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Non c’è più tempo: l’Ue tutelerà l’ambiente anche attraverso misure penali

I casi di criminalità ambientale sono un fenomeno globale sempre più frequente. Ciò che deriva da questi atti sono perdita della biodiversità, alterazioni climatiche e problemi di salute. La Commissione europea, davanti a questo scenario, ha deciso di rendere più efficace la tutela dell'ambiente attraverso una proposta dove gli Stati membri dovranno, in caso di reati, intervenire adottando misure di diritto penale. La proposta ha lo scopo di salvaguardare le nostre risorse e di rafforzare la cooperazione, anche tra Paesi extra Ue

Olio Officina

Non c’è più tempo: l’Ue tutelerà l’ambiente anche attraverso misure penali

Il 15 dicembre, la Commissione ha adottato la proposta di una nuova direttiva dell’Ue per reprimere la criminalità ambientale, onorando un impegno fondamentale del Green Deal Europeo, consultabile QUI.

La proposta intende rendere più efficace la tutela dell’ambiente obbligando gli Stati membri ad adottare misure di diritto penale.

A tal fine definisce nuovi reati ambientali, fissa un livello minimo di sanzioni e rafforza l’efficacia della cooperazione in materia di applicazione della legge.

La proposta obbliga inoltre gli Stati membri a fornire sostegno ed assistenza alle persone che denunciano reati ambientali e cooperano con le autorità preposte all’applicazione della legge.

La proposta contribuirà a proteggere la natura e le risorse naturali nonché la salute pubblica e il benessere.

Principali obiettivi della proposta

La proposta stabilisce nuovi reati ambientali a livello di Ue, tra cui il commercio illegale di legname, il riciclaggio illegale delle navi o l’estrazione illegale di acqua, e chiarisce le definizioni esistenti di reati ambientali, garantendo una maggiore certezza del diritto.

La Commissione propone di fissare un minimo comune denominatore per quanto riguarda le sanzioni per i reati ambientali: se il reato causa o rischia di provocare lesioni gravi a un individuo o di provocarne il decesso, gli Stati membri devono prevedere almeno una pena detentiva fino a dieci anni.

Il progetto di direttiva propone inoltre ulteriori sanzioni, tra cui il ripristino della natura, l’esclusione dall’accesso ai finanziamenti pubblici e alle procedure di appalto o la revoca delle autorizzazioni amministrative.

La proposta, che mira inoltre a rendere più efficaci le indagini e i procedimenti penali pertinenti, fornisce sostegno agli ispettori, alla polizia, ai pubblici ministeri e ai giudici attraverso formazioni, strumenti investigativi, coordinamento e la cooperazione nonché una migliore raccolta di dati e statistiche.

La Commissione propone che ogni Stato membro sviluppi strategie nazionali che garantiscano un approccio coerente a tutti i livelli di applicazione e la disponibilità delle risorse necessarie.

La proposta darà un contributo alle indagini e all’azione penale transfrontaliere.

I reati ambientali hanno spesso ripercussioni su diversi paesi (si pensi al traffico illecito di specie selvatiche) o effetti transfrontalieri (come nel caso dell’inquinamento transfrontaliero di aria, acqua e suolo) e le autorità di contrasto e giudiziarie possono reprimerli solo se collaborano a livello internazionale.

La Commissione continuerà a sostenere gli Stati membri offrendo agli operatori delle autorità di contrasto e alle loro reti professionali una piattaforma per discussioni strategiche e fornendo loro assistenza finanziaria.

Infine, poiché la criminalità ambientale è un fenomeno globale, la Commissione continuerà a promuovere la cooperazione internazionale in questo settore.

Il punto di vista di alcuni membri del Collegio

Il Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo Frans Timmermans sostiene che la sopravvivenza dell’umanità è minacciata dalla distruzione dell’ambiente, per questo non è possibile lasciare che i trasgressori agiscano impunemente. In questo modo vengono compromessi tutti gli sforzi collettivi per proteggere la natura, la biodiversità, per contrastare la crisi climatica e l’inquinamento e per eliminare i rifiuti. Gli abusi gravi devono ricevere una risposta adeguata e quanto proposto dalla Commissione getta le basi per farlo.

“L’ambiente non conosce frontieredichiara Věra Jourová, vicepresidente per i Valori e la trasparenza – e i reati contro di esso hanno ripercussioni negative in tutti gli Stati membri”. Occorre, quindi, utilizzare tutti i mezzi a disposizione per proteggerlo a livello unionale, e un modo per farlo è attraverso con l’applicazione del diritto penale. La proposta fornirà alle autorità di contrasto e alla magistratura gli strumenti per agire in modo più efficace contro questo tipo di reati, in tutta l’Ue.

Virginijus Sinkevičius, Commissario responsabile per l’Ambiente, gli oceani e la pesca, si sofferma sugli aspetti relativi alla salute, sottolineando come i reati ambientali causano danni irreversibili e a lungo termine alle risorse naturali, ma anche alla salute umana. Le indagini che li riguardano sono complesse, è difficile adire un tribunale e le sanzioni tendono a essere leggere. Alla luce di questo, la normativa penale ambientale ha bisogno di essere rafforzata. Si parla sempre più spesso di ecocidio, quindi una maggiore protezione ambientale è importante per tutte le generazioni, presenti e future.

Le norme in materia di lotta alla criminalità ambientale devono essere mirate, sostiene Didier Reynders, Commissario per la Giustizia, e per creare un reale cambiamento devono essere sufficientemente ambiziose. Questa nuova direttiva è un valido strumento in più per proteggere l’ambiente e il pianeta. Questa proposta è frutto degli insegnamenti e dell’esperienza di questi anni, agendo direttamente sulle cause che fino ad oggi non hanno permesso un’efficace protezione dell’ambiente.

Prossime tappe

La proposta legislativa sarà ora trasmessa al Parlamento europeo e al Consiglio.

Contesto

L’impatto della criminalità ambientale sull’ambiente naturale in Europa e nel mondo si manifesta in un aumento dei livelli di inquinamento, nel degrado della fauna selvatica, nella riduzione della biodiversità e nella perturbazione dell’equilibrio ecologico.

I reati ambientali sono molto redditizi — con guadagni assimilabili a quelli del traffico illecito di stupefacenti — ma le sanzioni sono molto più blande ed è meno frequente che questi reati vengano perseguiti. Tali fattori li rendono molto allettanti per i gruppi della criminalità organizzata.

La proposta contribuisce al piano d’azione Inquinamento zero, consultabile cliccando QUI, al Piano d’azione per l’economia circolare, gli interessati possono leggere cliccando QUI, e alla Strategia sulla biodiversità per il 2030, accessibile QUI, e promuove lo Stato di diritto ambientale.

La proposta odierna fa seguito alla pubblicazione nel 2020 della valutazione della Commissione della direttiva sulla tutela penale dell’ambiente del 2008 (la direttiva sulla tutela penale dell’ambiente è possibile leggerla cliccando QUI).

I risultati indicano che il numero di casi in materia ambientale perseguiti con successo è stato basso, le sanzioni insufficienti per essere dissuasive e la cooperazione transfrontaliera scarsa.

La foto in apertura è di Olio Officina©

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