Gea Terra

La metafora della goccia d’olio

Ogni volta che nidificano i Paduli è sempre una gran festa. Teatro dell’evento, come al solito, è l’oliveto pubblico. Le giornate del workshop di autocostruzione dei nidi vincitori del concorso Nidificare i Paduli sono state proprio una bella esperienza per chi le ha vissute. Noi riportiamo il racconto di chi ha ideato il progetto, con una ricca galleria di immagini

Laboratorio Urbano Aperto

La metafora della goccia d’olio

E’ la terza edizione del concorso di idee “Nidificare i Paduli”. Quest’anno ha visto la partecipazione di un totale di 27 progetti destinati alla realizzazione di rifugi biodegradabili pensati esclsuivamente per il Parco dei Paduli e per il suo albergo biodegradabile diffuso. Il motore di tutto è Lua, il Laboratorio Urbano Aperto che è tra l’altro candidato italiano al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa 2014-2015.

C’è stata una grande attesa, prima di giungere ai risultati del concorso di idee Nidificare i Paduli. Primo in graduatoria – e pertanto vincitore del premio in denaro di 7 mila euro, messo in palio per la qualità del progetto e quale compenso per la sua realizzazione – è stato il progetto “Nziddha”, a cura del raggruppamento formato dai progettisti Pietro Oronzo Di Chito e Fabrizia Parisi.

“Nziddha” – si legge nel testo in cui si racconta l’esperienza – è stato scelto per la sua capacità di “interpretare poeticamente l’idea del rifugio attraverso una soluzione tecnica innovativa che propone la levitazione da terra e l’esperienza della leggerezza”. Questo è ciò che si legge nelle motivazioni della giuria. “I due moduli sospesi attraverso la metafora della goccia dell’olio d’oliva collegano l’idea dell’abitare nel bosco con la sua vocazione produttiva”.

La giuria ha inoltre riconosciuto due menzioni di merito: la prima al progetto “Osservatorio dei sogni”, del raggruppamento formato da Andrea Foglio Para, Eleonora Molaro, Marco Inversini, Giorgio Mariotto. In questo caso, vista la qualità e varietà della proposta del secondo classificato, l’ente gestore, Lua, ha manifestato la volontà di realizzare comunque l’opera.

La seconda menzione è andata invece al progetto “Cocoon”, del raggruppamento formato da Stefano Tornieri, Massimo Triches e Dario Attico.

La giuria della terza edizione del concorso “Nidificare i Paduli 2015” era composta da Rainer Toshikazu Winter, direttore del Laboratorio Ecoform (scuola di formazione in autocostruzione e architettura sostenibile); Mariavaleria Mininni, paesaggista e docente di Urban and Landscape Planning; Giuseppe Nicola Pacella, presidente della Commissione Paesaggio dell’Unione delle Terre di Mezzo; Gabriele Petracca, sindaco del Comune di San Cassiano (capo fila dei comuni facenti parte del Parco) e Presidente del Gal “Terre d’Otranto”; e da Gaetano Fornarelli, architetto e membro dell’associaizone Lua (Laboratorio Urbano Aperto).

La premiazione dei vincitori e la mostra di tutti i lavori pervenuti nella terza edizione del premio è avvenuta presso l’oliveto comunale di San Cassiano la sera dello scorso 27 luglio e lo stesso giorno ha avuto inizio il workshop di autocostruzione, gratuito e aperto a tutti, che ha visto la realizzazione dei progetti al fianco dei vincitori.

Quanto all’ubicazione dei due rifugi, uno era da costruire, e poi appendere a un ramo, l’altro invece a stretto contatto con il terreno, ma da orientare in modo da contemplare il cielo stellato di notte. Per tracciare la giusta direzione de “L’osservatorio dei sogni” era presente Fernando De Ronzo, esperto astrofilo dei Gruppo Astrofili Salentini.

Il primo gruppo di “Nziddha”, insieme ad Antonio “Uccio” Mariano, custode dell’antica tecnica dell’intreccio di canne, si era messo subito alla ricerca dell’albero giusto, passeggiando tra gli ulivi. L’albero doveva avere una struttura in grado di ospitare il rifugio, nel luogo più bello nel quale rimanere sospesi a mezz’aria fra terra e chioma.

E’ iniziata con tali presupposti la costruzione realizzata in polloni di ulivo, corde e arundo donax; e così, mentre la “goccia” e i suoi intrecci di corde e succhioni venivano testati a un grosso ramo, il secondo gruppo ha iniziato i lavori su un altro fronte: “L’osservatorio dei sogni”. In questo caso è stata dapprima tracciata a terra un ellisse, da cui partire con la costruzione del muretto a secco, la futura base del rifugio.

La realizzazione – hanno spiegato i giovani di Lua – è avvenuta con l’aiuto di due mastri della pietra, Vito e Antonio. Si è trattato di un momento importante, in cui le tecniche antiche hanno trovato nuove applicazioni, in un momento di scambio e formazione.

In due giorni il muretto è stato ultimato. Ha avuto inizio in questo modo la realizzazione della parte tronco-conica, un cannocchiale orientato a nord ovest, allo scopo di osservare Vega nelle notti d’estate.

Il contesto in cui è avvenuta la nidificazione dei Paduli sprigionava un sentimento di raccoglimento e insieme di appagante gioia. C’è stato Gianni Mariano, con il suo carico di lunghi succhioni di ulivo, assemblati insieme ai fasci di Arundo donax, intento a dar forma all’Osservatorio dei sogni. C’è stato Uccio Mariano, che ha continuato a insegnare le tecniche tradizionali dell’intreccio; e c’era, in tutta la sua evidenza, una prima nziddha, pendente dal grande ramo al quale è stata appesa; mentre una seconda nziddha è stata posizionata sotto un albero a pochi metri di distanza.

Durante i lavori di realizzazione del progetto di nidificazione, non sono mancate le tavolate per risrtiorarsi, con tutti i partecipanti seduti beati di fronte alla caseddha, sollevati (e sollecitati) da proposte che andavano dagli involtini di melanzane e peperoni alle parmigiane di zucchine , fino a confrontarsi con delle gustosissime polpette di ceci, senza infine trascurare le incursioni pomeridiane di Rocco, pronto a rifoccilare i convenuti con adeguate coppe di frutta fresca.

Alla fine, sono stati in tutto sei i rifugi d’artista edificati. Per loro è stata organizzata per la giornata di domenica 2 agosto una festa. L’oliveto pubblico è stato trasformato in un albergo temporaneo e biodegradabile, luogo contemplativo attraverso cui guardare, in modo inedito, l’ambiente rurale.
Frutto di una settimana intensa di workshop, “Nziddha” e “L’osservatorio dei sogni” si sono aggiunti ai già esistenti rifugi del Parco Paduli.

Il primo, dunque, è una goccia sospesa tra le fronde, che accoglie il visitatore tra corde, canne e rami intrecciati; il secondo, un rifugio di pietre a secco e rami, orienta lo sguardo a nord ovest, aspettando il passaggio di Vega, la stella più luminosa dell’estate.

Nel corso della serata in cui si è celebrata la nidificazione dei Paduli è stato possibile degustare l’olio extra vergine di oliva “Terre dei Paduli”, che è poi il frutto del lavoro di ricerca e recupero degli oliveti abbandonati che da tre anni viene portato avanti con granmde entusiasmo dal Laboratorio Urbano Aperto attraverso la raccolta collettiva delle olive.

Nidificare i Paduli, per chi non lo sapesse, è un progetto a cura di Lua (Laboratorio Urbano Aperto), in collaborazione con Unione delle Terre di Mezzo, Comune di San Cassiano e Regione Puglia. Il progetto fa parte di Gap, il territorio come galleria d’arte partecipata, finanziato da Fondazione con il Sud, bando progetti speciali e innovativi 2010 e con il cofinanziamento della Regione Puglia, Area Politiche per la promozione del territorio, dei saperi e dei talenti.

La foto di apertura e le gallerie immagini sono di WHS: Francesco Buccarelli e Alberto Caroppo

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