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La sfida dei sistemi di viticoltura intensiva

Ecovinegoals è un progetto europeo che unisce e coinvolge otto nazioni europee dell’Adriatico e dello Ionio, tra cui tredici regioni italiane. Vi saranno iniziative pilota e piani d'azione locali per individuare sistemi di gestione a ridotti input e basse emissioni

Marcello Ortenzi

La sfida dei sistemi di viticoltura intensiva

Un nuovo progetto europeo Interreg è stato avviato nel corso della primavera 2020, Ecovinegoals, che intende affrontare la sfida dei sistemi di viticoltura intensiva e dei loro effetti negativi su suolo, acqua, qualità dell’aria, biodiversità e paesaggio, nella regione adriatico-ionica e ha l’obiettivo di sviluppare strumenti e strategie innovativi.

L’area AdrIon riguarda i territori di otto nazioni europee dell’Adriatico e Ionio, tra cui tredici regioni italiane, da Bolzano alla Puglia. Il progetto prevede il termine al 31 agosto 2022.

Il costo totale previsto ammonta a 1.939.505,00 di euro. In quest’area la gestione intensiva della viticoltura può determinare effetti negativi sul suolo, sulla qualità dell’acqua e dell’aria, sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici e causare cambiamenti efficaci di habitat fragili e paesaggi tradizionali.

Attraverso la realizzazione dei progetti di cooperazione interregionale l’Unione europea intende rafforzare la capacità degli attori territoriali di affrontare le vulnerabilità ambientali che i cambiamenti climatici rendono ancora più marcate.

Nell’ambito del progetto si mira a individuare buone pratiche, strumenti e piani d’azione per la conversione dei vigneti verso sistemi di gestione a ridotti input e basse emissioni. Saranno elaborati i documenti strategici e i piani d’azione che i partner s’impegnano a portare avanti nel lungo periodo.

L’elaborazione di tre diverse strategie transnazionali sono state implementate: 1) una focalizzata sui sistemi di coltivazione agro-ecologici per supportare la loro diffusione nelle fragili aree viticole delle regioni AdrIon; 2) una volta a conciliare la viticoltura con altri usi del suolo in competizione e con la conservazione di paesaggi e habitat; 3) un’altra volta ad applicare i processi di governance territoriale partecipata per migliorare la capacità delle parti interessate di utilizzare i modelli di negoziazione e risoluzione dei conflitti per la protezione dell’ambiente e del paesaggio.

I cambiamenti previsti saranno raggiunti agendo attraverso iniziative pilota e piani d’azione locali. Al termine seguirà un’attività di monitoraggio e di rilevazione d’indicatori ambientali, produttivi ed economici e la successiva analisi dei dati ottenuti, attraverso una valutazione multicriteriale.

In apertura foto di Marcello Ortenzi

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