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La questione ambientale

I negoziati della Cop23 delle Nazioni Unite, che si sono conclusi a Bonn lo scorso 17 novembre, hanno fissato un percorso di revisione degli impegni ambientali. Si sono definite in particolare le procedure per arrivare al taglio delle emissioni di gas serra. L’iter tecnico dovrebbe terminare nel 2018

Marcello Ortenzi

La questione ambientale

I negoziati della Cop23 delle Nazioni Unite, che si sono tenuti a Bonn fino al 17 novembre, si sono svolti a livello di delegazioni dei 197 Stati firmatari dell’accordo di Parigi. Le isole Fiji hanno presieduto la Conferenza. Due anni dopo l’adozione dell’accordo, i Paesi firmatari cominciano adesso a definire le regole per la sua applicazione: un iter tecnico che dovrebbe concludersi con la Cop24 nel 2018.

I rappresentanti delle piccole isole e dei Paesi africani sono giunti alla Cop con la rimostranza verso i Paesi ricchi, che sono i primi emettitori di gas a effetto serra e quindi hanno una maggiore responsabilità. Essi chiedono di essere loro ad aiutare i più poveri a svilupparsi correttamente e ad affrontare gli impatti climatici. La sessione politica ha visto solo Angela Merkel ed Emmanuel Macron tra quelli delle nazioni più importanti,mentre gli Stati Uniti hanno presentato solo un diplomatico che ha avuto un ruolo marginale.

La conclusione, piuttosto combattuta, ha visto approvato un documento finale che poco ha accontentato gli esperti del clima. L’andamento dei lavori ha evidenziato una vitalità della società civile, città, regioni, associazioni che va al di là dell’espressione dei vari governi nazionali. Un risultato è stata la formazione di un’alleanza di una ventina di paesi per eliminare il carbone entro il 2030 (Powering past coal alliance), tra cui Regno Unito, Canada, Francia e Italia. Germania e Polonia,il paese ospite della Cop 23 e quello che la ospiterà nel 2018, coprono la metà dell’intero consumo di carbone d’Europa e per questo non hanno aderito all’alleanza.

Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, presente a Bonn, ha anche confermato l’intenzione dell’Italia di candidarsi a ospitare la conferenza sul clima del 2020, la Cop 26. Si sono definite le procedure per arrivare alla revisione degli impegni degli Stati per il taglio delle emissioni di gas serra, che devono essere aggiornati.

Il presidente della Conferenza nel documento finale ha istituto un tavolo di discussione detto “dialogo Talanoa” che partirà nel gennaio del 2018 per definire gli aggiornamenti dei target nazionali in vista della Cop24. Resta aperta la questione del Green Climate Fund, il fondo per aiutare i paesi più poveri a combattere il riscaldamento globale: la sua istituzione rimane ancora indefinita. Il governatore della California Jerry Brown ha inviato un messaggio in cui afferma che la California non aspetta Trump, affinché si intervenga sui cambiamenti climatici. La prossima Conferenza sul clima, la Cop24, si terrà nell’autunno del 2018 a Katowice, nel cuore della regione carbonifera della Polonia, la Slesia.

La foto di apertura è di Luigi Caricato

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