente espressione di varietà italiane. A produrlo la famiglia Monini, nei propri oliveti di Hillstone, nel Nuovo Galles del Sud. In Italia lo ha avuto in esclusiva Esselunga

Luigi Caricato

Puro succo di oliva, 100% australiano

Quando ne scrissi nel 2011, ero ben contento di recensire un extra vergine prodotto da una storica e prestigiosa azienda italiana qual è la Monini Spa. L’olio in questione rappresentava una grande scommessa, per Zeffirino e Maria Flora Monini. Per certi versi una sfida, anche. Una scommessa e una sfida che è giusto ritenere più che vinte. Anche perché a produrre olio al di fuori del territorio nazionale, non in un Paese a noi vicino, nel Mediterraneo, ma addirittura nella lontana Australia, ci vuole coraggio, oltre a tanto danaro da investire.

L’olio australiano di Monini era stato presentato la prima volta in esclusiva per Esselunga, con l’effetto sorpresa comprensibile, visto che il consumatore si trovava davanti al marchio Monini, associato però a un formato di bottiglia e a un’etichetta insoliti, che non lasciano alcuno spazio a equivoci: 100% australiano.

In tempi in cui esistono soggetti afflitti da una chiusura mentale preventiva, la proposta commerciale di mettere in vendita un olio non italiano sarà sicuramente apparsa rivoluzionaria. Ovviamente non se ne è parlato pubblicamente, perché c’è un certo pudore, ma in molti hanno colto il gesti di novità. Una scelta che io approvo fino in fondo, dal momento che mi sembra giusto che gli imprenditori italiani investano e facciano valere le proprie competenze anche altrove, non soltanto imponendosi all’attenzione per la propria forza e capacità nell’operare con successo nei mercati esteri, ma anche investendo in maniera convinta nella produzione di olio in altri luoghi, al di fuori dei confini nazionali.

L’olio in questione è un olio australiano ma da olive italiane – Frantoio, Leccino e Pendolino – coltivate nella tenuta della famiglia Monini. Gli oliveti sono quelli di Hillstone, nel Nuovo Galles del Sud.

In una nota si legge che la “posizione del continente, con le stagioni invertite rispetto all’Europa, permette di avere raccolti ad aprile anziché ottobre”, da qui l’idea di destinare una parte della produzione anche agli “intenditori italiani che possono così gustare il primo extravergine raccolto e franto nel 2013”, prima ancora che da noi si molissero le olive, ancora sull’albero in attesa di essere pronte per la raccolta.

Anche quest’anno l’accordo di esclusiva l’ha avuto Esselunga. “Tra tutti i partner dell’azienda, è stata l’insegna di Caprotti ad avere il privilegio di distribuirlo nei propri punti vendita. In un periodo limitato, dal 16 al 23 settembre, collocato al di fuori degli scaffali dell’olio, in un apposito espositore da 90 bottiglie in cui è stato evidenziata in modo inequivocabile le caratteristiche, come pure la provenienza delle bottiglie di olio extra vergine di oliva. In tutto dieci mila bottiglie.

E’ lo stesso titolare dell’azienda, Zefferino Monini, il nipote del fondatore, a occuparsene di persona, prendendo diretta visione delle operazioni di raccolta e frangitura.

L’olio lo recensiamo solo ora, a operazione di vendita ormai conclusa, ma è stato degustato subito, prima ancora di essere posto in vendita. Importa evidenziare qui l’intuizione e la determinazione nel portare avanti un simile progetto.

Ed ecco il “saggio assaggio”.

Alla vista è limpido, di colore giallo chiaro.

Al naso ha profumi fruttati di media intensità, freschi e vegetali, dalle connotazioni erbacee.

Al palato ha buona fluidità. E’ morbido, dolce al primo impatto, con lieve e gradevole nota amara e piccante, in perfetto equilibrio, dal gusto vegetale di carciofo.

Nella sensazione retro-olfattiva, sentori di mela e mandorla, unitamente a una punta piccante lieve ma persistente.

In abbinamento: è versatiile, ideale con risotti, insalate verdi e di mare, carni bianche alla griglia

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