Il biometano agricolo necessario con la nuova Pac
L’agricoltura sta cambiando, l’attenzione all’ambiente è sempre maggiore, come anche la nuova Pac mostra, i cambiamenti climatici creeranno sempre più problemi e anche i metodi produttivi dovranno adeguarsi ad una richiesta di sostenibilità rivolta a diversi ambiti. Ci vorranno soluzioni di economia circolare, e riduzione degli sprechi alimentari, per abbattere l’impronta ambientale
La produzione di biometano da matrici agricole può rappresentare un elemento di forza nell’ambito delle strategie ambientali a livello europeo e nell’attuazione nazionale degli obiettivi del Next Generation EU (PNRR), nonché nella messa in atto delle indicazioni del “Farm to fork”. Il settore presenta aiuti stabiliti dal Decreto del marzo 2018 ma che poco è stato utilizzato nel comparto agricolo perché presenta alcune difficoltà operative. Dal 2018 è possibile immettere in rete questo prezioso biocombustibile. L’incentivo garantito a fronte di importanti investimenti ha durata limitata, forti limitazioni alle biomasse impiegabili (reflui zootecnici, triticale o sorgo come colture di copertura e successive a primo raccolto feed food, esigua lista di sottoprodotti), difficoltà di accesso ed elevati costi di connessione alla rete gas, complessità tecnologica delle soluzioni avanzate, rigidi vincoli legati alla sostenibilità (certificazione obbligatoria). A causa delle difficoltà descritte la filiera appare maggiormente in mano ai grandi soggetti industriali che, per effetto della loro struttura, capacità di investimento e dei diversi obiettivi imprenditoriali, cercano di acquisire impianti biogas della filiera agricola. Il biometano agricolo è all’interno dell’economia circolare dell’impresa agricola e capace di contribuire alla diversificazione del reddito. Il sistema di incentivazione prevede per gli impianti che entrano in esercizio entro il 31/12/2022, l’assegnazione di un Certificato di Immissione in Consumo del valore fisso di 375 € per ogni 1.255 Smc di biometano. La durata è di 10 anni; al termine il prezzo del CIC dipenderà dal mercato, senza alcuna garanzia per il produttore. La revisione dell’attuale sistema dovrebbe definire l’“Impianto di Biometano Agricolo” che risponde alle seguenti caratteristiche:
- approvvigionamento di matrici prevalentemente aziendali (o cooperative) a filiera corta;
- stretta connessione con la filiera agricola locale (promosso e gestito da imprenditori agricoli)
- gestione ambientale virtuosa: copertura di tutte le vasche, interramento immediato del digestato.
- Incentivo specifico aggiuntivo per il settore agricolo che consenta di coprire gli extra costi di una filiera agricola locale e virtuosa.
- Mitigazione delle decurtazioni di incentivo in caso di riconversione tardiva da sistema elettrico
Il potenziale produttivo di biometano è stimato al 2030 in 10 miliardi di metri cubi, di cui almeno otto da matrici agricole, pari a circa il 10% dell’attuale fabbisogno annuo di gas naturale e ai due terzi della potenzialità di stoccaggio della rete nazionale. Le azioni che si richiedono per potenziare la produzione sono realizzabili se c’è volontà politica e convergenza di intenti nel riconoscere il ruolo di primo piano del settore agricolo nell’economia circolare e nel Green Deal. Da considerare che le misure sono sicuramente compatibili con le regole europee in materia di energia e di aiuti di Stato.
Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui
Commenta la notizia
Devi essere connesso per inviare un commento.