Quanto è buono il Mango Maya
Da Israele, con amore. Osservateli bene: rappresentano l’eccellenza qualitativa. Sono perfetti come conformazione, conservazione e maturazione. Questi frutti divengono pronti per il mercato a fine luglio e in agosto. È una varietà di mango che cambierebbe il percepito degli italiani, se solo fosse venduta “ready to eat” nei nostri supermercati, come accade in Francia (Grand Frais) e in UK (Waitrose)

Parliamo evidentemente di un frutto che può essere meraviglioso o orribile, ma che da noi subisce le irrazionali logiche di “basso (?)” prezzo, per cui la distribuzione sceglie quelli africani, tendenzialmente raccolti immaturi per via dei lunghi tempi di trasporto e spesso devastati dalla refrigerazione.
Se invece il mango è distaccato dall’albero e, dopo essere stato selezionato per calibro e colore, viene inviato celermente sul mercato, per via aerea come fa la Niva Fruits Export Ltd., un’azienda di Moshav Ramot, il risultato è spettacolare.
Se un consumatore invece guarda solo il prezzo è meglio che si orienti su delle buone pesche, invece che su un mediocre frutto esotico. Tuttavia non avendo mai assaggiato l’eccellenza, molti Italiani pensano che mango e papaya siano quelli che trovano comunemente nei loro punti di vendita.
Invece questo frutto dolcissimo (Mango Indica, del genere Mangifera e della famiglia delle Anacardiaceae) che cresce su un albero alto 35-40 metri, sempreverde, ha un sapore differenziato a seconda dei cultivar e delle modalità di raccolta e di trasporto.
La sua bontà dipende dalla ricchezza di sostanze volatili quali terpeni, furanoni, lattoni e altri esteri. La loro presenza e combinazione sono legate alla maturazione e da essa dipendono profumo e sapore. Se il mango è acerbo o è giunto a maturazione imperfetta perché refrigerato per lungo tempo, allora è una schifezza che ha sapore astringente e un vago odore di acido fenico.
Premesso che esistono innumerevoli varietà di mango (solo in India e Pakistan se ne contano un migliaio!) la varietà Maya messa a punto dalla Agriculture School della Hebrew University di Rehovot, nei primi anni ’50, si distacca da ciò che comunemente conosciamo. Com’è noto la genialità Israeliana è riuscita ad ambientare numerose coltivazioni in luoghi assolutamente improbabili.
Ottime piantagioni di mango si trovano pertanto in Galilea attorno al lago di Tiberiade, dove prosperano grazie a ingegnosi sistemi di irrigazione di acqua dolce.
Il Mango Maya è di media pezzatura. Buccia liscia giallo-arancio-rossa. Nocciolo a osso di seppia piccolo. Polpa color arancio vivo, praticamente senza i filamenti fibrosi degli altri mango, morbida, dolcissima, aromatica: perfetta per i gusti decadenti dei fruttariani più esigenti.
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