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Efficienza energetica

Sapete cosa sono i “certificati bianchi”? Un convegno a Roma, a cura degli Amici della Terra, ha riunito i principali interlocutori pubblici e privati per affrontare il tema, molto attuale, soprattutto in vista del futuro. Al centro dell’attenzione il modo più economico per contenere la riduzione delle emissioni, aumentare la sicurezza energetica e, in particolare, stimolare la crescita economica

Marcello Ortenzi

Efficienza energetica

L’efficienza energetica costituisce il principale indirizzo di politica energetica comunitaria e nazionale. Questa affermazione è stata ribadita anche durante il recente convegno organizzato dall’associazione degli “Amici della Terra” a Roma il primo ottobre.

L’efficienza energetica di un sistema rappresenta la capacità del sistema stesso di sfruttare l’energia che gli viene fornita per soddisfare il cosiddetto fabbisogno, cioè per ottenere il risultato voluto. Minori sono i consumi relativi al soddisfacimento di un determinato fabbisogno, migliore è l’efficienza energetica del sistema in questione. Inoltre, rappresenta il modo più economico per contenere la riduzione delle emissioni, di aumentare la sicurezza energetica e soprattutto di stimolare la crescita economica.

L’occasione del convegno è stata la conclusione del periodo di consultazione pubblica avviato dal Ministero dello Sviluppo Economico per aggiornare il funzionamento dei certificati bianchi (Titoli di Efficienza Energetica) strumento principe in Italia per incentivare l’efficienza energetica e trarre quindi prime conclusioni sulla questione.

Nel 2020, in Italia, il risultato di risparmio energetico conseguito dai Certificati Bianchi dovrà essere pari a 4,3 Mtep/a di risparmi di consumi finali di energia, ossia sette volte superiore a quello raggiunto nel 2014. Se il meccanismo dei certificati bianchi ha realizzato significativi risultati in termini di risparmio energetico in Italia ed è di modello per i meccanismi adottati in altri Paesi dell’Unione, le nuove linee guida per il funzionamento di questo meccanismo avranno il compito di favorirne un deciso consolidamento e potenziamento.

E’ lo stesso Governo, infatti, che ha giustamente ha scelto di utilizzare prioritariamente il meccanismo dei Certificati Bianchi per conseguire l’obiettivo 2020 di risparmio energetico finale in base a quanto previsto dall’articolo 7 della Direttiva 27/UE/2012. Questo impegno, che per la prima volta è stato reso vincolante, è modulato in Italia dal Piano d’Azione nazionale per l’Efficienza Energetica che prevede che il 62% di questo obiettivo venga conseguito tramite questi Certificati.

I relatori al convegno e la stessa associazione organizzatrice hanno concordato che con le nuove linee guida devono essere superate le criticità e le contraddizioni emerse nella gestione del meccanismo ma è soprattutto necessario individuare le soluzioni per un effettivo rilancio del suo funzionamento evitando un appesantimento burocratico, escluso del resto dalla rappresentante del Ministero dr.ssa Sara Romano, che ne segnerebbe il depotenziamento e il declino.

In questa prospettiva gli Amici della Terra hanno formulato diverse osservazioni al documento, quali:

• Condivisibilità per l’introduzione di requisiti di maggiore qualificazione dei soggetti che accedono ai certificati bianchi ma senza introdurre barriere che restringano inutilmente il perimetro degli attori e delle potenzialità di intervento.

• Se è necessario eliminare i rischi legati all’attribuzione dei Titoli con modalità che non siano chiaramente collegate all’effettivo conseguimento di risparmi energetici. Tuttavia le nuove modalità di riconoscimento dei TEE devono avere un carattere di flessibilità anche per gli interventi a più elevate intensità di capitale e maggiore vita tecnica, in particolare nei processi produttivi del settore industriale.

• Importante e riconosciuto anche da altri soggetti che con le nuove linee guida deve essere reso disponibile un “catalogo” di parametri di riferimento per l’individuazione dei risparmi con caratteri di addizionalità rispetto a standard obbligatori o già diffusi sul mercato. Ciò ridurrebbe le incertezze per i presentatori degli interventi e aumenterebbe la trasparenza nella valutazione dei progetti.

• Si ritiene indispensabile, mantenere il sostegno al teleriscaldamento tramite i certificati bianchi fino al varo di nuovi strumenti di promozione per questo settore.

Diversi i suggerimenti degli altri operatori intervenuti sul tema, già espressi al Ministero dello Sviluppo Economico, e la Presidente degli Amici della Terra ha sintetizzato al termine dell’evento che il meccanismo per quanto prezioso ha bisogno di diversi aggiornamenti, dopo dieci anni d’esperienza.

Inoltre, se in molti si preoccupano che non si ripetano fenomeni di sovraincentivazione e speculazione, tuttavia non si devono generare equivoci sui costi dei Certificati Bianchi. Un confronto tra i costi delle diverse politiche di incentivazione in atto riferiti al 2013 dimostra che per i certificati bianchi sono stati spesi 710 milioni di euro, per il fotovoltaico 6,7 miliardi di euro e per le fonti rinnovabili elettriche non fotovoltaiche 4,5 miliardi di euro.

C’è da aggiungere che appare necessario sia esplicitato con maggiore chiarezza il criterio con cui oggi è calcolato il risparmio energetico annuale di energia, contabilizzato dall’ENEA, ai fini dell’articolo 7 della Direttiva come risultato ottenuto dal meccanismo. Infatti il dato non corrisponde ai risparmi di energia contabilizzati dal GSE con i criteri stabiliti dalle attuali linee guida che, ad esempio, considerano risparmi anche gli usi di fonti rinnovabili in quanto consumi evitati di fonti fossili. Questo elemento di maggiore chiarezza è indispensabile per poter valutare il rapporto tra i nuovi obiettivi 2017-2020 in termini obblighi per i distributori e il ruolo attribuito al meccanismo nel conseguimento dell’obiettivo 2020 di risparmio energetico previsto dall’articolo 7 della direttiva.

La foto di apertura è di Luigi Caricato e riprende un particolare di un’opera esposta presso la Biblioteca universitaria di Genova, nell’ex Hotel Colombia, collocata nell’ambito della mostra “La mensa dei poveri, la mensa dei ricchi”

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