Se questa è olivicoltura
Il Salento olivicolo piange la propria dipartita, ma la speranza resta viva e rimane fortemente impressa nella volontà e nell’operato di chi - nonostante tutto, nonostante l’assenza delle Istituzioni - resiste e reagisce, credendo in una reale rinascita. Lo spettacolo che appare alla vista è tuttavia devastante, e desolante. Provate a chiedervi anche voi se si poteva gestire diversamente il dramma Xylella
Ci sono olivicoltori che ci credono, e ogni mattino alzandosi per andare nel proprio campo non demordono, cercano soluzioni, a proprie spese.
Ci sono ricercatori che investono tutto il proprio tempo e si impegnano in prima persona, sacrificando il proprio tempo libero, e a proprie spese.
Ci sono anche coloro che parlano, parlano, parlano, e promettono, promettono, promettono. Cìò che è mancato, in tutto questo tempo di devastazione del paesaggio e dell’economia salentina, e anche ormai pugliese, è stata la volontà di agire per fronteggiare l’avanzata del batterio.
Chi aveva tutto il potere e le risorse per agire non ha fatto sostanzialmente nulla, nonostante a tutto ci sia sempre e comunque un rimedio.
Le foto che ho effettuato a Lequile, in provincia di Lecce, sono la chiara testimonianza di una sconfitta. E anche se vi sono ancora olivicoltori, in questo angolo estremo a sud dell’Italia, che credono in una rinascita del territorio, queste donne e questi uomini radicati saldamente alle proprie radici agricole sono lasciati soli, terribilmente soli.
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