Non si può rinunciare ai pesticidi, ma l’utilizzo deve guardare alla sostenibilità
L’impiego dei prodotti fitosanitari ricopre un ruolo primario nella prevenzione e nella cura delle piante. La salute di quest'ultime determina una produzione di qualità, ma, al contempo, gli agenti chimici per contrastare parassiti e malattie hanno un impatto negativo sull’ambiente: la perdita di biodiversità e l’inquinamento del suolo sono solo alcuni degli scenari dovuti al loro utilizzo. Luis Asín, responsabile del programma di frutticoltura dell'Irta, sostiene che i droni siano gli strumenti più adatti per l’applicazione dei pesticidi nelle aree di difficile accesso. Occorre, però, analizzare ulteriori variabili per valutarne la totale efficacia
L’uso di prodotti fitosanitari – prodotti chimici volti a prevenire i parassiti e a curare le malattie delle piante – in agricoltura è fondamentale per ottenere rendimenti di qualità e garantire la fattibilità tecnica ed economica della produzione alimentare.
Tuttavia, possono contribuire all’inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria, e alla perdita di biodiversità.
Per questo, entro il 2020, la Commissione europea si è impegnata a ridurre del 50% l’uso e il rischio dei pesticidi chimici nella strategia Farm to Fork, un elemento chiave del Patto verde europeo.
Uno dei modi per affrontare questo problema è l’agricoltura di precisione, in cui i prodotti fitosanitari possono essere applicati in modo localizzato e più efficiente, riducendo così il loro impatto ambientale.
In questa linea, la tecnologia dei droni può essere un buon strumento per applicare in modo più produttivo i pesticidi e minimizzare i rischi associati.
Per ora, tuttavia, l’applicazione dei droni è considerata un’applicazione aerea, proprio come le applicazioni degli aerei leggeri o degli elicotteri, ed è per questo che sono soggetti a una regolamentazione più rigida rispetto alle applicazioni a terra.
L’Istituto di Ricerca e Tecnologia Agroalimentare, Irta, è uno dei partecipanti al gruppo operativo statale Phytodron, che mira a generare dati e conoscenze sull’uso dei droni come strumento sicuro per l’applicazione di prodotti fitosanitari in vigneti, oliveti e agroforestali, e ad avanzare nel quadro che regola il loro uso.
Secondo Luis Asín, responsabile del programma di frutticoltura dell’Irta, “è stato dimostrato che i droni sono più adatti di altri mezzi per l’applicazione di prodotti chimici in piccoli appezzamenti, aree di difficile accesso per alcuni veicoli o terreni montagnosi”.
Nonostante questo, è ancora necessario “capire meglio la loro efficacia nell’applicazione dei prodotti fitosanitari, studiare i diversi metodi di applicazione, gli effetti del vento e della velocità dei veicoli, e valutare la deriva associata”.
A tal fine, nel quadro del progetto, il primo studio di applicazione del drone è stato effettuato questa mattina in alcuni campi di vigneti nel comune di Raimat, a Lleida.
Il gruppo operativo Phytodron è iniziato nel marzo 2021 e terminerà nel marzo 2023.
Da questo progetto si attende che il drone diventi un nuovo strumento per l’applicazione di prodotti fitosanitari, riducendo il numero di trattamenti impiegati attraverso aerei, in conformità con i regolamenti europei.
Si lavora, inoltre, per trasmettere conoscenze sufficienti affinché l’applicazione di prodotti fitosanitari con la tecnologia del drone possa cessare di essere considerato un trattamento aereo ed essere considerato un trattamento a terra.
“Questo permetterà di eseguire i trattamenti quando sono necessari, con precisione e al momento giusto”, dice Asín.
Phytodron è un gruppo operativo che coinvolge, oltre all’Irta, altri due centri di ricerca, Neiker e l’Istituto nazionale di ricerca e tecnologia agricola e alimentare (Inia-Csic); tre aziende – Basf, Syngenta e Corteva Agriscience; due università – l’Università di Siviglia e l’Università Politecnica di Madrid; tre associazioni di agricoltori -DeCoop, Baskegur e la Piattaforma Tecnologica del Vino (Ptv)-, un’associazione di imprese – l’Associazione imprenditoriale per la protezione delle piante (Aepla)-, l’Associazione ufficiale degli ingegneri agricoli delle isole centrali e canarie e l’Istituto nazionale per la salute e la sicurezza sul lavoro (Insst).
In apertura, foto Irta
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