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L’apocalisse del Salento, un cortometraggio di Paola Ghislieri sulle devastanti conseguenze della Xylella

È italiana, ma vive a Ginevra, in Svizzera. Con The Apocalypse of Salento, firma il suo primo documentario in cui racconta il grande dramma che si sta vivendo nel sud della Puglia. Nel numero 12 di OOF International Magazine uscirà un’intervista in cui la cineasta pugliese presenta il suo docufilm. Ne anticipiamo alcuni stralci

Maria Carla Squeo

L’apocalisse del Salento, un cortometraggio di Paola Ghislieri sulle devastanti conseguenze della Xylella

Ha studiato media arts a Royal Holloway University, in Inghilterra, e si è specializzata in cinematografia. Paola Ghislieri ha in seguito lavorato in una società di produzione a Londra, e alla Walt Disney, per parecchi anni. Ora realizza film come indipendente. The Apocalypse of SalentoL’apocalisse del Salento, è il suo primo documentario.

Per fine dicembre, sul numero 12 di OOF International Magazine uscirà un’intervista che ci ha rilasciato e di cui qui anticipiamo alcune sue considerazioni.

L’INTERVISTA A PAOLA GHISLIERI

Una anticipazione

L’olio. Che cosa la lega a questo alimento che dagli scienziati e dai nutrizionisti è considerato un functional food e, addirittura, un nutraceutico, e, in ogni caso, e sopra ogni cosa, resta per tutti un simbolo che racchiude in sé la civiltà dell’uomo?

L’olio extra vergine italiano è riconosciuto in tutto il mondo come una eccellenza. Fa parte della nostra cultura e della nostra dieta Mediterranea. Mia nonna aveva l’azienda agricola in Puglia, che adesso è gestita da mio padre. Tutti gli anni facciamo il nostro olio, un blend fatto di olive Cellina di Nardò, Leccino e Coratina.

La giovane cineasta Paola Ghislieri

Avendo suo padre direttamente coinvolto sul campo, cosa pensa di un prodotto che ha raggiunto oggi vette d’eccellenza, con qualità mai raggiunte in altre epoche? In un quadro d’insieme così positivo e promettente, accade, paradossalmente, che proprio ora che l’olio extra vergine di oliva è diventato a tutti gli effetti un alimento popolare, che tutti possono finalmente permettersi, sia compromesso da contesti commerciali a dir poco avvilenti. Immaginare questo prezioso succo di olive svilito al supermercato, in quanto venduto costantemente in sottocosto, e dunque umiliato e svenduto, deprivato del suo valore, non la mette in forte imbarazzo?

Conoscendo i costi di produzione dell’olio di oliva extra vergine di oliva, non è immaginabile che possa essere venduto nei supermercati a 2 euro al litro. Certamente non è olio extra vergine di oliva italiano. Nutro anche dubbi che sia veramente un olio extra vergine.

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