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Si chiama Padrongianus e ha l’impronta sarda delle olive Bosana e Semidana

Alle porte della città di Olbia, dagli olivi della Costa Smeralda, c’è un extravergine dai tratti peculiari: un fruttato medio-intenso dai netti sentori di carciofo, cardo e pomodoro verde. C’è voluta dedizione e caparbietà da parte di Emanuela Cafulli, quando ha deciso di riprendere la gestione dell’azienda di famiglia tagliando con il passato e adottando una conduzione manageriale

Giandomenico Scanu

Si chiama Padrongianus e ha l’impronta sarda delle olive Bosana e Semidana

Nell’estremo Nord Est della Sardegna, alle porte dalla città di Olbia e a pochi passi della Costa Smeralda, c’è un grande oliveto rimasto quasi sconosciuto per oltre 50 anni. E’ situato lungo il fiume Padrongianus da cui prende il nome l’omonima azienda agricola e l’olio extravergine di oliva ottenuto.

L’oliveto si estende su di una superficie di poco più di 6,5 ettari, delimitati dai tradizionali muretti a secco che caratterizzano il paesaggio rurale sardo, dove negli anni ’60 sono stati impiantati 850 olivi della varietà Bosana. Recentemente all’oliveto si sono aggiunte ad opera della nuova gestione 250 piante della varietà Semidana. Il mare è a meno di 500 metri dalle prime piante.

Il contesto agricolo di Padrongianus

Un ambiente marino e fluviale quello di Padrongianus, formato da terre emerse e di riporto, frutto di imponenti interventi di bonifica e di sistemazione idraulica realizzati negli anni ’30.
La fertile piana di Padrongianus è adatta per lo sfruttamento agricolo, le acque del golfo e l’area della foce offrono invece buone risorse per la pesca e la raccolta di molluschi.

Le testimonianze archeologiche principali di questo territorio risalgono all’età nuragica, con un discreto numero di nuraghi e insediamenti concentrati soprattutto nella parte occidentale della piana, in particolare lungo il corso del fiume. E’ ancora visibile, seppure soltanto in parte, il nuraghe Torra.

Vista la presenza di nuraghi posti a controllo del fiume e del golfo, è possibile che la foce del Padrongianus costituisse in età nuragica uno dei principali approdi di Olbia e, in caso di navigabilità del fiume, un’importante via d’accesso verso l’entroterra.

Il Padrongianus ha subìto profonde trasformazioni nel suo corso finale, con due regimazioni murate a valle della strada provinciale e la deviazione del corso finale, con la costruzione di un argine murato che impedisce il collegamento con le zone umide di Gravile e Lido del Sole.

Tali opere, realizzate negli anni ’30 del secolo scorso, furono costruite per impedire che i sedimenti trasportati dal fiume ostruissero periodicamente l’ingresso del golfo di Olbia, all’altezza dell’Isola di Bocca.

Nel contempo, anche il retroterra delle lagune fu sottoposto a bonifica. Il fiume perciò, nella sua parte terminale, presenta un discreto livello di naturalità delle acque; gli affluenti principali mostrano invece, un livello di naturalità superiore, per via della minore antropizzazione del territorio. Nelle zone umide di questo territorio è numerosa la presenza dei fenicotteri rosa e della caratteristica fauna acquatica.

In queste terre ricche di fossili e di humus, un territorio aperto ai venti che, in forma di brezza, o più tesi, costantemente spirano dal mare verso questa terra. Il perfetto equilibrio degli elementi naturali ha sicuramente favorito la crescita e lo sviluppo delle piante di olivo. Le foglie sono accarezzate ogni giorno dal vento di salmastro di maestrale e di scirocco ma la presenza a Nord dei rilievi del Limbara ostacola l’azione dei venti freddi di tramontana. Le piante ogni giorno sono arricchite dai profumi trasportati dal vento salmastro.

C’è voluta dedizione e caparbietà da parte di Emanuela Cafulli, imprenditrice e donna dell’olio, quando ha deciso di riprendere la gestione dell’azienda della famiglia Cafulli Marzano. Ha dato un taglio col passato per adottare una conduzione manageriale.

Va detto che in Sardegna le imprenditrici dell’olio costituiscono una piacevole realtà, un settore che conta numerose aziende olivicole a conduzione femminile.
Le tenute della famiglia Cafulli Marzano si estendono su due grandi poderi tra i comuni di Olbia e Tempio Pausania per complessivi 600 ettari. L’attività agricola prevalente a cui si dedica Emanuela è quella dell’allevamento di bovini da carne della razza Limousine. L’intera azienda è in fase di conversione all’agricoltura biologica. Per anni l’allevamento zootecnico e l’olivicoltura sono stati demandati a mezzadri che hanno gestito le aziende con poco interesse e scarsi profitti.

L’oliveto recuperato nella sua gestione ordinaria, questa volta con l’ausilio di personale esperto nella conduzione olivicola, ha dato subito i suoi frutti. La lavorazione e la concimazione del terreno, la potatura e i trattamenti fitosanitari lo hanno riportato in breve tempo alla produzione. La raccolta meccanica delle olive è avvenuta al giusto grado di invaiatura e molite a freddo entro le 24 ore in un impianto a ciclo continuo a 2-3 fasi. Dopo la decantazione e i travasi, l’olio è stato stoccato in contenitori di acciaio inox sotto battente di azoto.

Emanuela ha creduto subito nella bontà del suo lavoro e per verificare la qualità delle nuove produzioni oleicole ha partecipato in Sardegna a due concorsi Regionali. I risultati non si sono fatti attendere: primo classificato al premio Città di Sassari e primo classificato al concorso Olio Nuovo nella sezione monocultivar Bosana.

Il profilo sensoriale

Aspetto: Leggermente velato-opalescente
Colore: verde oliva con riflessi giallo-oro
Olio extravergine di oliva dal fruttato medio-intenso di olive colte al giusto grado di maturazione, sensazione olfattive di erba e foglia di olivo con netti sentori di carciofo cardo e pomodoro verde.
Al palato mostra una struttura dapprima dolce e avvolgente, poi prendono corpo l’amaro e il piccante netti e decisi ma in ottimo equilibrio, tipici della varietà.
Ancora sono percepibili le sensazioni retrolfattive di carciofo e cardo con un finale di mandorla verde ed erbe aromatiche.

Dalla varietà Bosana, cultivar tipica diffusa su tutta l’isola ma dove ha trovato la massima espressione nel territorio centro-nord della Sardegna, era d’obbligo attendersi un grande olio, anche da oliveti ubicati in un ambiente di coltivazione insolito e inusuale.

La Bosana ha un carattere di buona rusticità che garantisce produzioni costanti e copiose, la resa in olio è medio-elevata intorno al 18-20% con caratteristiche organolettiche proprie e peculiari che la contraddistinguono nel panorama oleicolo nazionale; tra la varietà coltivate in Sardegna è quella che finora ha fornito la migliore risposta produttiva in termini di quantità e qualità delle produzioni.

Le piante della varietà Semidana impiegate per infittire ed estendere l’oliveto di Padrongianus, quando entreranno nella piena produzione potranno fornire un altro grande olio extravergine monovarietale o andare a costituire un ottimo blend unendosi all’olio di Bosana.

La varietà Semidana in Sardegna è stata rivalutata solo di recente; è presente soprattutto nella zona di Oristano ma nell’ultimo ventennio ha trovato largo impiego per costituire nuovi oliveti.

Ha un’elevata fertilità ed è abbastanza costante nella produzione. L’olio che si ottiene si caratterizza per il suo fruttato intenso, dal profumo netto di oliva fresca, di erba e pomodoro; ha un gusto mediamente amaro e piccante e leggere sensazioni di carciofo e mandorla fresca.

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