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Cos’è la transumanza? In Lucania è espressione di una intera comunità

Riconosciuta dall’Unesco come patrimonio culturale immateriale, questa pratica ricopre un ruolo chiave per la conservazione delle specie animali e vegetali e il mantenimento del territorio. La proposta di legge approvata dalla Giunta della Basilicata mira a una sua tutela più ampia, ed è un primo passo verso un percorso di sostegno economico, e non solo, per mantenere viva una lunga e importante tradizione

Roberto De Petro

Cos’è la transumanza? In Lucania è espressione di una intera comunità

Dopo cinque giorni di cammino ininterrotto si ricongiungono le famiglie degli allevatori e le vacche possono finalmente riposare, godere, lasciata la siccità e l’afa della pianura, dei pascoli freschi della montagna.

Stiamo parlando della transumanza, ovvero di una pratica millenaria che, in Italia, trova le sue radici nell’Appennino abruzzese.

Consisteva, e consiste tuttora, in una migrazione periodica delle mandrie e delle greggi che da zone collinari si spostano verso pianure più miti, o viceversa, a seconda della stagione.

Spesso si sceglie di percorrere le vie naturali, ma gli ostacoli e i preconcetti che s’incontrano nel viaggio sono numerosi, frutto del presente in cui viviamo.

Vengono chiamati anche sentieri ma in origine erano i tratturi, strade di erba larghe oltre sessanta metri e lungo le quali si trovavano abbeveratoi, “stazzi” o recinti per la sosta temporanea della mandria, ricoveri per l’allevatore.

Oggi invece i moderni sentieri spesso sono angusti, con diversi tratti di strade asfaltate, con recinti chiusi da catenacci, abbeveratoi divelti e se la mandria incrocia il centro abitato non sempre incontra il sorriso dei cittadini: qualche sindaco si è spinto anche a emettere ordinanze di divieto di transumanza per le strade del paese.

La mandria che passa per le strade cittadine, inevitabilmente, lascia detriti.

Seppur non si tratti di una attività proposta ogni giorno, causando, quindi, disagi continui alla popolazione, viene percepito come un ostacolo alla quotidianità invece che essere accolto come un evento da far vivere ai cittadini, ai ragazzi delle scuole, alle comunità.

Se cambiasse la visione generale, si potrebbe realizzare il passaggio attraverso una organizzazione strutturata, che oltre ad accoglierlo con entusiasmo, si impegna perché avvengano le giuste pratiche di sanificazione e pulizia una volta terminato.

È un’importante attività da riscoprire, peraltro fondamentale per l’economia aziendale, utilissima per il benessere animale, strategica per il mantenimento del territorio.

Quest’anno, dopo due anni di pandemia, oltre duecento vacche podoliche partite da Oliveto Citra, nel salernitano, sono arrivate nell’area mercato e poi sul monte di Picerno, a monte Li Foj, dove rimarranno fino al termine dell’estate.

“È stata anche l’occasione per dare valore ad una pratica, quella della transumanza – sottolinea il direttore dell’Ara, Associazione Regionale Allevatori, di Basilicata Giuseppe Brillante – che è stata riconosciuta patrimonio culturale immateriale dell’umanità e che ha un ruolo determinante per la tutela dell’ambiente e la conservazione della biodiversità vegetale e animale” .

La Basilicata infatti è la regione che rappresenta oltre il 50 per cento della antica razza podolica di bovini da carne, ma è molto apprezzato anche il “caciocavallo”, e la pratica della transumanza è un elemento caratteristico, ma anche essenziale, per mantenere la rusticità di questa della razza.

Un evento che promuove e valorizza il territorio e le produzioni tipiche, dalla carne al settore lattiero-caseario partendo dalla mungitura delle vacche per arrivare a degustare il meglio delle produzioni agroalimentari delle zone. ​

Dalla ricchezza, e dal continuo utilizzo del pascolo, gli allevatori sanno trarre produzioni eccezionali ma ancora da valorizzare, da trasformare in vere opportunità di mercato in modo da essere da stimolo e soddisfazione per i tanti giovani che si stanno avvicinando a questa agricoltura perfettamente sostenibile.

La proposta di legge regionale, approvata ultimamente dalla Giunta della Basilicata pone le basi per un processo culturale di attenzione, ne deve scaturire un percorso vero di sostegno economico e di tutela dell’attività, della razza podolica e del Pastore Custode.

L’attività della transumanza, infatti, ha un importante valore sociale, economico, storico, ambientale e soprattutto di marketing territoriale.

È compito quindi delle nuove generazioni mantenere viva questa attività e valorizzarla sempre più, se non si vuol rischiare di doverla rivivere ed apprezzare solo in qualche filmato datato o qualche vecchia foto sui giornali locali.

All’interno e in apertura, foto di Roberto De Petro

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