Il legno occuperà un ruolo sempre più strategico nella transizione ecologica
L’Italia è un Paese a vocazione forestale con undici milioni di ettari di boschi, ma solo il 15,3% rientra nei piani di gestione forestale e circa il 70% del prelievo boschivo è usato come legna da ardere. Dal Rapporto Gestione forestale e sostenibilità degli usi energetici delle biomasse forestali realizzato da Aiel e dal Ministero dell'Agricoltura, emerge che per la filiera legno – energia vanno previsti investimenti nella gestione delle foreste diretti ad aumentare i livelli di approvvigionamento sostenibile di materie prime e il loro utilizzo a cascata
L’Italia è un Paese a vocazione forestale con undici milioni di ettari di boschi, ma solo il 15,3% rientra nei piani di gestione forestale e circa il 70% del prelievo boschivo è usato come legna da ardere mentre l’industria italiana del settore importa circa l’80% della materia prima.
Nel corso dell’evento del 3 ottobre “Legno: il più antico biocombustibile del futuro” promosso da Aiel, si è reso chiaro che le biomasse legnose possono avere un ruolo non solo nella decarbonizzazione ma anche nel contrasto al cambiamento climatico, nel mantenimento della biodiversità, nella tutela del territorio e quindi nella prevenzione degli incendi.
Luigi Spagnolli, Segretario della Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato, ha messo in rilievo che è fondamentale che le bioenergie entrino nel dibattito pubblico proprio in virtù della loro sostenibilità: «Il legno è uno dei paradigmi della sostenibilità nel complesso rapporto di coesistenza uomo-natura. Ogni iniziativa volta ad approfondirne l’uso e a condividere conoscenze e innovazioni possibili è pertanto preziosissima».
Dal Tavolo di Filiera è nato il position paper “Gestione forestale e sostenibilità degli usi energetici delle biomasse forestali” che Annalisa Paniz, direttrice generale di Aiel, ha presentato nel corso dell’incontro. Il rapporto ha sostenuto che per la filiera legno-energia vanno previsti investimenti nella gestione delle foreste diretti ad aumentare i livelli di approvvigionamento sostenibile di materie prime e il loro utilizzo a cascata.
Il valore economico della produzione complessiva della macro-filiera del legno è tutt’altro che trascurabile: circa 39 miliardi di euro, ovvero circa il 4,5% del fatturato manifatturiero nazionale, stando ai 2020 di Federlegno. La filiera legno-energia conta oltre 14mila imprese, di cui 6.500 imprese forestali, supera i 72mila addetti e produce un fatturato di più di 4 miliardi di euro.
Il sottosegretario al Masaf Patrizio La Pietra ritiene che «la filiera legno-energia sia di fondamentale importanza per il presente e soprattutto per il futuro economico e ambientale del nostro Paese. Stiamo lavorando per raggiungere nel minor tempo possibile una progressiva riduzione dell’utilizzo del gas grazie all’utilizzo dei vari dispositivi alimentati a biomassa e il legno è destinato a rivestire un ruolo sempre più strategico. Le bioenergie sono il futuro e sottovalutare l’importanza che il legno può e deve avere, in un processo di transizione ecologica, è un lusso che non possiamo e non dobbiamo permetterci».
Un elemento che dovrebbe contribuire a valorizzare il patrimonio forestale è l’emendamento presentato in Senato e approvato nell’ambito del Dl Asset , per la deroga all’autorizzazione paesaggistica per le operazioni boschive ordinarie.
Ora le imprese boschive potranno effettuare gli interventi di ordinaria amministrazione più rapidamente, ma sempre nel rispetto delle normative vigenti e delle prescrizioni dei piani paesaggistici.
L’Aiel ha individuato tre misure concrete da attuare per attuare politiche in grado di innescare un processo virtuoso:
- Istituire un tavolo interministeriale permanente tra il Masaf, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy per garantire la condivisione e il coordinamento delle politiche che riguardano le filiere industriali ed energetiche collegate al settore forestale.
- Riconoscere un adeguato contributo da parte delle biomasse nel Pniec italiano, puntando ad un obiettivo complessivo al 2030 di 16,5 Mtep (milione di tonnellate equivalenti di petrolio) di energia termica prodotta da bioenergia rispetto ai 6,1 Mtep previsti dall’attuale formulazione del Pniec. Un contributo di questo tipo delle biomasse legnose consentirebbe di evitare l’importazione di oltre 10 miliardi di metri cubi all’anno di gas naturale. L’occasione offerta dall’aggiornamento del Pniec, che dovrà essere approvato entro giugno 2024, rappresenta l’ultima opportunità per non rinunciare al fondamentale contributo energetico rinnovabile dell’energia dal legno.
- Riconfermare l’Iva sul pellet al 10%, una misura fortemente voluta dal Governo e sostenuta da tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione, che ha dimostrato fin da subito la sua efficacia contribuendo a combattere il caro-energia e consentendo una riduzione dei fenomeni elusivi ed evasivi, nonché delle frodi che caratterizzavano il mercato.
È intervenuta anche Alessandra Stefani della Direzione Generale dell’Economia Montana e delle Foreste del Masaf per ribadire che: «Quando si affronta un tema così articolato è fondamentale avere una visione ecosistemica, in cui tutti i settori produttivi della filiera foresta-legno hanno un ruolo nel valorizzare dal punto di vista culturale, economico, occupazionale, ambientale ed energetico questa grande risorsa del Paese. Il position paper presentato è importante, perché per la prima volta la filiera foresta-legno assume una visione comune che è fondamentale per la realizzazione di politiche coordinate e condivise».
C’è stato accordo alla fine del convegno tra gli intervenuti relativamente alla necessità di comunicare le esperienze positive che ci sono in Italia per promuovere la gestione forestale sostenibile, valorizzare l’energia rinnovabile del legno, sensibilizzare la pubblica opinione e incentivare la diffusione delle buone pratiche di gestione delle nostre foreste.
In apertura, foto di Olio Officina©
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