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Una più restrittiva applicazione dei limiti al prelievo d’acqua

Si tratta del deflusso ecologico e consiste nel lasciare più acqua all’interno degli alvei, riducendo le derivazioni, già oggi regolate da concessioni regionali. Nonostante l'obiettivo comunitario del benessere dei fiumi, l’applicazione dei parametri previsti dalla norma europea senza adeguate contromisure infrastrutturali avrebbe in Italia gravi conseguenze non solo per il sistema irriguo, e quindi per l’agricoltura, ma anche per l'intero ambiente

Roberto De Petro

Una più restrittiva applicazione dei limiti al prelievo d’acqua

Un’importante norma a tutela dell’agricoltura irrigua italiana è stata inserita, in sede di conversione del cosiddetto Decreto Legge Agricoltura, per graduare l’entrata a regime del Deflusso Ecologico come limite al prelievo dai corsi d’acqua.

A renderlo noto è l’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue, Anbi, che ringrazia il Presidente, Luca De Carlo ed il Vicepresidente, Giorgio Maria Bergesio, della Commissione Agricoltura della Camera, per l’impegno profuso nel ricercare una soluzione ad un’annosa vicenda che, allo stato attuale, comporterebbe il rischio di pesanti conseguenze per gli ecosistemi e l’agricoltura italiani.

“Il Deflusso Ecologico – ricorda Massimo Gargano, Direttore Generale di Anbi – è una più restrittiva applicazione dei limiti al prelievo d’acqua dai corpi idrici, previsti dal Deflusso Minimo Vitale: in altri termini, lasciare più acqua all’interno degli alvei, riducendo le derivazioni, già oggi regolate da concessioni regionali.

Pur condividendo l’obbiettivo comunitario del benessere dei fiumi, l’applicazione dei parametri previsti dalla norma europea, senza adeguate contromisure infrastrutturali, avrebbe in Italia gravi conseguenze non solo per il sistema irriguo e quindi per l’agricoltura che produce cibo, ma anche per l’ambiente, che viene vivificato proprio dalla distribuzione idrica, senza considerare, ad esempio, la riduzione di produzione idroelettrica, che ne conseguirebbe.”
Già un precedente Decreto Legge del 2022 aveva indicato, quale data per il completamento delle necessarie sperimentazioni sul Deflusso Ecologico, il 31 Dicembre 2024. Tuttavia, per aggiornare ed implementare i deflussi ecologici, a seguito delle sperimentazioni, è necessario attuare alcuni adeguamenti tecnici nelle opere idrauliche che consentano, a valle delle derivazioni, il rilascio dei deflussi ecologici indicati.

Ora, nel testo uscito dal dibattito parlamentare del Senato e si spera in corso di rapida approvazione definitiva alla Camera, all’art. 11 si prevede che tali adeguamenti tecnici siano predisposti entro il 31 Dicembre 2026 in tutte le derivazioni, rinviando a tale data i termini per l’entrata in vigore dei Deflussi Ecologici rimodulati in seguito alle sperimentazioni, ad eccezione dei valori già fissati sulla base di indagini sito-specifiche, conformi alle indicazioni nazionali vigenti.

Auspichiamo precisa Francesco Vincenzi, Presidente di Anbi – che la rinnovata delegazione italiana a Bruxelles, anche d’intesa con l’associazione Irrigants d’Europe, sappia impegnarsi a trovare il giusto equilibrio fra le esigenze ambientali e le necessità delle campagne mediterranee, dove l’irrigazione è un fattore produttivo ormai indispensabile di fronte all’avanzare della crisi climatica.

Le normative comunitarie non possono essere applicate indifferentemente dalla Svezia alla Sicilia, ma devono essere progressivamente declinate sulle concrete realtà dei territori. Basti pensare che l’immediata applicazione del Deflusso Ecologico penalizzerebbe produzioni, simbolo del made in Italy agroalimentare, quali il prosecco ed il riso, ma anche aspetti tipici del nostro panorama come i fontanili ed i prati stabili” conclude il Presidente di Anbi.

In apertura, foto di Olio Officina©

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