Energia dagli scarti oleari
Le nuove tecnologie di estrazione, oltre a fornire un olio di migliore qualità, permettono anche importanti benefici ambientali, eliminando la necessità di aggiungere grandi quantità d'acqua al processo e limitando il problema dello smaltimento delle acque di vegetazione. La produzione e l’utilizzo del biogas da sottoprodotti dell’industria olearia porta oggi a una svolta. Così, dagli oneri di smaltimento si passa alle opportunità di reddito delle aziende
A Bari la Società italiana per lo studio delle sostanze grasse ha creato le condizioni per diffondere tutte le novità in materia di oli e grassi. Ai lettori di Olio Officina Magazine presentiamo gli abstract, in modo da poter acquisire ogni utile informazione e magari richiedere direttamente al Sissg quanto necessario per approfondire di volta in volta i vari temi trattati.
È tuttavia importante evidenziare come la ricerca abbia bisogno di essere sostenuta concretamente, per questo consigliamo alle aziende di trovare il modo per finanziare le attività del Sissg, perché tutti si è parti in causa e soggetti attivi. Non possiamo aspettarci sempre che sia lo Stato a finanziare, anche noi dobbiamo fare la nostra parte, anche con una semplice quota, scrivendo a sissg@sissg.it
La produzione e l’utilizzo del biogas da sottoprodotti dell’industria olearia: dagli oneri di smaltimento alle opportunità di reddito delle Aziende
Giuseppe Bratta – Distretto Pugliese delle Energie Rinnovabili “La Nuova Energia” –
Nello scenario nazionale della green-economy e della sostenibilità ambientale e produttiva del territorio, il recupero e la valorizzazione energetica delle biomasse residuali della filiera olivicola-olearia può consentire di trasformare materiali di scarto in prodotti energetici permettendo la produzione di energia rinnovabile da biomasse senza l’utilizzo di suolo agricolo per fini energetici.
I sottoprodotti sono ancora lontani dalla piena valorizzazione.
Gli ostacoli alla valorizzazione energetica dei sottoprodotti olivicolo-oleari sono di varia natura e vanno dalle difficoltà burocratiche ed autorizzative, alle problematiche nello sviluppo di piani di approvvigionamento affidabili e di lungo periodo a partire da una materia prima notevolmente dispersa sul territorio, nonché alla difficile interazione tra il mondo agricolo (da sempre abituato ad orizzonti temporali di investimento e contrattuali molto brevi) e quello industriale-energetico, che necessita di lunghi orizzonti temporali ed elevata affidabilità degli approvvigionamenti per garantire la redditività degli investimenti.
Le nuove tecnologie di estrazione, oltre a fornire un olio di migliore qualità, permettono anche importanti benefici ambientali, eliminando la necessità di aggiungere grandi quantità d’acqua al processo e limitando il problema dello smaltimento delle acque di vegetazione.
Nel settore oleario la destinazione energetica degli scarti oleari, soprattutto se accompagnata da tecnologie innovative, che riducono il consumo di acqua e migliorano la qualità dell’olio, può rappresentare un effettivo aumento di valore per tutta la filiera, grazie al loro utilizzo negli impianti di biogas e biometano.
La filiera del biometano può divenire quindi oggi un naturale completamento della filiera agroalimentare, ed offrire interessanti opportunità di sviluppo permettendo di realizzare un’economia circolare e ambientalmente virtuosa.
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