Gea Terra

Un valore aggiunto per le imprese con le produzioni Bio

L’offerta di prodotti biologici risponde a un fenomeno dei consumi che è sviluppato in pochi anni e che non sembra arrestarsi neanche durate la pandemia. La conferma viene dell’Ismea che evidenzia che se l’incidenza complessiva dei consumi biologici oscilla dall’1,5 al 2 per cento della spesa alimentare complessiva. L’esempio, nel Piceno, di un patto a favore dell’agricoltura biologica

Marcello Ortenzi

Un valore aggiunto per le imprese  con le produzioni Bio

L’agricoltura biologica, in decisa espansione, in parte dipende dagli aiuti decisi a livello regionale che influenzano le scelte degli agricoltori che operano nel biologico. Però esiste una quota che per le proprie scelte produttive non si affida tanto agli incentivi anche per le difficoltà burocratiche che si incontrano per ottenere gli aiuti, ma preferisce basarsi sull’andamento dei mercati. Questo perché il settore biologico risponde a tre esigenze che i consumatori hanno implementato: essi cercano la qualità degli alimenti, la sicurezza dei processi produttivi e la partecipazione al mantenimento di un’agricoltura sostenibile, a basso impatto ambientale.

L’offerta di prodotti biologici risponde a un fenomeno dei consumi che è sviluppato in pochi anni e che non sembra arrestarsi neanche durate la pandemia. La conferma viene dell’Ismea che evidenzia che se l’incidenza complessiva dei consumi biologici oscilla dall’1,5 al 2 percento della spesa alimentare complessiva, l’incremento del settore è molto sostenuto.

Le diverse aree di coltivazione in Italia si differenziano per le produzioni ma confermano comunque il progredire della domanda. Nel territorio piceno ci sono circa 700 aziende bio, per un’estensione di circa 17mila ettari. Poi si aggiungono oltre 150 agriturismi. Varia la tipologia del food biologico piceno, dagli ortofrutticoli e cereali all’olio, vino, castagne.

L’incremento aziendale dipende anche dalla consapevolezza degli operatori che il bio da un valore aggiunto all’impresa. Le aziende picene sono in genere più piccole di quelle delle altre provincie ma la varietà dei prodotti forniti e assai ampia. Gli organismi agricoli hanno rilevato di recente che con la pandemia si è rivelata un’alta richiesta di prodotti di prossimità, specialmente biologici.

Gli agriturismi stanno vivendo un momento di sofferenza e allora si potrebbero ridare ripartenza con l’attività all’aperto, che garantisce sicurezza, a queste aziende. La Regione Marche recentemente ha promosso il “Patto per il settore Biologico” con le organizzazioni di settore. Le Marche tentano di costituire un unico grande distretto del biologico confidando sui numeri, progetti e obiettivi all’avanguardia.

Per l’Assessore regionale all’Agricoltura le Marche credono molto alle potenzialità del settore, come traino per molti altri comparti e per creare una filiera che potrebbe essere la più importante d’Europa. La sviluppo del settore dovrà essere un fattore decisivo che nell’Expo di Dubai 2020, che si svolgerà nel 2022, potrebbe trovare un ottimo veicolo di visibilità.

In apertura, foto di Marcello Ortenzi

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui

Commenta la notizia